
Appare appena il caso di fornire , seppure in estrema sintesi, un discorso introduttivo generale sull’ Islam Politico che è spesso fonte di confusione. Va ricordato che, in generale, l’ Islam è forse più una ideologia che solo una religione e che vede un connubio fra Diin wa Siyasa ( Fede e Politica) interpretabile in maniera più o meno intensa e quindi “radicale”.
Il riferimento generalizzato al concetto di un “ Islam politico turco” va assumendo varie declinazioni fino a quella, molta estensiva, proposta recentemente da Al-Arabiyya, che si riporta: un “Erdogan’s project” concentrato su un “Turkish led religious nationalist pan-Islamist global movement” con attitudine “antithetical to the West”. Va anche detto che molti atteggiamenti di Erdogan contribuiscono purtroppo a deviare l’attenzione più su aspetti teatrali e di notevole impatto retorico (es. brandire il Corano ovvero ricorrere a frequenti citazioni coraniche o di frasi attribuite al Profeta) che ai reali riferimenti islamico-politologici. Qui si cercherà di approfondire questi ultimi partendo dal sufismo politico che, come vedremo, ha una notevole quanto poco nota valenza proprio sull’Islam Politico Turco.
La Naqshbandiyya è una importante tariqa (confraternita) Sufi molto presente da secoli dai Balcani all’Asia Centrale. Va detto che il Sufismo, nato già nei primi secoli dell’Islam, si articola su varie tariqa che troviamo in tutto l’Ecumene Islamico, esso è noto in Occidente soprattutto per le pratiche mistiche o per le folcloristiche danze, ma in realtà recenti studi hanno confermato le notevoli e poco conosciute valenze politiche che il sufismo ha espresso negli ultimi secoli. Basti ricordare le azioni politico-militari della tariqa Senussiyya in Libia contro la colonizzazione italiana e le azioni della tariqa Qadariyya nell’ Africa Occidentale in cui si è avuto uno dei primi esempi di Stato Islamico dell’età moderna già nel XIX secolo (e quindi ben prima dell’ISIS).
La Naqshbandiyya è una della maggiori tariqa contemporanee ed ha avuto notevole rilevanza durante l’Impero Ottomano, quasi tutti i sultani ottomani erano affiliati alla Naqshbandiyya. Essa si è inoltre caratterizzata, e qui vediamo un primo elemento di notevole interesse, per aver sempre attribuito una chiara priorità alla Shari’a rispetto alle pratiche mistiche e ciò diversamente da altre tariqa, essa è quindi una delle tariqa sufi non osteggiate dall’Islam Radicale. La Naqshbandiyya è stata oggetto, come le altre organizzazioni islamiche, di lotta da parte di Kemal Ataturk che nel 1925 arrivò a sciogliere tutte le istituzioni islamiche in Turchia. La Naqshbandiyya è però sopravvissuta a tale soppressione fino a riemergere negli anni Cinquanta in virtù di un riorientamento, probabilmente sponsorizzato dagli USA, delle istituzioni islamiche turche in funzione antisovietica ed anticomunista. Negli ultimi decenni essa si è quindi rivelata grande forza culturale e socio-politica in Turchia.
Necip Fazil Kisakurek (1904 – 1983) è uno dei principali intellettuali turchi contemporanei, definito “icona dell’Islamismo turco”, aderente alla Naqshbandiyya ed è ritenuto da varie fonti uno dei principali “influencers” di gran parte dell’ attuale elitè politica turca, in particolare di Erdogan. Circa l’influenza della Naqshbandiyya ed in particolare di NFK su Erdogan concordano varie fonti. Un titolo di un brano di World Affairs del 2013 è molto esplicito: “Erdogan’s Muse. The School of Necip Fazil Kisakurek”. Risulta inoltre che lo stesso Erdogan abbia definito gli scritti di NFK “guida per se stesso e le future generazioni” ed affermato che essi abbiano contribuito “to make sense of history and present”.
C’è un aneddoto significativo nella vita di NFK del 1965 in cui egli definisce la decisione di Ataturk di trasformare Hagia Sophia in un museo quale “atto di indicibile autolesionismo” e ne chiede l’ immediata riconversione in moschea (cosa compiuta da Erdogan in questi giorni…). Autorevole conferma della rilevanza del pensiero politico di NFK viene poi dal leader tunisino Ghannouchi che lo definisce una delle figure chiave del movimento islamico contemporaneo e lo colloca allo stesso livello di Hasan al-Banna (egiziano, fondatore dei Fratelli Musulmani) e Sayyid Qutb (egiziano, morto nel 1966 per condanna a morte di Nasser, considerato il maitre-a-penser del jihadismo contemporaneo).
Non è facile sintetizzare il complesso pensiero di NFK in poche battute, anche perché non esistono traduzioni in lingue occidentali delle sue opere (e ciò conferma la scarsa attenzione analitica occidentale verso l’Islam Politico Turco), ma i suoi tratti essenziali sono:
Varie fonti enfatizzano poi il ruolo di M. Zahid Kotku (1897 – 1980) esponente della loggia Iskenderpasa sempre della Naqshbandiyya che sin dagli anni Cinquanta aveva avviato il processo di formazioni politiche islamiche turche; il suo pensiero è caratterizzato da posizioni anti-occidentali ed antisemitiche e contrario al processo di secolarizzazione avviato da Ataturk. L’Iskenderpasa ha avuto grande influenza sui leaders turchi Erbakan, Ozal e, secondo alcune fonti, anche Erdogan.
Altri elementi molto utili per il miglior understanding della politica di Erdogan sono:
Prima di chiudere va ricordato che la prima cerimonia religiosa dopo la riconversione di Hagia Sophia in moschea è stato il 24 luglio…non a caso anniversario del Trattato di Losanna del 1923 fra Turchia e Potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale e che sancì la definitiva contrazione dell’Impero Ottomano nella Turchia attuale, evento percepito sempre con molta “tristezza” nell’immaginario turco.