
Il presidente Mattarella, ha richiamato l’attenzione degli italiani sulle responsabilità di ognuno in questo periodo di recrudescenza della pandemia. «La necessità di mantenere aperte le scuole, le fabbriche, gli uffici implica una maggiore responsabilità dei singoli nel prevenire e limitare i contagi. La libertà non è un fatto esclusivamente individuale, ma si realizza insieme agli altri, richiedendo responsabilità e collaborazione».
«È stato sottovalutato il fatto storico che tutte le pandemie hanno una seconda ondata più pericolosa della prima», avverte Walter Ricciardi, del comitato esecutivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità e consulente del ministro della Salute. Ricciardi ha sottolineato come da giugno in poi ci sia stato un raddoppio dei casi di coronavirus ogni mese. E le sue previsioni non sono affatto rassicuranti. «Avevamo 200 casi, poi 400, poi 800, poi 1600 e adesso siamo a oltre 4mila. Quindi rischiamo fra un mese di avere oltre 8mila casi al giorno e tra due mesi, quando arriverà l’influenza, di averne 16mila in un giorno».
Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. «Le limitazioni di spostamento tra le regioni non possono essere escluse, non si può escludere nulla in questo momento», ha detto. «Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata, ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c’è una spia che si accende bisogna intervenire», ha detto il ministro. Neanche Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, esclude eventuali restrizioni ulteriori se la situazione dovesse aggravarsi.
Intanto chi arriverà da Belgio, Francia, Paesi Bassi, Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica Ceca e Spagna dovrà sottoporsi obbligatoriamente al tampone per poter entrare nel nostro Paese.
Il confronto con sei mesi fa. tra l’8 ottobre e il 7 aprile. Positivi attuali 65.952: circa il 93% in isolamento domiciliare con sintomi lievi; il 6% ricoverati con sintomi; l’1% ricoverati in terapia intensiva. Il 7 aprile avevamo il 43% in più di positivi, 94.247 positivi, il 30,5% ricoverati con sintomi e un importante 4,2% ricoverato in terapia intensiva. I tamponi venivano effettuati solo sui casi gravi. Casi positivi in rapporto ai tamponi effettuati raggiunse oltre il 30% a metà marzo, mentre oggi è al 2,93%. Na adesso l’epoidemia ha ricominciato a correre.
Cosa è cambiato da allora? «Abbiamo semplicemente abbassato la guardia. L’avvento dell’estate, la voglia di tornare alla normalità e un po’ di incoscienza hanno portato ad una netta inversione di tendenza nell’evoluzione dell’epidemia». E secondo l’Istituto Superiore di Sanità il 70% dei contagi avviene in ambito familiare, il 5% in ambienti ludici, e solo il 10% sul luogo di lavoro.
«Ad oggi non c’è evidenza di un nesso di causalità tra l’apertura delle scuole e l’aumento dei contagi. Nonostante si registri un aumento della velocità con cui crescono i contagi». «Tuttavia, è ragionevole prevedere un incremento del rapporto tra positivi e casi testati a ben oltre il 6,5%, a livello nazionale, nei prossimi dieci giorni, con punte anche oltre il 15% in alcune Regioni, come ad esempio la Campania, che complicherà non poco la gestione della diffusione dell’epidemia». «Il tasso di positività è previsto in forte aumento nei prossimi 10 giorni. Preoccupa l’evoluzione in Campania. Situazione critica in Liguria, Umbria e Sardegna». Probabili nuove ‘Zone rosse’ ma nessun lockdown nazionale.