Escalation dei contagi anche in Italia
Escalation dei contagi anche in Italia, numeri Covid come leggerli

Casi aumentati di quasi mille rispetto a ieri. Il Capo dello Stato richiama alla responsabilità. In Lombardia 983 nuovi contagi, mai così tanti dal 28 marzo. In Campania «lockdown con 800 casi», dice De Luca. 3.805 focolai attivi. Il 77% dei contagi avviene in famiglia. Come leggere i numeri sulla diffusione del virus.

Contagi come a fine marzo ma molto è cambiato

Se i contagi sono tornati ai livelli di fine marzo, sono cambiati radicalmente i numeri delle terapie intensive, dei tamponi e dei deceduti. A marzo i morti erano stati ben 889, in terapia intensiva c’erano quasi 4mila pazienti e i tamponi fatti erano molti di meno. La Regione più colpita oggi è la Lombardia con 983 casi, seguita dalla Campania con 769. Il Veneto è a 591 casi, Toscana a 483, Piemonte a 401, Lazio a 387. L’Emilia-Romagna ha avuto 276 casi, Puglia e Sicilia rispettivamente 249 e 233. La regione con meno casi è il Molise con 11 nuovi contagi.

Quirinale: «Serietà di tutti scongiuri un altro lockdown»

Il presidente Mattarella, ha richiamato l’attenzione degli italiani sulle responsabilità di ognuno in questo periodo di recrudescenza della pandemia. «La necessità di mantenere aperte le scuole, le fabbriche, gli uffici implica una maggiore responsabilità dei singoli nel prevenire e limitare i contagi. La libertà non è un fatto esclusivamente individuale, ma si realizza insieme agli altri, richiedendo responsabilità e collaborazione».

Ministero: «Rischio 8mila casi tra un mese»

«È stato sottovalutato il fatto storico che tutte le pandemie hanno una seconda ondata più pericolosa della prima», avverte Walter Ricciardi, del comitato esecutivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità e consulente del ministro della Salute. Ricciardi ha sottolineato come da giugno in poi ci sia stato un raddoppio dei casi di coronavirus ogni mese. E le sue previsioni non sono affatto rassicuranti. «Avevamo 200 casi, poi 400, poi 800, poi 1600 e adesso siamo a oltre 4mila. Quindi rischiamo fra un mese di avere oltre 8mila casi al giorno e tra due mesi, quando arriverà l’influenza, di averne 16mila in un giorno».

«Limitare gli spostamenti? Non è da escludere»

Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. «Le limitazioni di spostamento tra le regioni non possono essere escluse, non si può escludere nulla in questo momento», ha detto. «Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata, ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c’è una spia che si accende bisogna intervenire», ha detto il ministro. Neanche Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, esclude eventuali restrizioni ulteriori se la situazione dovesse aggravarsi.

Tamponi per chi arriva da 6 Paesi europei

Intanto chi arriverà da Belgio, Francia, Paesi Bassi, Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica Ceca e Spagna dovrà sottoporsi obbligatoriamente al tampone per poter entrare nel nostro Paese.

Europa, superati i 100mila casi giornalieri

  • Secondo i dati elaborati da Reuters, per la prima volta l’Europa ha superato le 100mila nuove infezioni giornaliere.
  • In Belgio, nelle ultime 24 ore ci sono stati 5.728 nuovi casi.
  • In Germania la cancelliera Merkel: «Il Paese adotterà misure più restrittive se la situazione dovesse richiederlo».
  • A Madrid è stato approvato lo stato di emergenza.
  • In Francia è allerta in tutto il Paese. A Parigi gli ospedali sono entrati in sofferenza.

Cosa ci dicono i numeri che stiamo leggendo?

Antonello Maruotti, professore ordinario di Statistica Università Lumsa, su Avvenire.
«Lo sconfiggeremo, questo è certo. Non accadrà oggi, non sarà domani, ma ce la faremo. Arriverà il vaccino, ma ci vuole ancora tempo. Cosa fare fino ad allora? Dovremo convivere con il virus, con le mascherine, compagne ormai inseparabili della nostra quotidianità. Ma la fotografia data dai numeri è molto diversa da quella che ha portato al lockdown del marzo scorso».
«Oggi sappiamo contro cosa stiamo combattendo, lo monitoriamo facendo oltre 100mila tamponi al giorno, siamo preparati. Non dobbiamo, tuttavia, abbassare la guardia. La situazione rimane seria, anche se non ancora allarmante».

Leggere i numeri correttamente

Il confronto con sei mesi fa. tra l’8 ottobre e il 7 aprile. Positivi attuali 65.952: circa il 93% in isolamento domiciliare con sintomi lievi; il 6% ricoverati con sintomi; l’1% ricoverati in terapia intensiva. Il 7 aprile avevamo il 43% in più di positivi, 94.247 positivi, il 30,5% ricoverati con sintomi e un importante 4,2% ricoverato in terapia intensiva. I tamponi venivano effettuati solo sui casi gravi. Casi positivi in rapporto ai tamponi effettuati raggiunse oltre il 30% a metà marzo, mentre oggi è al 2,93%. Na adesso l’epoidemia ha ricominciato a correre.

Abbiamo abbassato la guardia

Cosa è cambiato da allora? «Abbiamo semplicemente abbassato la guardia. L’avvento dell’estate, la voglia di tornare alla normalità e un po’ di incoscienza hanno portato ad una netta inversione di tendenza nell’evoluzione dell’epidemia». E secondo l’Istituto Superiore di Sanità il 70% dei contagi avviene in ambito familiare, il 5% in ambienti ludici, e solo il 10% sul luogo di lavoro.

E la scuola?

«Ad oggi non c’è evidenza di un nesso di causalità tra l’apertura delle scuole e l’aumento dei contagi. Nonostante si registri un aumento della velocità con cui crescono i contagi». «Tuttavia, è ragionevole prevedere un incremento del rapporto tra positivi e casi testati a ben oltre il 6,5%, a livello nazionale, nei prossimi dieci giorni, con punte anche oltre il 15% in alcune Regioni, come ad esempio la Campania, che complicherà non poco la gestione della diffusione dell’epidemia». «Il tasso di positività è previsto in forte aumento nei prossimi 10 giorni. Preoccupa l’evoluzione in Campania. Situazione critica in Liguria, Umbria e Sardegna». Probabili nuove ‘Zone rosse’ ma nessun lockdown nazionale.

L’eterno dilemma del ‘Che fare’

«L’utilizzo delle mascherine può aiutare a ridurre la gravità della malattia e garantire che una percentuale maggiore di nuove infezioni sia asintomatica e, allo stesso tempo, rallentare la diffusione del virus. Per poter contenere efficientemente la diffusione del virus, il tracciamento dei soggetti venuti a contatto con casi di positività è fondamentale. Applicazioni come Immuni svolgono un ruolo cruciale, perché il tempismo nell’identificare potenziali casi, generalmente asintomatici, è risolutivo per limitare la diffusione del virus. Infine, aumentare il numero di tamponi porterà ad identificare i casi positivi nella fase iniziale della malattia e, di conseguenza, a mettere in sicurezza il sistema sanitario riducendo il numero di casi gravi».

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