
Decine di migliaia di dimostranti hanno organizzato una marcia di protesta ieri sera, rivendicando la libertà di stampa, definita in grave pericolo. I guai dell’organo indipendente, uno dei pochi rimasti nel Paese, sono cominciati quando un imprenditore vicino al premier nazionalpopulista ha acquistato una partecipazione del 50% nelle società editrice. «La nostra voce indipendente è in pericolo, rischiamo la chiusura», aveva scritto allora il direttore Szabolcs Dull, licenziato due giorni fa. Infatti.
Come ricorda l’agenzia Ansa, era già accaduto. Il più grande giornale ungherese, Nepszabadsag è stato chiuso nel 2016, dopo essere stato acquistato dall’oligarca più favorito da Orban. Index negli anni passati ha pubblicato innumerevoli articoli di giornalismo investigativo, smascherando scandali del governo. Dal 2010, il governo di Viktor Orban ha sistematicamente trasformato i media pubblici in organi di propaganda governativa, ed ha fatto tacere gli organi indipendenti. (ANSA).
Szabolcs Dull, una grande firma di quel pezzo problematico di Europa, direttore del sito impiccione Index.hu’, è stato licenziato dall’oligarca Miklos Vaszily, amico del premier. Oltre 70 giornalisti, la quasi totalità della redazione, si sono dimessi per protesta. Manifestazioni davanti all’ufficio del premier, in pieno centro di Budapest. Il caso Index e la situazione insostenibile per la libertà di che attraverso gli oligarchi alleati del premier controlla la maggioranza dei media tramite una fondazione, hanno chiuso quelli più critici e addomesticato gli altri alla fedeltà al regime.
Index.hu aveva denunciato le campagne nazionaliste, le leggi autoritarie, la corruzione e i legami oscuri con Russia, Turchia, Cina, Azerbaijan. Ultima voce critica rimasta, chi sa per quanto, la voce del settimanale economico e di politica internazionale Héti Világgázdaság, Hvg, voce critica persino sotto la dittatura comunista prima del 1989. L’altra grande testata critica, il Népszabadság (ex organo ufficiale del partito comunista gorbacioviano prima del 1989, poi divenuto giornale liberal) è stato acquistato dagli oligarchi, che con le loro fondazioni controllano quasi tutti i media, ed è stato chiuso nel 2016.
E al momento nessun governo di un Paese democratico ha ancora espresso critiche per il colpo mortale contro Index.hu.