Augusto César Sandino, nato a fine ‘800 a Managua, è stato una dei capi della resistenza nicaraguense contro l’esercito d’occupazione degli Stati Uniti, uno dei precursori della guerriglia contro gli eserciti professionali. Costrette alla ritirata delle forze armate statunitensi, dovrà affrontare l’opposizione del generale Anastasio Somoza García, capo della Guardia Nacional, il nuovo dittatore del paese. Fu ucciso insieme a suo fratello da membri della “Guardia Nacional” il 21 febbraio del 1934 a Managua.
Con rivoluzione sandinista si intendono di eventi che nel 1979 ha ottenuto la fine della dittatura di Anastasio Somoza Debayle e la presa del potere da parte del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale. Quando, nel 1979, gli Stati Uniti ritirarono il proprio appoggio, anche a causa delle atrocità commesse contro civili, i somozisti persero il potere. Il governo sandinista promuove una “crociata nazionale per l’alfabetizzazione”, il miglioramento del sistema sanitario nicaraguense, in particolare attraverso campagne di vaccinazione e la costruzione di ospedali pubblici, che riduce la mortalità infantile della metà, portandola al 40 per mille.
Fra il 1980 e il 1989 furono attivi gruppi di militari denominati Contras, in Honduras ed El Salvador, in gran parte vecchi membri della Guardia Nacional fedele a Somoza finanziati illegalmente dagli Stati Uniti (scandalo Iran-Contras o Irangate). Nel 1989, dopo il cessate il fuoco fra governo e ribelli , le nuove elezioni furono vinte di stretta misura da una coalizione di partiti finanziata dagli Stati Uniti.
Le elezioni presidenziali del 2006, dopo sedici anni dalle elezioni che segnarono la fine della rivoluzione sandinista, sono state vinte da Daniel Ortega, l’ex guerrigliero che ora guida un’alleanza tra il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale e una parte della destra.