
«È preoccupato Benjamin Harnwell, sempre più assediato tra le mura della Certosa di Trisulti, dopo l’arresto del suo mentore Steve Bannon, il leader suprematista-sovranista», ci informa Paola Rolletta dalla pagine del Manifesto. Preoccupato a ragione Harnwell, legale rappresentante della bannoniana ‘Dignitatis Humanae Institute’, l’associazione fondamentalista cattolica vincitrice del bando ministeriale nel 2016, che è stato (anche lui) chiamato a rispondere davanti ai magistrati di due reati penali, falso e turbativa di gara, e a difendersi dall’accusa, della Corte dei conti, di danno erariale per non aver corrisposto il canone annuale promesso per l’uso della Certosa. Ma lui difende Bannon per cercare di salvare se stesso. «Certo – ammette – si tratta di un duro colpo per la sua reputazione, ma sono fermamente convinto della sua innocenza». Atto di fede, speranza, ma poca carità. «È evidente che ci troviamo davanti a una montatura, a un attacco politico, come quello sferrato a me dalla sinistra in Italia. Ci vogliono far perdere tempo, soldi e energie per rispondere in tribunale delle nostre idee politiche».
Perseguitato non solo Bannon, ma anche il suo ‘messo’ in terra ciociara. Le sue gatte giudiziarie da pelare, lamentando il silenzio, la mancata solidarietà dei sue affiliati sovranisti italiani di punta, Giorgia Meloni e Matteo Salvini i corifei italiani. «L’aggiudicazione della gara per la gestione della Certosa, splendido e prestigioso complesso abbaziale nel cuore dei monti Ernici a 70 chilometri da Roma, voluta dal ministero dei Beni culturali, dopo l’abbandono dei monaci cistercensi di Casamari, gli ha portato finora solo guai e rischia di trasformarsi in una vittoria di Pirro». Sentenza del Tar a loro favore, ma ricorso al Consiglio Stato sull’annullamento della concessione chiesta dal Ministero, convinto da molte e circostanziate denunce giornalistiche a tornare sui suoi passi per le numerose irregolarità emerse nella documentazione inviata alla commissione giudicatrice. E qui scatta il penale, come per Steve Bannon.
In attesa di quello che avverrà, la Certosa, dopo la conclusione del lockdown – ci informa Paolo Rolletta- è stata riaperta per le visite guidate ed è tornata ad accogliere i turisti che, a 5 euro a biglietto, visitano anche adesso le bellezze mozzafiato di questo patrimonio dello Stato italiano, ma ad incasso privato. Una mano l’avrebbe data il vicesindaco di Collepardo che, «in barba alle vicende giudiziarie e ai sempre più scoperti disegni politici che si giocano a Trisulti, ha pensato bene di armarsi di tagliaerba e ramazza, per dare presentabilità al luogo, facendo le veci di Mr. Benjamin Harnwell, «Beniamino», come tutti chiamano familiarmente in zona l’allievo di Bannon, che sull’argomento della manutenzione sorvola preferendo ricordare la sua passione per lo studio del greco antico e dell’ebraico nel quale dice di essersi immerso».
«Non hanno pagato il biglietto, invece, i sei frati francescani dell’Immacolata che, domenica scorsa, hanno celebrato la messa, con il rito tridentino nella cappella della Certosa, autorizzati da Harnwell senza interpellare il vescovo locale, l’unica autorità religiosa che ha il potere di consentire la celebrazione della Messa nella diocesi». Celebrazione in latino e sfida anti papa Francesco (e non solo) di cui la ‘Dignitatis Humanae Institute’ far crescere nell’antica abbazia. «Si tratta, infatti, di frati fuoriusciti dall’Istituto dei Frati francescani della Immacolata, una congregazione commissariata dal 2013 sulla quale pesano inchieste per scandali finanziari, pratiche di scarsa ortodossia e legami con gruppi di tradizionalisti cattolici, gli stessi che assediano la Chiesa di Francesco. Il cardinale Raymond Leo Burke è stato ospite assiduo della congregazione fondata a Frigento, Avellino, così come il cardinale Walter Bradmuller».
Il cardinale Burke, oltre ad essere uno dei principali esponenti dell’ala ultraconservatrice della Chiesa, è anche uno dei principali oppositori dell’attuale pontefice. «Nel 2016 è stato uno dei quattro cardinali che hanno firmato i Dubia, il documento in cui viene contestata la decisione del papa sulla legittimità della comunione per le coppie divorziate e risposate. Insieme al cardinale tedesco Walter Brandmüller ha scritto una lettera aperta ai presidenti degli episcopati in occasione del convegno sulla pedofilia, criticando la scelta di papa Francesco di concentrare il dibattito solo sulla pedofilia e non sull’omosessualità presente nella Chiesa. Non sono da dimenticare, infine, gli attacchi frontali contro papa Bergoglio anche in occasione del Sinodo dell’Amazzonia, considerato ‘eretico’».
Nessun politico della destra di casa ha rilasciato commenti sulla vicenda Trisulti. Eppure gli spunti erano molti. Uno, sfuggito ai più, l’arresto di Bannon sullo yacht del dissidente miliardario cinese Guo Wengui. E se guardi bene scopri che il buon amico di cinese di Bannon è lo stesso personaggio che, a poche settimane dalla scadenza dell’Accordo provvisorio Sino-Vaticano del 21 settembre, ha accusato la Santa Sede di prendere tangenti da Pechino. Ma ora, sia Bannon che l’Abbazia di Trisulti sono diventati elementi scomodi. In tanti a credere al sogno della ‘internazionale sovranista-suprematista’, pochi oggi a ricordarlo, e tutti prendono le distanze da Trisulti o restano in silenzio. «Forse perché è diventata il crocevia della strategia di fuochi incrociati dall’interno e dall’esterno delle mura vaticane, malgrado la dubbia caratura del personaggio al quale lo Stato italiano l’ha, sciattamente, consegnata».