Bulgaria da settimane in piazza contro corruzione e arbitrio politico

Migliaia in piazza a Sofia davanti al Parlamento, e contro il governo cantano l’inno nazionale. Il premier conservatore Boyko Borissov, ha superato indenne la quinta mozione di sfiducia presentata dall’opposizione socialista, che accusa l’esecutivo di fallimento nella lotta alla corruzione dilagante nel Paese e di gravi complicità

La primavera di Sofia

A scatenare l’ondata di malcontento che porta da ormai quasi due settimane decine di migliaia di persone nelle piazze delle città bulgare è stato un video postato su Facebook, in cui si vede come un tratto di costa sul mar Nero di proprietà pubblica è stato annesso alla villa di un importante uomo d’affari per uso privato. «Il video –riferisce ISPI- denuncia lo strapotere della classe di oligarchi, con agganci all’estero, la corruzione della classe dirigente e il progressivo declino del rispetto per i valori democratici ma soprattutto il fallimento delle istituzioni nella lotta alla corruzione dilagante nel paese».

https://www.youtube.com/watch?v=9wSMGrK8-j0

Un video di denuncia

Tutto è cominciato il 7 luglio scorso, quando Hristo Ivanov, leader di un movimento di opposizione si è filmato mentre tentava  di sbarcare su un tratto della costa del mar Nero di proprietà pubblica. Agenti di polizia in borghese lo hanno letteralmente ributtato in acqua, mostrando come la spiaggia sia di fatto e di prepotenza riservata per uso privato di un politico e influente uomo d’affari, Ahmed Dogan, che anche se non ricopre incarichi pubblici è considerato molto vicino al premier.

Scontro di poteri

Il video, diventato virale, ha provocato la condanna del presidente Rumen Radev, esponente socialista, il cui partito all’opposizione e i cui contrasti col premier potrebbero degenerare in una crisi politico-istituzionale. «Due giorni dopo, gli uffici presidenziali di Radev sono stati oggetto di un raid della polizia, che ha anche arrestato due membri dello staff del presidente». Corrotti e squadristi. L’indignazione della opinione pubblica, si è così trasformata in rabbia e proteste di piazza che chiedono le dimissioni del governo

Governo in bilico

La tensione è stata ulteriormente esacerbata da una serie di video e immagini imbarazzanti sui funzionari del governo, tra cui lo stesso Borisov, circolate sui social media e sulla stampa. Tra queste, una foto del premier mezzo nudo addormentato in un letto accanto al quale si vedono una pistola, mazzette di denaro contante e persino lingotti d’oro. Borisov ha confermato che la stanza è sua, ma ha detto che la pistola e il denaro non lo sono e che le immagini sono state manipolate. Poi ha promesso un rimpasto di governo.

La magistratura serva

La rabbia popolare si concentra anche contro il procuratore generale del paese, Ivan Geshev, considerato l’emblema di un sistema giudiziario corrotto e piegato alle volontà del governo e degli oligarchi. E il 13 luglio, persino l’ambasciata americana ha pubblicato una dichiarazione a sostegno delle proteste. Usa con interessi strategici in campo, ma Unione europea colpevolmente silente, forse per paura di altre spinte euroscettiche dal fronte ex comunista, come già avviene con Polonia e Ungheria.

I corrotti si mangiano il Paese

Transparency International classifica la Bulgaria come il paese in cui la corruzione è più percepita tra i 27 paesi membri dell’Unione Europea. La corruzione non è confinata a livello politico, ma permea l’economia e l’attività pubblica. Un rapporto del Center for the Study of Democracy di Sofia sulla corruzione sostiene che circa il 35% dei contratti di appalto pubblico siano assegnati dietro compenso di tangenti e che ogni anno il paese perda 11 miliardi di euro a causa della corruzione.

Il presidente Radev che ha appoggiato apertamente le proteste, accusa il premier e il procuratore capo Geshev di gestire “un governo di mafiosi”.

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