Linkevičius ha rivelato che, lunedì, Svetlana Tikhanovskaya era stata messa in stato di fermo per sette ore in Bielorussia senza specificare per quale motivo né da chi. Più tardi in giornata i responsabili della sua campagna elettorale avevano fatto sapere che la candidata presidenziale era «al sicuro», ma non avevano specificato dove.
Secondo Olga Kovalkova, una rappresentante della dissidente ripresa dall’agenzia Interfax, Tikhanovskaya non ha deciso liberamente di lasciare la Bielorussia: «Non aveva altra scelta, le autorità della Bielorussia l’hanno portata fuori dal Paese», ha dichiarato.
Al Guardian, il ministro degli Esteri lituano ha confermato tale stato di cose: «Non era sua intenzione, credo, lasciare la Bielorussia, ma era l’unica opzione che avesse, credo», ha affermato Linkevičius. Quando è stata fermata, Tikhanovskaya stava depositando un reclamo per frode elettorale, ha precisato.
Nelle settimane scorse, Tikhanovskaya si era delineata come la principale rivale del presidente uscente Alexander Lukashenko, considerato “l’ultimo dittatore d’Europa” e al potere ininterrottamente dal 1994. In seguito alle elezioni presidenziali di domenica, quest’ultimo ha dichiarato la propria vittoria con l’80% dei voti contro il 9,9% di Tikhanovskaya, ma la candidata ha contestato da subito il risultato denunciando brogli diffusi.
Sciopero generale – Intanto, è stato annunciato uno sciopero generale a tempo indeterminato in tutte le imprese bielorusse a partire da oggi, 11 agosto. Come riferisce l’Ats, a riportarlo è la testata russa Current Time, che cita il canale Telegram bielorusso Nexta. L’obiettivo è «il riconoscimento di Svetlana Tikhanovskaya come nuova presidente, il rilascio di tutti i prigionieri politici e nuove elezioni eque».
Oltre 3.000 persone che contestavano i risultati elettorali sono state arrestate nel corso delle ultime ore in Bielorussia mentre, dalla scorsa notte, la candidata Svetlana Tichanovskaya è al sicuro (almeno si spera) in Lituania.