Erdogan e l’«islam politico turco» – La scarsa attenzione analitica dell’occidente

In queste ultime ore si torna a parlare diffusamente e con notevole enfasi mediatica del Presidente turco Erdogan, i motivi di tale rinnovato interesse sono molti: interventi in Libia, preoccupante crisi con la Grecia, ma soprattutto la recentissima decisione di riconvertire in moschea l’Hagia Sophia in Istanbul.

‘Neo ottomanesimo’ o ‘Islam in doppio petto’

Leggiamo spesso di riferimenti più o meno suggestivi verso un presunto “neo-ottomanesimo” ovvero ad un “Islam Politico Turco”. Oggi l’Avvenire parla di un Erdogan teso ad “attestarsi come leader della Fratellanza  musulmana” e guida di musulmani ma “ anche di quelli che risiedono nei territori della UE”. Appare quindi utile uno sforzo analitico che cerchi di investigare e capire le vere radici ideologiche di fondo dell’ “Islam Politico Turco” che, al di là di singole vicende di cronaca, è ormai diventato un tema con cui ci si  dovrà sempre più confrontare nel prossimo futuro  e che risulta nello stesso tempo  decisamente under-researched in tutto l’Occidente.

Islam più ideologia che religione

Appare appena il caso di fornire , seppure in estrema sintesi, un discorso introduttivo generale sull’ Islam Politico che è spesso fonte di confusione.  Va ricordato che, in generale, l’ Islam è forse più una ideologia che solo una religione e che vede un connubio fra Diin wa Siyasa ( Fede e Politica) interpretabile in maniera più o meno intensa e quindi “radicale”.

Le  possibili basi dell’ “islam politico turco” 

Il riferimento  generalizzato al concetto di un “ Islam politico turco” va assumendo varie declinazioni fino a quella, molta estensiva, proposta recentemente da Al-Arabiyya, che si riporta: un “Erdogan’s project” concentrato su un “Turkish led religious nationalist pan-Islamist global movement” con attitudine “antithetical to the West”. Va anche detto che  molti atteggiamenti di Erdogan contribuiscono purtroppo a deviare l’attenzione più su aspetti teatrali e di notevole impatto retorico (es. brandire il Corano ovvero  ricorrere a frequenti citazioni coraniche o di frasi attribuite al Profeta) che ai reali riferimenti islamico-politologici. Qui si cercherà di approfondire questi ultimi partendo dal sufismo politico che, come vedremo, ha una notevole quanto poco nota valenza proprio sull’Islam Politico Turco.

La Naqshbandiyya

La Naqshbandiyya è una importante tariqa (confraternita) Sufi molto presente da secoli dai Balcani all’Asia Centrale. Va detto che il Sufismo, nato già nei primi secoli dell’Islam, si articola su varie tariqa che troviamo in tutto l’Ecumene Islamico, esso è noto in Occidente soprattutto per le pratiche mistiche o per le folcloristiche danze, ma in realtà recenti studi hanno confermato le notevoli e poco conosciute valenze politiche che il sufismo ha espresso negli ultimi secoli. Basti ricordare le azioni politico-militari della tariqa Senussiyya in Libia contro la colonizzazione italiana e le azioni della tariqa Qadariyya nell’ Africa Occidentale in cui si è avuto uno dei primi esempi di Stato  Islamico dell’età moderna già nel XIX secolo (e quindi ben prima dell’ISIS).

Tariqa antisovietica

La Naqshbandiyya è una della maggiori tariqa contemporanee ed ha avuto notevole rilevanza durante l’Impero Ottomano, quasi tutti i sultani ottomani erano affiliati alla Naqshbandiyya. Essa si è inoltre caratterizzata, e qui vediamo un primo elemento di notevole interesse, per aver sempre attribuito una chiara priorità alla Shari’a rispetto alle pratiche mistiche e ciò diversamente da altre tariqa, essa è quindi una delle tariqa sufi non osteggiate dall’Islam Radicale. La Naqshbandiyya è stata oggetto, come le altre organizzazioni islamiche, di lotta da parte di Kemal Ataturk che nel 1925 arrivò a sciogliere tutte le istituzioni islamiche in Turchia. La Naqshbandiyya è però sopravvissuta a tale soppressione fino a riemergere negli anni Cinquanta in virtù di un riorientamento, probabilmente sponsorizzato dagli USA, delle istituzioni islamiche turche in funzione antisovietica ed anticomunista. Negli ultimi decenni essa si è quindi rivelata grande forza culturale e socio-politica in Turchia.

Pensiero politico di Kisakurek e influenza su Erdogan

Necip Fazil Kisakurek (1904 – 1983) è uno dei principali intellettuali turchi contemporanei, definito “icona dell’Islamismo turco”, aderente alla Naqshbandiyya ed è ritenuto da varie fonti uno dei principali “influencers” di gran parte dell’ attuale elitè politica turca, in particolare di Erdogan. Circa l’influenza della Naqshbandiyya ed in particolare di NFK su Erdogan concordano varie fonti. Un titolo di un brano di World Affairs del 2013 è molto esplicito: Erdogan’s Muse. The School of Necip Fazil Kisakurek”. Risulta inoltre che lo stesso Erdogan abbia definito gli scritti di NFK “guida per se stesso e le future generazioni” ed affermato che essi abbiano contribuito “to make sense of history and present”.

Hagia Sophia museo e Ataturk

C’è un aneddoto significativo nella vita di NFK del 1965 in cui egli definisce la decisione di Ataturk di trasformare Hagia Sophia in un museo quale “atto di indicibile autolesionismo” e ne chiede l’ immediata riconversione in moschea (cosa compiuta da Erdogan in questi giorni…). Autorevole conferma della rilevanza del pensiero politico di NFK viene poi dal leader tunisino Ghannouchi che lo definisce una delle figure chiave del movimento islamico contemporaneo e lo colloca allo stesso livello di Hasan al-Banna (egiziano, fondatore dei Fratelli  Musulmani) e Sayyid Qutb (egiziano, morto nel 1966 per condanna a morte di Nasser, considerato il maitre-a-penser del jihadismo contemporaneo).

Il pensiero di Necip Fazil Kisakurek

Non è facile sintetizzare il complesso pensiero di NFK in poche battute, anche perché non esistono traduzioni in lingue occidentali delle sue opere (e ciò conferma la scarsa attenzione analitica occidentale verso l’Islam Politico Turco), ma i suoi tratti essenziali sono:

  • Visione politica secondo cui le ideologie generate nell’Occidente (liberalismo, socialismo, fascismo) non potranno che confluire in un generale equilibrio di un Sistema Islamico basato sulla Shari’a, indotto da una rivoluzione islamica, e che agirà da “sintesi” delle ideologie occidentali,
  • Importanza del principio dell’ Hakimiyya (necessità del governo di Dio che nega ogni potestà legislativa all’ uomo, principio base del’Islam Politico Radicale e del pensiero del citato Qutb),
  • Teoria del Basyucelik, che di fatto prevede poteri molto estesi (che qualcuno definisce semi-dittatoriali) all’uomo eletto dal popolo (teoria molto simile al modello istituzionale voluto da Erdogan con la riforma del 2017).

Altri riferimenti utili per l’analisi dell’ Islam Politico Turco

Varie fonti enfatizzano poi il ruolo di M. Zahid Kotku (1897 – 1980) esponente della loggia Iskenderpasa sempre della Naqshbandiyya che sin dagli anni Cinquanta aveva avviato il processo di formazioni politiche islamiche turche; il suo pensiero è caratterizzato da posizioni anti-occidentali ed antisemitiche e contrario al processo di secolarizzazione avviato da Ataturk. L’Iskenderpasa ha avuto grande influenza sui leaders turchi  Erbakan, Ozal e, secondo alcune fonti, anche Erdogan.

Loggia Iskenderpasa e altro

Altri elementi molto utili per il miglior understanding della politica di Erdogan sono:

  • Il forte ruolo di supporto e “vicinanza” della Turchia, insieme al Qatar, per il movimento dei Fratelli Musulmani ( movimento islamico nato in Egitto negli anni Venti e che è ora presente in vari paesi e dal 2013 oggetto di rinnovata persecuzione in Egitto ed etichettato quale gruppo terroristico in alcuni paesi fra cui l’Egitto e la Siria), l’ idea di base di una islamizzazione dal basso della società propria dei FM  appare molto contigua alle visioni di  Erdogan,
  • L’enorme crescita voluta da  Erdogan per il Direttorato degli Affari Religiosi (Diyanet) vera struttura di controllo capillare dell’Islam (in particolare attraverso le moschee e la formazione e nomina degli imam); il Diyanet turco ha visto negli ultimi anni una enorme crescita del proprio budget ( arrivato a oltre 3 miliardi di Euro) e di personale ( oltre 100.000 dipendenti) arrivando a dimensioni e “pervasività” fra le  maggiori nel mondo islamico; parallelamente si è avuto negli ultimi anni una notevole crescita delle scuole religiose,
  • La funzione di gestione, seppure indiretta, di centinaia di moschee in Europa in particolare in  Germania, tale funzione è stata per anni associata anche ad una sorta di “delega” alla Turchia per la  formazione degli imam tedeschi ( su tale funzione sembra in atto un profondo ripensamento da parte delle Autorità tedesche),
  • La sussistenza in molte analisi sulla Turchia del riferimento all’ ideale panislamico (elemento centrale in molti dei teorici dell’Islam politico radicale, strettamente correlato alla  funzione califfale e purtroppo mutuato, con notevoli distorsioni interpretative, anche dal Jihadismo) e, seppure in misura minore, all’ ideale del panturchismo ( molto diffuso nei secoli scorsi, poi decisamente scemato con Ataturk ma che sembra mostrare segni di “rinascita”, ricordiamo che le etnie turche non sono solo quella residenti in Anatolia).

Conclusioni  possibili

Con queste brevi note non si è certo inteso dare risposte certe ed esaustive ad uno dei temi più drammaticamente  attuali e controversi, seppure ancora non ben apprezzato, della geopolitica contemporanea (Quali le basi teoriche dell’Islam  Politico Turco?), ma si è voluto fornire un contributo di conoscenza di alcuni elementi di notevole rilevanza ma purtroppo poco trattati dalle analisi geopolitiche occidentali. Se , in quale misura e declinazione essi influiranno concretamente sulle future scelte politico-strategiche turche non è possibile stabilire con certezza anche per la  notevole “flessibilità” e il pragmatismo sempre evidenziati da  Erdogan. E’ però fuori di dubbio che essi non possono più essere  ignorati sotto il profilo analitico per  essere poi adeguatamente coniugati con tutti gli altri elementi di analisi geopolitica.

Trattato di Losanna che cancellò l’Impero ottomano

Prima di chiudere va ricordato che la prima cerimonia religiosa dopo la riconversione di Hagia Sophia in moschea è stato il 24 luglionon a caso anniversario del Trattato di Losanna del 1923 fra Turchia e Potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale e che sancì la definitiva contrazione dell’Impero Ottomano nella Turchia attuale, evento percepito sempre con molta “tristezza” nell’immaginario turco.

Tags: islam
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