Il suono dell’ascolto e l’abitare di una comunità

Le campane spezzano il silenzio. Delicato il suono dei rintocchi, gentile il silenzio lo accoglie come fosse la cosa più naturale e giusta. Che poi di silenzio fatto di armonia, voci e suoni, si tratta. Di una forma di silenzio attivo, dove la vita scorre, le persone si sorridono all’incontro, qualcuno chiede all’altro: come va? Qui siamo sulla Francigena che attraversando San Quirico si chiama via Dante Alighieri.

Un borgo, una comunità che si costruisce giorno dopo giorno. Nel portare avanti con gentilezza e cura il senso civico dell’abitare, quel modo politico che determina le scelte e costruisce il terreno fertile della conoscenza, l’arte magica che mette in connessione sapienza antica e sapere innovativo, tradizioni che per tramandarsi devono essere rigenerate dal presente. Costantemente. Altrimenti cadono come rami secchi senza linfa. E quando cadono vuol dire che lo spirito del luogo cede il passo al conformismo mediatico e urbano, alla travolgente piena di attitudini cittadine, a quella modalità di occupazione di spazi vuoti, di soppressione di silenzio e significati, senza rispetto per le differenze, per la bellezza semplice. 

Il valore del vicinato è ricchezza. A proposito di miracoli, parliamo di musica. Venerdì sera ha suonato sulla strada, per la gioia di tutti noi, Ania Filochowska. Una giovane donna, grandissima e soave. Con il suo violino ha fatto riecheggiare Bach e poi Paganini e poi Morricone. E a sostenere il concerto, nel cuore di Vald’O, ci sono stati i vicini lato Nord e lato Sud, Debora col suo negozio di moda ed Emanuela e Franco del forno. Poi Dominique il fotografo francese valdorciano, Bruno che suggerisce libri ai viandanti, Cristina con il suo agriturismo ed Elena che fa vino dell’Orcia. Comunità, dicevamo.  

Al calare del sole le note del Capriccio numero 9 salivano al cielo. Con la strada, che avvolta da quel suono sublime restava in silenzio. Anche i bambini di passaggio coglievano la differenza e restavano in ascolto. Un miracolo. Necessario, nell’epoca della devastazione, della perdita di coscienza e di attenzione, dove tutto sembra uguale: ogni posto, ogni cibo, ogni azione. Dove il conformismo detta regole e piega forme diverse e magnifiche alla sua influenza e misura. 

Questo piccolo borgo ha la forza dell’autenticità. L’originale è qui. Dimenticarlo è un peccato. L’abitare, politico e poetico, è fatto cose semplici, di strade, di ascolto. Di silenzi che generano l’ascolto, di diversità e attenzione. Non è una volta per sempre e neanche una furia di social a stordire i pensieri. Qui da noi le buone abitudini sono di casa (l’ho letto da qualche parte) e il valore è l’autenticità, che in questi tempi di spettacolarizzazione e falsificazione di ogni sentimento, è cosa rara. Da proteggere, nell’azione. 

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