
Il 10 giugno, nel corso dell’operazione NATO di sorveglianza marittima Sea Guardian, una nave militare turca ha effettuato il puntamento del suo radar di tiro contro un’unità militare francese. Un’azione provocatoria e aggressiva che ha scatenato le proteste formali di Parigi e il ritiro temporaneo francese dall’operazione NATO a partire dal 1° luglio, ma che avrebbe potuto innescare reazioni e controreazioni ben più gravi. Il Segretario Generale Nato ha comunicato che le Autorità militari alleate sono state incaricate di approfondire gli accertamenti sui fatti.
A fine luglio, sulla base dell’accordo sottoscritto con la Libia di al-Serraj sulla delimitazione dei confini delle rispettive Zone Economiche Esclusive marittime, Ankara ha poi avviato operazioni di ricerca di petrolio e gas naturale al largo di Kastellorizzo, isola greca a soli tre chilometri dalle coste turche. Va sottolineato che l’accordo in questione è considerato illegale sia da parte dell’Unione Europea che da parte degli Stati Uniti e ha fatto sollevare dubbi e perplessità di ordine giuridico ed economico da parte di molti altri paesi rivieraschi.
Ciò nonostante Ankara ha deciso di avviare un’attività, cui hanno partecipato ben 17 navi militari più una nave per ricerche idrografiche, che è vista come grave minaccia alla sovranità nazionale greca su quel tratto di mare.
Alle proteste diplomatiche sono seguite azioni concrete, con l’invio di navi militari greche nell’Egeo meridionale e sud-orientale e l’elevazione dello stato di allerta per le forze armate greche, alcuni reparti delle quali sono stati mobilitati. La tensione è temporaneamente diminuita a seguito dello svolgimento nelle acque dell’Egeo di un’esercitazione congiunta delle navi militari greche con il gruppo navale statunitense della portaerei Eisenhower, evento che ha suggerito alla Turchia di concludere le ricerche in anticipo sui tempi dichiarati.
Appena gli USA si sono allontanati dall’Egeo, tuttavia, Ankara ha diramato un nuovo avviso per la stessa area di Kastellorizzo, per una nuova campagna di ricerche di fonti energetiche, previste fino al 23 agosto, attività svolta congiuntamente a un’esercitazione navale nell’area a sud est delle isole di Kastellorizzo e Rodi. Atene ha immediatamente sollecitato la convocazione urgente di una riunione dell’Unione Europea, e Bruxelles ha “prontamente” risposto che sarebbe stata convocata per … il 27-28 agosto.
Una situazione in preoccupante deterioramento che ha suggerito alla Francia di rafforzare la propria presenza militare nell’area del Mediterraneo orientale, ufficialmente per sollecitare la Turchia a una politica meno muscolare e più ispirata al dialogo. Una decisione, quella francese, che ha un elevato significato geopolitico e propone la Francia come principale interlocutore e mediatore delle parti.
E mentre sulle acque dell’Egeo si sta giocando una partita i cui esiti avranno importanti implicazioni sull’affermazione del diritto internazionale, la nostra politica estera e i nostri vertici politici e militari della Difesa continuano a risultare ‘distratti’ in un teatro, quale quello Mediterraneo, che ha sempre rappresentato la nostra principale direttrice di attenzione politica.
Il ritorno all’Italia ‘Portaerei naturale’ sul Mediterraneo, di quando le vere portaerei non le avevamo, e gli F-35 a decollo verticale, quelli da portaerei vere, assegnati all’ aviazione che li farà decollare da terra, ‘piste corte’ e giustificazione anche meno, mentre la Francia muove la sua imponente Charles De Gaulle nucleare a navigare in quelle acque turbolente.