
Pompeo non verrà ricevuto dal papa ma domani sarà in Vaticano, simposio sulla libertà religiosa organizzato dall’ambasciata Usa alla Santa sede, e giovedì sempre in Vaticano Pompeo potrà discutere col pari grado, il cardinale segretario di Stato vaticano Parolin e dall’arcivescovo segretario per i rapporti con gli Stati Gallagher, i due principali artefici di quell’accordo con la Cina che proveranno a far capire a Trump, via Pompeo, di cosa in realtà si tratta. Fine all’esistenza di due chiese: una «patriottica», i cui vescovi sono nominati da Pechino ma non riconosciuti dal papa, e una «clandestina», con vescovi fedeli a Roma.
Parolin e Gallagher confermeranno che l’intesa verrà rinnovata. Troppo importante per la Santa sede l’unità della Chiesa cattolica in Cina e proseguire il dialogo con Pechino. Ma strategica anche per Xi Jinping, che sicuramente vorrà approfittare del clamoroso inciampo diplomatico e improntitudine politica della Casa Bianca.
Diversi ospiti ‘pericolosi’ tra oggi e domani in Vaticano a mettere assieme due vicende apparentemente distanti tra loro, toccano le scelte politiche e finanziarie della Santa sede. Oggi arrivano gli ispettori di Moneyval, l’organismo del Consiglio d’Europa che valuta la trasparenza finanziaria e gli standard antiriciclaggio degli Stati. Da tempo il Vaticano cerca di essere inserito nella ‘white list’ dei Paesi virtuosi. Traguardo non ancora raggiunto, che il terremoto di questi giorni potrebbe compromettere. La nota speculazione immobiliare sul palazzo di Londra acquistato dalla Segreteria di Stato anche con i soldi per i poveri dell’Obolo di San Pietro, «gli affari disinvolti di Becciu e le sue relazioni pericolose con finanzieri d’assalto».
Contromosse clamorose: rimozione di Becciu e ritiro delle prerogative del cardinalato. E ora –stando alle indiscrezioni di Repubblica – la decisione di togliere il portafoglio alla Segreteria di Stato per affidarlo interamente all’Apsa, l’Amministrazione patrimonio sede apostolica.
Le relazioni diplomatiche tra la superpotenza americana nella sua attuale versione alla Casa Bianca e la massima autorità della Chiesa Cattolica potrebbero rivelarsi improvvisamente in crisi. Italia e Vaticano, due alleati storici degli Usa che adesso però dialogano e stringono intese anche con la Cina. Tutta ancora da valutare, dal punto di vista vaticano, la nomina dell’ultracattolica anti-abortista Amy Coney Barrett (quasi più evangelista e settaria che cattolica post conciliare) alla Corte Suprema – mossa sulla quale la Santa Sede naturalmente non interviene, «ma che sa di uso della religione in campagna elettorale. Non proprio il menu preferito di Francesco – la visita del segretario di Stato in Vaticano potrebbe essere quanto meno una prova del nove della tenuta dei rapporti tra il presidente Usa e il Pontefice: un test ad alto rischio», annota Angela Mauro sull’HuffPost.
Giuseppe Conte che l’anno scorso incassò la ‘benedizione’ di Trump all’epoca della formazione del governo Pd-M5s poco prima di un’altra visita di Pompeo, proverà a convincere il Segretario di Stato su altri passaggi politici chiave per il nostro Paese. «Sul 5G l’Italia ha la legislazione più avanzata d’Europa (rafforzamento della golden power), quanto agli investimenti cinesi, sono utili e Roma saprà garantire la sicurezza», scrive Angela Mauro sull’HuffPost. E Di Maio alla Farnesina, come Conte, difenderà l’accordo sulla nuova ‘via della seta’ firmato con Pechino l’anno scorso. «Gli investimenti cinesi nelle infrastrutture italiane restano, ma il governo garantisce sulla sicurezza».
L’escalation elettorale Usa col ‘virus cinese’. Roma allineata alla risposta europea: morbida con Pechino, «sebbene sia in salita la strada per un accordo commerciale e sugli investimenti per via dalle violazioni dei diritti umani da parte del governo cinese».