Trump quarantena
Casa Bianca zona rossa, l’America di Trump in quarantena

Washington governativa bugiarda e omertosa: «Don’t mask, don’t tell», niente mascherina e niente dichiarazioni. La Casa Bianca non ha ancora detto quando è stato l’ultimo test negativo Trump: non si sa da quanto tempo è effettivamente malato ed esattamente chi ha esposto al virus. Tutto il Joint Chiefs of Staff del Dipartimento della Difesa, tranne uno, sono in quarantena

«Don’t mask, don’t tell», niente mascherina e niente dichiarazioni

Washington governativa bugiarda e omertosa: «Don’t mask, don’t tell», niente mascherina e niente dichiarazioni. Parafrasi del vecchio codice di comportamento, il precedente negazionismo,  sui temi dell’omosessualità adottato dall’esercito Usa negli anni ’90, ricorda Marina Catucci sul Manifesto: «don’t ask, don’t tell», non chiedere, non dichiarare.

Il Pentagono invaso dal ‘Virus cinese’

Il generale Mark Milley, il massimo grado militare degli Stati uniti, è tra gli ufficiali in quarantena dopo che il vice comandante della Guardia costiera è risultato positivo al tampone.« Sembra che il numero di contagiati abbia superato il numero di chi non ha contratto il Covid-19, ma a tutti è stata chiesta ‘discrezione’».

Allarme servizi segreti

25 agenti dei Servizi segreti, gli agenti addetti alla sicurezza del presidente e che ruotano attorno a Trump, sarebbero risultati positivi al tampone.  Voci allarmate a denunciare «rabbia e frustrazione a colleghi e amici», scrive il Washington Post. «Non gli è mai importato di noi, ora meno che mai, non finge nemmeno che gli importi, adesso», ha dichiarato un agente dopo lo sconsiderato giro elettorale in macchina blindata e proteggere meglio i virus diffusi dal presidente untore.

Dall’allarme alla incredulità

Comportamenti inimmaginabili. «Le notizie che trapelano dalla Casa bianca dove è confinato il tycoon non sono rassicuranti e raccontano del medico ufficiale, Sean Conley, obbligato alla sfida scoraggiante di tenere il presidente nella sua residenza mentre è ancora infetto e lontano dallo Studio ovale. Ma finora è stato Trump a dare tutte le indicazioni al suo medico, e non il contrario». Infatti, contagioso o meno e con buona pace di Conley, Trump ha già annunciato di voler prendere parte al prossimo dibattito tv. L’apparenza della sbruffonata, ma nessuno ci scommette.

Gli ‘omissis’ sospetti

La Casa Bianca non ha ancora detto quando è stato l’ultimo test negativo Trump: non si sa da quanto tempo è effettivamente malato ed esattamente chi ha esposto al virus.

Negazionismo in crisi

La malattia del presidente ha rinvigorito il dibattito sulla sanità. «In Illinois si è stabilito che gli anziani riceveranno presto una copertura sanitaria statale, indipendentemente dallo loro status con l’immigrazione». «Credo che ogni persona in America abbia diritto alla stessa assistenza sanitaria del presidente – ha scritto Bernie Sanders su Twitter – senza ticket, senza franchigie e senza spese vive. Se l’assistenza sanitaria finanziata dal governo è abbastanza buona per Trump, è abbastanza buona per tutti noi, come un diritto umano».

Cure d’eccellenza

Solo tre giorni di degenza, e il Commander in Chief che torna alla Casa Bianca sventolando la mascherina della beffa. «Nessuno al mondo ha mai ricevuto il cocktail di farmaci somministrato a Trump – scrive Roberto Zanini-  Regeneron e Remdesivir non sono bruscolini. Il mix di anticorpi sintetici RegnCov2 è ancora sperimentale e non è autorizzato dalla Fda, l’ente americano che certifica farmaci e cibi, ma gli è stato ugualmente fornito in ‘compassionate use’, a differenza degli altri 210mila contagiati». E i 26 milioni di americani senza assistenza sanitaria. Altri 5,4 milioni hanno perso la sanità per la crisi del Covid 19 e altri 16 milioni non possono avere le cure di cui hanno bisogno (dati ufficiali del Census Bureau e dell’Ufficio Budget del Congresso).

Le bugie e la favola

Un po’ di stampa amica ed ecco che Donald che si è contagiato perché la mascherina lo imbruttiva -come scrive Roberto Zanini-, diventa «un eroe che ha sconfitto il China virus» (Miranda Devine sul New York Post, che sarà anche un tabloidaccio ma è il sesto giornale del paese)

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