Miliardari più ricchi con la pandemia e guerra dei dazi a perdere

Il patrimonio delle persone più ricche al mondo è aumentato di oltre un quarto durante la pandemia, mentre milioni di persone perdevano il lavoro o lottavano per tirare avanti. Lo rivela un rapporto della banca svizzera Ubs, lo svela il Guardian.
Stati Uniti e Unione Europea tregua nella guerra dei dazi dichiarata da Trump che si sta rivelando una rovina per l’economia Usa

Poveri alla miseria ricchi ancora più ricchi

Le ricchezze dei già miliardari sono salite a 10.200 miliardi di dollari, 8.677 miliardi di euro, con un aumento del 27,5% tra aprile e luglio 2020, al culmine dell’emergenza coronavirus. Dunque il patrimonio delle persone più ricche al mondo è aumentato di oltre un quarto durante la pandemia, mentre milioni di persone perdevano il lavoro o lottavano per tirare avanti. Lo rivela un rapporto della banca svizzera Ubs e lo svela il Guardian. Il loro segreto, una maggiore propensione al rischio che li ha portati ad acquistare azioni mentre i mercati mondiali affondavano e a rivenderle al rialzo compensando rapidamente le perdite. Poi il mondi di chi non aveva i soldi per la spesa e per le bollette di casa.

I dazi virus economico a perdere

Lo scontro commerciale tra Washington e Bruxelles ha le sue origini in una disputa innescata dai sussidi che sia USA sia UE versano rispettivamente a Boeing and Airbus. A questa annosa disputa si somma anche quella sul deficit commerciale degli Stati Uniti. Prima della cosiddetta ‘guerra dei dazi’, il deficit Usa era di 800 miliardi di dollari nel 2017: 344 nei confronti della Cina e 152 nei confronti dell’UE. Ora il tentativo di evitare l’escalation verso una vera e propria guerra commerciale. E l’UE eliminerà i dazi sulle aragoste, e non ridete, che è mercato elettoralmente ‘pesante’ negli Usa, visto che l’Ue ora le compra dal Canada senza dazi. Gli Usa sconti sui dazi su prodotti di cristallo e accendini.

Lo scoglio reale fra le due sponde dell’Atlantico

Gli USA lamentano la difficoltà ad esportare prodotti agricoli nel mercato UE a causa della rigidità delle norme comunitarie (tutela della saluta, concimi chimici, OGM); dall’altro, la riluttanza sulla tassazione transazionale dei giganti del web.

I numeri dello scontro commerciale

All’avvio delle tensioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico, l’UE aveva dazi medi su prodotti USA a circa il 4% con picchi del 10% sulle automobili. Poi barriere di qualità e le norme sanitarie e di sicurezza. «Eppure, non solo gli scambi sono cresciuti in valore assoluto, ma è persino aumentato il deficit commerciale degli USA con l’UE, ragione principale dell’innescarsi del confronto», riprende il Sole24ore.

La guerra di Trump a perdere

Mentre pre Trump lo scontro commerciale il deficit statunitense con l’UE era a 152 miliardi di dollari (64 con la sola Germania), a oltre un anno dall’avvio della guerra dei dazi, la bilancia commerciale vedeva il divario allargarsi a 178 miliardi di dollari (United States Census Bureau). Gli USA rimangono saldamente il primo mercato di sbocco per le esportazioni UE, il 18% delle esportazioni e solo secondo in importazioni con il 12%.

La Cina e le presidenziali Usa

Ma tutto questo è oggetto della campagna elettorale. «Qualsiasi sia la sorte delle presidenziali di novembre, i dati mostrano come sia auspicabile un rapido ricongiungimento delle due sponde dell’Atlantico», avverte il Guardian. A dirlo a chi? Europa molto poco amata da Trump o Europa molto poco frequentata da Biden?

Tags: dazi Pandemia
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