
La nuova Miss Grand Thailand, incoronata a Bangkok domenica sera, ha un nome un po’ complicato da pronunciare per noi italiani: Pacharaporn Chantarapadit, ma per fortuna tutti la chiamano solo “Nam”. Reginetta di un concorso che incorona la più bella tra le miss delle 77 provincie tailandesi, Nam adesso rappresenterà il suo Paese nella finale di Miss Grand International. La competizione aspira a non essere il solito concorso di bellezza, ma – come precisano gli organizzatori – vuole “individuare nella donna l’unione di bellezza, intelligenza e impegno civile”: una sfida al passo coi tempi, sotto tutti i punti di vista.
Forse una sfida troppo avanzata per un paese come la Tailandia che – malgrado l’apparente tranquillità “da cartolina” che tutti i turisti in visita hanno potuto apprezzare – è ben lontano dall’essere un paese democratico, dove i diritti fondamentali siano effettivamente garantiti. Ma nessuno avrebbe mai previsto che l’elezione della bella Nam avrebbe scatenato una simile ondata di odio online, dai toni apertamente razzisti e xenofobi.
“Sei nera e cattiva, sei spazzatura!”, questo il tono degli interventi su facebook all’indirizzo della nuova reginetta di bellezza “colpevole”, secondo i movimenti più conservatori del Paese, di avere “la pelle troppo scura” per rappresentare degnamente la Tailandia.
Ma ciò che ha davvero scatenato la rabbia dei conservatori è stata la risposta di Nam quando, durante la cerimonia di premiazione, le è stato chiesto cosa pensasse dell’attuale situazione politica tailandese. “Parlando col cuore, sceglierei la parte dei manifestanti”, ha detto la bella 22enne, senza battere ciglio. “Perché abbiamo il diritto di esprimere la nostra opinione e vogliamo il meglio per il nostro Paese”. Ed ha coraggiosamente aggiunto: “voglio anche dire al governo: in Tailandia abbiamo bisogno di una vera democrazia, e abbiamo bisogno che voi ve ne andiate al più presto, grazie”, ha concluso davanti a una folla urlante.
Oltre agli insulti razzisti e sessisti che hanno invaso i social, qualcuno ha anche pubblicato una foto di Nam con una corona in testa, accanto all’immagine di un cartone animato di un bufalo e ha scritto “La Thailandia non ha persone più belle?”. Le risposte al post sprizzavano odio: “Cattiva e brutta”, “L’organizzatore favorisce solo i concorrenti che odiano la loro nazione, quindi il vincitore è stato premiato non per il suo aspetto” e infine “Sei nera e brutta: sei spazzatura”.
La Tailandia si riconosce sotto una monarchia molto amata, ancora sontuosa e scenografica nei suoi riti e nelle sue antiche cerimonie, che si tengono nel fiabesco e silenzioso Palazzo Reale di Phra Nakhon, ma priva di un effettivo ruolo politico. Fuori, nella caotica vita quotidiana della capitale, sono invece all’ordine del giorno i rovesciamenti – anche con modalità violente – del Governo e i veri e propri colpi di Stato, che nella storia moderna del Paese si sono succeduti a un ritmo tale, da fare probabilmente della Tailandia il Paese-record in questa poco invidiabile classifica.
Negli ultimi tempi la nazione è stata attraversata da forti proteste pro-democrazia, con i manifestanti che chiedono il rispetto dei diritti fondamentali, più equità sociale, riforme e un nuovo governo. Il 20 settembre, decine di migliaia di persone sono scese in piazza chiedendo a gran voce le dimissioni del premier Prayuth Chan-ocha. Durante il fine settimana in migliaia soprattutto studenti, si sono radunati nel prato davanti al palazzo del re Maha Vajiralongkorn e hanno consegnato una lettera alla polizia reale.
La loro richiesta è che venga installata una nuova targa, in sostituzione di quella che qualcuno ha fatto sparire nel 2017, con la scritta: “Questo Paese appartiene al Popolo”. “Questa è già da sola una vittoria”, ha dichiarato il leader degli attivisti, Parit “Penguin” Chiwarak, riferendosi al fatto che ancora oggi avvicinarsi ai membri della Famiglia Reale è considerato quasi un sacrilegio. “Abbiamo dimostrato che la gente comune come noi può inviare una lettera ai reali”, ha aggiunto, invitando la folla a tornare per un’altra manifestazione la prossima settimana.
Le proteste degli studenti vanno avanti ormai da giugno, quando l’attivista pro-democrazia Wanchalearm Satsaksit è scomparso in Cambogia, dove era fuggito dopo il colpo di stato militare del 2014. Attualmente nessuno sa dove si trovi e i manifestanti accusano apertamente il governo di averne orchestrato il rapimento, cosa che la polizia e gli stessi politici al potere negano. Tutti disciplinatamente con le mascherine sul volto, chiedono lo scioglimento del Parlamento con nuove elezioni, una modifica alla Costituzione e la fine delle intimidazioni nei confronti degli attivisti politici. Ma il loro manifesto in dieci punti comprende anche esplicitamente la richiesta di una radicale riforma della monarchia, una cosa che ha scatenato le ire dei conservatori realisti. Lo slogan che intonano in piazza è: “Abbasso il feudalesimo, lunga vita al popolo”. Non era mai accaduto prima che la gente attaccasse esplicitamente la monarchia, un’istituzione sacra – ancora semi-divina- in Thailandia. Impossibile pensare di superare il confine tra reali e gente comune.
In tutto questo, la bella Nam si è inserita a gamba tesa, con le sue dichiarazioni fuori dal coro.
La reazione contro la nuova reginetta di bellezza arriva in un momento delicato, che vede le celebrità tailandesi sempre più sotto pressione per le loro opinioni, spesso a favore delle proteste. Non aiuta la constatazione che il movimento pro-democrazia si stia rivelando sempre più divisivo, con le sue richieste di scioglimento del parlamento, elaborazione di una nuova costituzione e riforma della monarchia.
Nawat Itsaragrisil, l’organizzatore del concorso Miss Grand Thailand, ha detto lunedì che le risposte di Nam sono “assolutamente normali ed entro i limiti”, aggiungendo che la ragazza ha esercitato un “diritto umano fondamentale, il diritto di parlare in pubblico ed esprimere le sue opinioni”. Prima della premiazione, Nawat aveva scritto su Facebook che il concorso era alla ricerca di una donna che fosse “pronta e adatta alla contemporaneità, bella, intelligente e adattabile a tutte le situazioni e capace di promuoversi”.
Dal canto suo, la splendida Nam ha detto al sito web di notizie Voice Online di essere vittima di bullismo in Tailandia fin dall’infanzia, per il tono della sua pelle, “ma non me n’è mai importato nulla” ha aggiunto.
“Penso che le persone vadano valutate per le loro idee, che possono cambiare le cose e ispirare altre persone”, ha detto Nam, aggiungendo di essere più che mai decisa a non lasciarsi intimidire dagli attacchi che ha subito e di essere pronta a “lottare per il bene del mio Paese”.
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