‘Ndrangheta export in Slovacchia, omicidio Kuciak ‘sentenza scandalo’: assolto l’oligarca mandante

Con una scandalosa sentenza a sorpresa, il tribunale speciale slovacco di Pezinok ha assolto l’oligarca Márian Kocner dall’accusa di essere stato il mandante dell’assassinio del giovane coraggioso giornalista investigativo Ján Kuciak e della sua compagna Martina Kusnirová. Il verdetto contraddice le stesse testimonianze dei rei confessi e le prove pubblicate dai media.

Solo i killer per non toccare la politica

Non sono bastati altri rei confessi, pentiti, secondo cui il miliardario criminale che sosteneva l’allora capo del governo aveva ingaggiato i killer pagandoli tra i 35mila e i 40mila euro per assassinare quel reporter scomodo. «Kocner e la Zsuzsova sono stati subito rilasciati -commenta Andrea Tarquini su Repubblica-. Si conclude cosí una tragica storia criminale che aveva scosso la Slovacchia, il resto dell’Unione europea e il mondo intero».

Jàn Kuciak e la ‘ndrangheta

Da anni il giovane Ján Kuciak, giornalista investigativo del giornale online Aktuality.sk, indagava e pubblicava notizie sull´oligarca Márian Kocner, vicino all’allora premier socialista-sovranista e autocratico Robert Fico. «Kocner era sospettato e accusato con prove da Ján di malversazione di fondi dell’Unione europea, frode ed evasione fiscale, oscuri contatti con cosiddetti uomini d´affari italiani presumibilmente legati alla Ndrangheta». Kocner era sospettato anche di legami con i criminali che fecero assassinare a Malta la giornalista Daphne Caruana Galizia.

Complicità eccellenti

Peter Toth, un ex agente dei servizi segreti, su ordine di Kocner e da lui pagato aveva cominciato a pedinare e sorvegliare Ján Kuciak in ogni modo. Il capo della polizia Tibor Gaspar aveva messo a disposizione dossier personali sul giovane giornalista. «Il 21 febbraio 2018 il peggio. Ján e la sua fidanzata Martina Kusnirovà erano a casa loro a Vel´ka Maca, un paesino presso Trnava. Bussò qualcuno alla porta. Era Miroslav Marcek, ex soldato esperto nell’uso di armi di precisione, portato là in auto dal cugino Tomas Szabo e armato con una pistola automatica. Ján aprí la porta, fu freddato da Marcek con colpi sparati a bruciapelo alla testa e al cuore. Martina era sotto la doccia, sentì i colpi e le urla di Ján, accorse e fu assassinata anch’essa».

Il premier sovranista costretto alle dimissioni

Il duplice omicidio scatenò immediate proteste di piazza, della società civile, e dei media liberi. E il premier Robert Fico accusato di complicità si vide costretto alle dimissioni e fu sostituito da un suo uomo di fiducia, Peter Pellegrini. La polizia e la magistratura messe alle strette dalla protesta indagarono in ogni direzione. Zuzana Caputova, avvocatessa anticorruzione amica di Ján, guidava il movimento, sarebbe poi diventata capo dello Stato eletta.

La potente ‘ndrina slovacca

Otto sospetti furono arrestati a settembre, con un pentito che rivelò come il complotto era stato ordito per ordine di Marian Kocner e dalla sua collaboratrice Alena Zsuzsová, decisi a far tacere per sempre Ján. «Kocner continuò a negare ogni colpa fino all’ultimo, ora la giustizia con questa sentenza ritenuta scandalosa lo ha assolto. Polemiche e scontri politici sono destinati a continuare, la protesta della società civile non potrà che risvegliarsi».

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