
«La pandemia non è superata, per questo dobbiamo anzitutto esserci per chi ha bisogno, unendo le nostre forze. Malattia, disoccupazione e povertà le tre grandi questioni da affrontare con urgenza, anche attraverso la costruzione di un’economia umana».
Versa l’abolizione del regolamento di Dublino in tema di immigrazione: «Lo rimpiazzeremo con un nuovo sistema europeo di governance delle migrazioni. Avrà strutture comuni per l’asilo e per i rimpatri, insieme a un forte meccanismo di solidarietà».
«Tutti devono accedere ai salari minimi, anche attraverso la contrattazione collettiva. I salari minimi funzionano, è giunto il momento che il lavoro ripaghi» ha sottolineato in uno dei passaggi del discorso la presidente della Commissione europea nel suo intervento sullo Stato dell’Unione. «Il dumping salariale danneggia i lavoratori e gli imprenditori onesti, mette a repentaglio la concorrenza sul mercato del lavoro – ha aggiunto von der Leyen – per questo faremo una proposta per un salario minimo in tutti gli Stati dell’Unione».
Versa l’abolizione del regolamento di Dublino in tema di immigrazione, che non aveva di fatto mai funzionato: «Lo rimpiazzeremo con un nuovo sistema europeo di governance delle migrazioni. Avrà strutture comuni per l’asilo e per i rimpatri, insieme a un forte meccanismo di solidarietà».
Mercoledì prossimo la Commissione Ue presenterà il nuovo patto su immigrazione e asilo e ne sapremo di più. «La crisi dei migranti del 2015 ha provocato divisioni tra i Paesi membri e alcune cicatrici non sono ancora guarite». Per uscire dallo stallo degli ultimi cinque anni c’è quindi solo una strada: «scendere a compromessi con quei Paesi che si sono sempre rifiutati di accogliere i richiedenti asilo». Certo, «senza compromettere i nostri principi», assicura, ma senza una posizione condivisa tra i 27 «non ci sarà una soluzione».
Stando alle anticipazioni circolate finora, scrive Carlo Lania sul manifesto, le nuove regole prevedono infatti che Il vecchio Dublino verrà sostituito da due nuovi regolamenti, anticipa Carlo Lania sul Manifesto.
1, Ai Paesi primo ingresso il compito di effettuare la prima scrematura tra i migranti, dividendo coloro che hanno diritto alla protezione internazionale dagli altri, attraverso l’Easo, l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo.
2, Il secondo regolamento riguarderà quanti si sono visti accettare la richiesta di asilo e per i quali verrà avviata una procedura per stabilire quale Stato dovrà assumersene la responsabilità. Compromesso con i No dei ‘sovranisti’? Ogni capitale potrà scegliere tra accogliere un certo numero di profughi oppure partecipare aiutando gli Stati maggiormente sotto pressione fornendo finanziamenti, mezzi o personale. Un cedimento alla richieste avanzate da tempo dai Paesi dell’Europa centro orientale.
3, Resta il problema dei rimpatri. Vanno a rilento perché per eseguirli occorrono accordi di riammissione con i Paesi di origine che però sono ancora pochi (l’Italia li ha solo con Tunisia, Marocco, Egitto e Nigeria). Per questo sono previsti incentivi economici da destinare a quei Paesi che accetteranno di fermare le partenze verso l’Europa.
Chiusure delle frontiere unilaterali all’interno dello spazio Schengen, sgambetti per procurarsi il materiale sanitario, e il programma Eu4Health è stato ridimensionato dagli stati membri. Ora la Commissione propone un’Unione europea della salute, che «rafforzi l’idea di agire collettivamente», a cominciare dal rifiuto del «nazionalismo vaccinale che mette la vita in pericolo». «Trovare un vaccino non basta, dobbiamo vigilare a che i cittadini europei e quelli del mondo intero vi abbiano accesso», scrive Anna Merlo di Parigi.
Sarà rafforzata l’Agenzia europea dei medicinali, creata un’Agenzia di ricerca e sviluppo biomedica (come negli Usa), verranno incentivate le competenze sanitarie.
L’ambizione verde europea è stata frenata dalla pandemia, ma l’impegno è per una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030. Ad ottobre, il parlamento europeo potrebbe votare a favore di riduzioni del 60%. Ursula von der Leyen ha ricordato che l’obiettivo «è troppo importante per alcuni e insufficiente per altri», ma «la nostra economia e la nostra industria possono farvi fronte». Solo 7 paesi hanno aderito all’obiettivo di una riduzione del 55% (Spagna, Danimarca, Svezia, Finlandia, Lussemburgo, Olanda, Lettonia), Francia e Germania si preparerebbero a farlo, ma c’è già il chiaro «no» di Polonia e Repubblica ceca.
NextGenerationEu dedicato allo sviluppo del digitale, dalla connessione del 40% delle zone rurali che ne sono prive fino a investimenti per un super-computer europeo (8 miliardi) o nell’intelligenza artificiale e nell’economia dei big data. Sfida suol fronte Usa su una giusta tassazione internazionale dei giganti del digitale, o l’Ue imporrà le proprie regole
«È tempo di costruire un’Unione veramente antirazzista», contro ogni discriminazione. «Migliorare l’educazione su cause storiche e culturali», contro «pregiudizi incoscienti», per il rispetto dello stato di diritto: von der Leyen ha citato i rom e la persistenza dell’antisemitismo.
Fermezza con la Gran Bretagna, per il «rischio di No deal», poiché «resta poco tempo». Citata Margaret Thatcher sul necessario rispetto degli accordi firmati: «Garanzia del diritto, fiducia e buona fede», mentre il premier britannico attuale non intende rispettare l’accordo sull’Irlanda del Nord e l’Eire. Agli amici (gli Usa) e ai rivali (Cina, Russia, Turchia), la presidente ha rivolto l’invito per una «mondializzazione più giusta», una cooperazione negli organismi internazionali (Oms, Wto ecc.), il rigetto di «tentativi di intimidazione (Turchia), una reciprocità commerciale e negli investimenti (Cina)».