
«Una pace segnata, tre anni e mezzo fa, dalla nascita in sordina della “Nato araba”, alleanza militare in chiave anti-Iran tra Egitto, Giordania, Arabia saudita ed Emirati», annota sempre Chiara Cruciati da New York. E l’annuncio, lo scorso dicembre, della partecipazione israeliana all’Expo 2020 di Dubai. Lo scorso maggio: per la prima volta un volo della compagnia emiratina Etihad atterrava all’aeroporto Ben Gurion con a bordo aiuti anti-Covid per i palestinesi, a cercare consenso anche in casa arabo israeliana. A giugno l’accordo tra due imprese israeliane e l’emiratina Group24 nello sviluppo di tecnologie anti-Covid.
Meno enfasi e un po’ più di sostanza da parte del principe ereditario e ministro della Difesa Mohammed bin Zayed sui contenuti ufficiali dell’intesa definita, «Accordi di Abramo», e qui l’enfasi si fa biblica a dirci della «piena normalizzazione dei rapporti». Nelle prossime settimane le delegazioni israeliana ed emiratina si incontreranno per firmare accordi su investimenti, turismo, voli aerei, sicurezza, telecomunicazioni, energia e salute e per lo scambio di rappresentanze diplomatiche (per ora, secondo al-Arabiya, Abu Dhabi non aprirà l’ambasciata a Gerusalemme, ma a Tel Aviv).
«In base all’intesa raggiunta, dicono fonti della Casa bianca smentite in serata da Netanyahu, il governo di Tel Aviv accetta di sospendere temporaneamente l’estensione della sovranità su circa il 30% di Cisgiordania occupata, ovvero i grandi blocchi di colonie e la Valle del Giordano». E molte cose segrete ora si spiegano. Il rinvio da parte di Netanyhau dell’annessione della Cisgiordania originariamente prevista per il primo luglio, ad esempio.
«Una vittoria per tutti: per Trump in chiara difficoltà tra epidemia e recessione; per Netanyahu che mai aveva visto manifestazioni di fronte alla sua residenza con centinaia di israeliani furiosi per la gestione dell’emergenza sanitaria; e per gli emiratini, primi nel Golfo a fare la pace con Israele e intenzionati a mostrarsi come i ‘moderati’ del gruppo, nonostante siano impegnati a infiammare sanguinose guerre dallo Yemen alla Libia». Se l’accordo prevede il congelamento dell’annessione, la normalizzazione israelo-sunnita sulla scia del cosiddetto Accordo del Secolo trumpiano che prevede una pace con il mondo arabo a danno anche delle più moderate aspirazioni palestinesi.
Hanan Ashrawi, del Comitato esecutivo dell’Olp: «Israele viene premiato per non dichiarare apertamente cosa sta facendo illegalmente alla Palestina dall’inizio dell’occupazione. Vi auguro di non vivere mai l’agonia di essere ostaggi sotto occupazione e di essere svenduti dai vostri ‘amici’».
§§§