Lui nello Studio Ovale in posa davanti a un barattolo di latte di cocco, dado, biscotti e fagioli, tutti del marchio Goya, icona alimentare della comunità ispanica. Lei in piedi, sorridente e con in mano una latta di fagioli, ovviamente della stessa marca con lo slogan in inglese e in spagnolo ‘Se è Goya, deve essere buono’.
Sono Donald Trump e la figlia Ivanka, che nel pieno della pandemia e di una curva discendente dei consensi che spinge il rivale dem Joe Biden avanti di 15 punti, tentano di risalire sui social anche a colpi di “sponsor”. Perché in ballo c’è il consenso dei latinos alle prossime elezioni di novembre.
Tutto nasce dal sostegno espresso nei giorni scorsi da Robert Unanue, amministratore delegato del brand, che ha elogiato pubblicamente Trump durante un evento alla Casa Bianca a favore dei latinos. «Siamo davvero benedetti ad avere un leader come il presidente Trump», ha azzardato.
E i social hanno reagito subito lanciando una campagna di boicottaggio dei suoi prodotti ricordando la retorica incendiaria del tycoon contro gli ispanici, con i messicani accusati di essere «stupratori e trafficanti di droga» (e scoreggioni).
A questo punto sono scesi in campo prima Ivanka e poi il padre. I gruppi di controllo del governo e i commentatori social l’hanno subito accusata di aver violato le regole etiche che vietano ai dipendenti federali di fare pubblicità commerciale. La Casa Bianca l’ha difesa ma l’imbarazzo resta, dopo che la stessa figlia dorata aveva promosso una campagna che invitava milioni di americani rimasti disoccupati a causa della pandemia a «trovare qualcosa di nuovo». Magari un nuovo presidente.
Padre e figlia sono finiti anche nel mirino del famoso programma comico Saturday Night Live. «Siamo nel pieno di una violenta pandemia e lui sta facendo le prove per Supermarket Sweep», noto programma quiz cronometrato in un supermercato, ha ironizzato il conduttore Jimmy Fallon. «Purtroppo, dopo che Ivanka ha twittato in spagnolo, Trump l’ha espulsa immediatamente, ha infierito.