
1, Danial Kassrae, 29enne iraniano (l’Albania lo chiama insistentemente ‘italo iraniano), strano reporter in Italia con qualche curiosità di troppo in Albania. «Danial la scorsa settimana è stato espulso dall’Albania con l’accusa di aver condotto attività di spionaggio per conto del ministero dell’Intelligence iraniano (Mois)», e non è accusa da poco.
2: Nel mirino di Kassrae, il ‘Mujahedeen-e-Khalq’ (Mek), uno dei più importanti e controversi gruppi iraniani d’opposizione co base a Manza, vicino Durazzo. Il centro che ospita più di 4mila mujaheddin in gran parte provenienti dall’Iraq che vivono lì quasi in completo isolamento.
3. Agente provocatore. Secondo la stampa albanese lo 007 iraniano avrebbe raccolto informazioni e cercato di contattare e reclutare membri del ‘Mujahedeen-e-Khalq’. «Scopo dell’operazione: condurre una campagna di demonizzazione sul controverso gruppo iraniano e facilitare l’organizzazione di attentati terroristici. Secondo le ricostruzioni sui giornali locali, caccia ai complici dell’agente iraniano».
4. Pericoloso in Albania libero in Italia? «Per l’intelligence albanese Kassrae è una persona pericolosa, una minaccia alla sicurezza nazionale. E così il 22 luglio il ministro degli Interni albanese Sander Lleshaj ha dichiarato l’iraniano persona non grata e firmato un ordine di espulsione con cui a Kassrae è stato interdetto l’ingresso in Albania per i prossimi 15 anni».
5. La spia ‘profugo’. Danial Kassrae risulta essere stato prima condotto nel campo profughi di Karec a Vlora (Vallona). Campo profughi e non galera per una presunta spia? Il 23 luglio messo su un aereo della Blue Panorama, destinazione Roma. La spia pericolosa rispedita da dove era arrivato senza manette e scorta e forse senza sbirri e spie italiani andati a prenderselo?
Kassrae ha la cittadinanza italiana, almeno così dice il passaporto con cui è entrato in Albania. Secondo il Consiglio nazionale della resistenza iraniana che l’attenta Briganti ha contattato, «Kassrae sarebbe stato precedentemente impiegato come reporter dalla televisione statale iraniana Press TV a Roma», e sarebbe stato lo stesso Mois (il servizio segreto Iraniano) a inviarlo in Albania dove erano stati accolti gli ultimi gruppi del ‘Mujahedeen-e-Khalq’ dall’Iraq.
«Il nome dello 007 iraniano non era sconosciuto alle autorità albanesi che da tempo indagavano su una rete terroristica gestita dal regime iraniano e dalle forze Quds, le unità speciali delle guardie rivoluzionarie iraniane», scrive il Manifesto. «Ma Kassrae doveva essere noto presumibilmente anche alle autorità italiane dalle quali non è giunta finora alcuna reazione ufficiale».
Un aspetto su cui insistere e lo faremo tra poco (la spia spiata o Forte Braschi chiuso per ferie).
Difficile valutare l’attendibilità del suo ingaggio come giornalista a Roma: «Kassrae era solito presentarsi in veste di reporter, di poliziotto, persino di collaboratore nei call center. Quel che è certo è che la notizia, apparsa per prima sui media albanesi e poi rimbalzata su quelli internazionali, è passata sotto traccia proprio in Italia, Paese in cui Kassrae è atterrato». Altro aspetto sui cui tornare.
Negli ultimi anni le autorità albanesi hanno espulso decine di cittadini iraniani sospettati di spionaggio. Questo gennaio è toccato a due presunti diplomatici di medio livello che risultavano in contatto con l’ex leader delle forze Quds, il generale Qasem Suleiman, ucciso dagli Stati Uniti a Baghdad il 3 gennaio. Nel dicembre 2018, l’Albania aveva espulso addirittura l’ambasciatore iraniano a Tirana e un altro diplomatico al seguito.
La vicenda emerge in Italia via stampa albanese grazie al Manifesto, a sorprendere, sembrerebbe, persino un po’ di strutture di sicurezza italiane stranamente distratte. O c’è dell’altro che a noi comuni mortali dev’essere nascosto. Noi qualche domandina proviamo comunque a porla.