
Da anni il giovane Ján Kuciak, giornalista investigativo del giornale online Aktuality.sk, indagava e pubblicava notizie sull´oligarca Márian Kocner, vicino all’allora premier socialista-sovranista e autocratico Robert Fico. «Kocner era sospettato e accusato con prove da Ján di malversazione di fondi dell’Unione europea, frode ed evasione fiscale, oscuri contatti con cosiddetti uomini d´affari italiani presumibilmente legati alla Ndrangheta». Kocner era sospettato anche di legami con i criminali che fecero assassinare a Malta la giornalista Daphne Caruana Galizia.
Peter Toth, un ex agente dei servizi segreti, su ordine di Kocner e da lui pagato aveva cominciato a pedinare e sorvegliare Ján Kuciak in ogni modo. Il capo della polizia Tibor Gaspar aveva messo a disposizione dossier personali sul giovane giornalista. «Il 21 febbraio 2018 il peggio. Ján e la sua fidanzata Martina Kusnirovà erano a casa loro a Vel´ka Maca, un paesino presso Trnava. Bussò qualcuno alla porta. Era Miroslav Marcek, ex soldato esperto nell’uso di armi di precisione, portato là in auto dal cugino Tomas Szabo e armato con una pistola automatica. Ján aprí la porta, fu freddato da Marcek con colpi sparati a bruciapelo alla testa e al cuore. Martina era sotto la doccia, sentì i colpi e le urla di Ján, accorse e fu assassinata anch’essa».
Il duplice omicidio scatenò immediate proteste di piazza, della società civile, e dei media liberi. E il premier Robert Fico accusato di complicità si vide costretto alle dimissioni e fu sostituito da un suo uomo di fiducia, Peter Pellegrini. La polizia e la magistratura messe alle strette dalla protesta indagarono in ogni direzione. Zuzana Caputova, avvocatessa anticorruzione amica di Ján, guidava il movimento, sarebbe poi diventata capo dello Stato eletta.