Tra Germania e Russia ora il gas è avvelenato

Alexej Navalny è uscito dal coma farmacologico indotto dopo il suo avvelenamento con la neurotossina Novichok ma si aggravano le tensioni tra Berlino a Mosca. Pressing in Germania per una ritorsione sul gasdotto North Stream 2, già contestato da altri in Occidente. Il possibile stop dell’infrastruttura strategica per la Germania quanto per la Russia destinata ad attraversare il Mar Baltico bypassando la rotta ucraina. Opera strategica fortemente criticata dagli Stati uniti e, localmente, da Polonia e Ucraina in particolare

Partita strategica e ‘qui prodest’

Berlino con i piedi di piombo, anche se lacerata al suo interno tra la regioni delle politica a caccia di consensi e le responsabilità di governo con interessi economici di lunga prospettiva da difendere. Pressioni sull’ex cancelliere Gerhard Schröder, ex segretario Spd, capo del consiglio di amministrazione del consorzio Nord Stream. Tra i contrari, invece, spiccano clamorosamente i liberali, segnala Sebastiano Canetta sul Manifesto. Per Wolfgang Kubicki, vicepresidente del Fdp (e del Bundestag), è possibile che l’avvelenamento di Navalny sia stato commesso senza il coinvolgimento del Cremlino. «Ci sono forze nell’amministrazione russa che hanno vita propria» sottolinea il numero due del Parlamento. Mentre Norbert Röttgen, candidato alla presidenza della Cdu, inquadra il caso Navalny in una lunga serie di delitti: Politkovskaja, Litvinenko, Nemtsov, Skripal, Khangoshvili.

Sanzioni e gasdotto North Stream 2

Ora si parla di sanzioni e si riapre la discussione sul gasdotto North Stream 2, già contestato da Stati Uniti e da più Paesi europei per l’eccessiva dipendenza dal gas russo, sottolinea Michele Valensise, ex ambasciatore a Berlino, sull’UffPost. «Peccato, per quanti in Occidente si sforzano giustamente di coltivare un rapporto costruttivo con la Russia, pur senza confusioni di campo o ambiguità. Peccato anche per chi sa quanto possa essere aleatorio il ricorso a sanzioni».
«Le richieste di Berlino di far luce sull’accaduto sono così accompagnate dal sincero auspicio che questa volta Mosca non si limiti a risposte di rito, inconcludenti e difficilmente accettabili. Ove poi arrivasse un Niet, la reazione tedesca si farebbe sentire forse anche sul gas».

Due crisi che si muovono a gas

Germania alla presidenza di turno Ue, doppia responsabilità, che non può guardare solo ai confini di casa, ad est ma che deve affrontare e superare anche le tensioni greco turche, e scopri che alla fin fine le due crisi di intrecciano. «Se si chiudesse il nuovo condotto del gas con la Russia, le fonti energetiche prodotte o in transito nel Mediterraneo orientale sarebbero ancora più importanti», segnala il sempre accorto Valensise.

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