
Harris, 55 anni, è la prima donna nera a essere nominata in un ticket per la Casa Bianca. Pragmatica e moderata, la senatrice della California è stata considerata la scelta più sicura dalla campagna di Biden per la vicepresidenza. La scelta di Biden arriva dopo una ricerca condotta col massimo della segretezza, con molti dei donatori e dei consiglieri della campagna elettorale tenuti all’oscuro, sottolinea la Cnn. Biden e Harris accetteranno formalmente le loro nomination la prossima settimana, durante la convention democratica.
Com’è noto l’ex vice di Obama, dopo aver ottenuto l’investitura del partito democratico, aveva detto a chiari termini di puntare su una donna, preferibilmente afroamericana.
La lentezza della scelta ha pure suscitato polemiche, e i repubblicani ne hanno approfittato per accusare Biden di indecisione poco adatta a un presidente, e per usare a più non posso il nomignolo di “sleepy Joe” che Trump gli ha affibbiato.
La lentezza è in parte spiegata dal gran numero delle possibili candidate, giacché i giornali ne hanno contate ben 12. Biden ha comunque insistito sulla necessità di un vice donna e appartenente alle minoranze etniche. E, in effetti, nessuna candidatura maschile è stata presa in considerazione.
Fonti attendibili ora indicano che la prescelta sarà Kamala Harris, senatrice della California e già procuratrice generale in quello Stato. Avendo 56 anni è piuttosto giovane, soprattutto considerando che i due candidati alla presidenza, Trump e Biden, sono invece anziani e ultrasettantenni.
La Harris, che gode di una certa notorietà a livello nazionale, non è però afroamericana. Il padre ha origini giamaicane e la madre origini indiane. Si è comunque sempre battuta a favore della comunità nera.
Appartiene alla sinistra del partito ma non all’ala più radicale, pur essendo su posizioni di sinistra più marcata rispetto a Biden. Si era pure candidata alle elezioni presidenziali per poi ritirarsi piuttosto in fretta a causa degli scarsi risultati ottenuti e dei costi della campagna per lei proibitivi.
Dopo il ritiro ha subito appoggiato Biden con convinzione affiancandolo spesso in comizi e dibattiti, tutti virtuali per via della pandemia che negli Stati Uniti è dilagante.
Tra i due i rapporti personali sono ottimi e Biden ha sempre avuto per lei parole di stima, peraltro ricambiate. Unico neo un acceso battibecco durante un dibattito a causa di presunte relazioni amichevoli che Biden avrebbe intrattenuto in passato con alcuni senatori in odore di segregazionismo.
I suoi avversari fanno notare che non si è mai scusata per quell’episodio, ma Biden non ha attribuito importanza all’incidente, preferendo trattarlo come indice di un carattere forte.
Se la notizia dovesse essere confermata, il ticket democratico si presenterebbe piuttosto bene davanti all’elettorato, e sarebbe in grado di sfidare apertamente il ticket repubblicano Trump-Pence già in corsa da tempo.
Occorre solo appurare se gli afroamericani sono soddisfatti della scelta, visto che in precedenza sembrava pressoché sicuro che sarebbe stata una loro esponente ad affiancare il candidato democratico. Inoltre la Harris potrebbe essere considerata troppo “moderata” dagli elettori che nelle primarie avevano puntato su Bernie Sanders.
Biden può comunque vantarsi di aver riportato le donne al centro della scena dopo l’imprevista sconfitta di Hillary Clinton nelle ultime elezioni.
E, in caso di successo, Kamala Harris sarebbe la prima vice-presidente donna degli Stati Uniti.
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