Servizi segreti nel decreto sull’emergenza Covid-Piccole astuzie grandi sospetti

Se non c’era malizia, è stata certo improntitudine. Spuntato a sorpresa nel decreto che allunga lo stato d’emergenza fino al 15 ottobre la norma che consente al presidente del Consiglio di prorogare «con successivi provvedimenti per la durata massima di ulteriori quattro anni” i vertici degli 007 tricolori». Poi Palazzo Chigi chiarisce: «Nel provvedimento che allunga lo stato di emergenza fino al 15 ottobre non c’è nessun aumento della durata degli incarichi». O confusione balle. Strani nomi in giro e problemi interni alla maggioranza.

Sveliamo un po’ di segreti sui Servizi segreti

Due o tre cosine sui servizi segreti italiani, fuori dai segreti inutili e fuori dai denti. Un tempo erano servizi segreti esteri, dipendenti dal ministro della Difesa, e servizi segreti interni, Ministero Interni. Grossolanamente, spionaggio, controspionaggio e molto polizia politica di antica e nefasta memoria. Poi ci fu la riforma, tutti sotto la Presidenza del Consiglio, massimo con delega unica ad un sottosegretario molto vicino al premier. Cambiano le sigle e un po’ anche le regole. Il Sismi diventa Aise (agenzia sicurezza esterna), il Sisde diventa Aisi (Sicurezza Interna). Generali o ammiragli delle diverse e classiche forze armate a capo dell’Aise (ne sapessero qualcosa o meno di spionaggio), Carabinieri o Questori al vertice Aisi. Eccezione che aveva illuso, alcuni anni fa su delle carriere più ‘professionali’. La nomina a capo dell’Aise di Alberto Manenti, spia da sempre. Ora è il ritorno di Generali, Ammiragli e Prefetti. L’equivoco maggiore, alimentato soprattutto dalla politica, il Dis, Dipartimento sicurezza, ex Cesis, che qualcuno racconta come vertice dei servizi segreti italiani, e che nei fatto è una sorta coordinamento burocratico delle sole vere strutture di ‘intelligence’ che i loro segreti veri se li tengono ben stretti. Mancate spie, o spie in punizione, o ex in disarmo o in attesa di meglio, professioni spesso estranei a qualsiasi aspetto della ‘intelligence’ (molti prefetti o alti diplomatici), a gestire molti soldi e molto personale attorno a scuole di spionaggio, esempio, fatte da chi non fa spionaggio e ora, per quanto a noi popolo sia noto, anche un po’ di ‘cyber sicurezza’, ma non da spie vere con tanti di sofisticati apparati anti hacker, poca cosa, ma produttori da regole di sicurezza da sollecitare e fare rispettare negli uffici che trattano materie riservate che toccano la sicurezza nazionale.

Proroga dei vertici Sì o proroga No?

«Blindare i vertici dei servizi segreti per altri quattro anni, per decreto, senza essere costretto a concordarlo con nessuno. Bypassando le estenuanti trattative con i partiti della maggioranza che soprattutto sulla successione di Gennaro Vecchione (generale delle Finanza), in scadenza alla guida del Dis, si stanno accapigliando da settimane», scriveva la sempre più governativa Repubblica. L’inciampo, ser di questo si tratta, e che i Servizi segreti entrano nel decreto che allunga lo stato d’emergenza Covid fino al 15 ottobre, ma che assieme consente al presidente del Consiglio di prorogare “con successivi provvedimenti per la durata massima di ulteriori quattro anni” i vertici degli 007 tricolori. Servizi segreti subito contagiati dal virus del sospetto.

Vecchione e il decreto Covid-Dis

Il decreto, pubblicato il 30 luglio, modifica le regole del gioco. E consente al presidente del Consiglio di prorogare a più riprese l’incarico di Gennaro Vecchione, nominato a dicembre 2018 e in scadenza a fine anno. Il Copasir, il Comitato di controllo sui servizi guidato dal leghista Raffaele Volpi, è già pronto a chiedere spiegazioni. Ma anche parte della maggioranza si mette per traverso e ventotto deputati del movimento 5 stelle non hanno votato la fiducia al decreto covid con dentro la estranea norma sui servizi segreti. Segreto chiama segreto, e dietro all’inciampo di Conte spunta il fantasma della ‘Link University’ di Scotti, con sottosegretari con tanto di master in «intelligence e sicurezza».

Retroscena maliziosi, nomi e carriere. E rispuntano dal passato nomi noti e ma molto discussi che forse sarebbe meglio lasciare appunto al passato.

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro