Altrimenti gli afro-americani non sarebbero un terzo dei 2,2 milioni di detenuti qui negli Stati Uniti pur essendo il 13% della popolazione.
Altrimenti i poliziotti dell’Alabama non avrebbero provocato una frattura al cranio di John Lewis sul ponte Edmund Pettus a Selma, nel “Bloody Sunday” del 1965.
Su quel ponte Lewis è passato di nuovo, per l’ultima volta, anche domenica scorsa. A bordo di una carrozza dalle ruote scarlatte trainata da cavalli neri.
E i “troopers” dell’Alabama, stavolta, lo hanno salutato rendendogli onore.
Davanti alla sua salma sfilano in tanti anche all’interno del Congresso. Compreso il leader dei conservatori al Senato. Che da 234 giorni tiene sulla sua scrivania la legge sul diritto di voto voluta da Lewis.
La sostengono 48 senatori. Ma il massimo esponente repubblicano – che controlla 51 senatori – non cede. E blocca la proposta legislativa.
Non se ne discute: lui non la discute.
Però era almeno presente sotto la grande cupola del Congresso insieme agli altri leader politici, in un omaggio per una volta bypartisan.
Non era mai accaduto prima che un congressman afro-americano ricevesse l’omaggio solenne nel Capitol.
Tutti hanno reso il loro tributo a Lewis. Che con Martin Luther King partecipò alla famosa marcia su Washington. A Washington, poi, ha proseguito quella battaglia dall’interno delle istituzioni.
Per rimanerci 36 anni come deputato. “La Coscienza del Congresso”, lo chiamavano.
“Volevo esserci, oggi è un momento storico” mi disse in un breve scambio di battute uscendo dall’aula della Camera dopo aver pronunciato uno dei suoi ultimi discorsi lo scorso dicembre, durante il dibattito sull’impeachment dell’attuale presidente. In quell’appassionato intervento – quando la malattia aveva già iniziato a eroderlo – disse:
“I nostri figli e i nostri nipoti ci chiederanno: tu cosa hai fatto? Per qualcuno questo voto è difficile. Ma noi abbiamo una missione e un obbligo: stare dalla parte giusta della storia”. Votò per l’impeachment dell’attuale presidente.
Al quale ieri alla Casa Bianca un cronista ha chiesto: “Lei andrà a rendere omaggio a Lewis?”
“No. Non ci andrò. No”, ha risposto l’attuale presidente.
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