
A notte fonda la soluzione col trucco. Sanzioni light a Minsk a fare il pari col cartellino giallo di semplice ammonizione ad Ankara. Sanzioni a qualche oscuro funzionario del regime, ma il presidente bielorusso Alexander Lukashenko non è nella lista. Con qualche imbarazzo prova a spiegare il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. «Il leader bielorusso potrebbe essere aggiunto alla lista in un secondo momento, se si rifiutasse di entrare in trattative con le opposizioni».
La questione turca di fatto in primo piano, segnala Anna Maria Merlo sul Manifesto. Rimandato di una settimana a causa della quarantena del presidente Charles Michel. Un avvertimento invece delle sanzioni reali che pretendeva Cipro per togliere il suo vero alla mini sanzioni alla Bielorussia. Le sanzioni solo una minaccia, non c’è nessuna decisione precisa, nessun automatismo». Ma Grecia e Cipro ieri sera hanno respinto una prima proposta di testo: «troppa carota, non abbastanza bastone».
Scelta tattica di quasi ‘non sanzioni per tutti’ a disinnescare il veto sgradito e fuori misura di Cipro per condizionare la discussione su Minsk alle sanzioni alla Turchia. Ankara intanto, stile Erdogan dal va e vieni, sta ora giocando la carta della disescalation, ha ritirato la nave da ricerca Oruç Reis, e due navi da guerra che l’accompagnavano, dalle acque contese con la Grecia a sud dell’isola di Kastellorizo, ma ne mantiene un’altra nella zona economica esclusiva di Cipro, dove è in corso una battaglia per il controllo dei giacimenti di gas.
«La solidarietà con Cipro e la Grecia non è negoziabile» ha detto Emmanuel Macron, ma suggerisce di «trovare la strada per riprendere il dialogo» con Ankara. Angela Merkel, che ha la presidenza semestrale del Consiglio, è contraria a imporre sanzioni contro la Turchia. «Abbiamo una dipendenza reciproca sull’immigrazione», mette in guardia.
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