Nell’Artico si sciolgono i ghiacciai ma la guerra si fa sempre più fredda

Americani e britannici entrano in forza nel mare di Barents, dominio russo e zona iper-militarizzata. Anche i cinesi premono: la riduzione della banchisa mette fuori uso vecchi impianti e apre nuove rotte. L’allarme di Francesco Palmas su Avvenire

La banchisa che si scioglie, caccia alla risorse svelate

«È guerra geostrategica nell’Artico che si scioglie. Una corsa irrefrenabile si è scatenata intorno alle risorse dell’Oceano più settentrionale del pianeta. Un saccheggio favorito dal cambiamento climatico, esiziale qui più che altrove. Dal 1979, la banchisa polare ha perso oltre il 42% della sua superficie».

La Groenlandia si sta sciogliendo

La Groenlandia sta perdendo il suo ghiaccio, a colpi di ‘gigatonnellate’, miliardi di tonnellate di ghiaccio. «Meno 187 gigatonnellate l’anno negli anni 2000 e meno 286 gigatonnellate l’anno dal 2010 in poi». Un’erosione che ha aperto allo sfruttamento superfici marine e terrestri sino a ieri impensabili mandando in crisi e mettendo a rischio tutti gli ecosistemi. Petrolio e materie prime fanno gola e russi e cinesi sono i primi a darsi da fare, dato che parte dei loro vecchi impianti sul ghiaccio sono finiti in mare.

Mitico ‘passaggio a nord-Est’

«Francesi, americani e britannici brandiscono le unità navali migliori per rivendicare libertà di navigazione. A maggio, le marine statunitensi e britanniche sono entrate in forza nel mare di Barents, che la Russia credeva ormai un lago domestico. Il messaggio è chiaro».

L’Artico canadese, navi e petrolio

  • «399 sono stati i transiti di mercantili nell’Artico canadese nel 2018. Erano stati soltanto 89 nel 1990»
  • «+134% l’aumento annuo del commercio navale a corto raggio nell’Artico (2011-2019): +15% anche nella pandemia»
  • «90 miliardi sono i barili di petrolio stimati nell’Artico; 47.290 i miliardi di metri cubi di gas naturale»

Nato calante nuovo fronte sorgente

La Nato sta tornando a presidiare il fianco più settentrionale dell’Alleanza su spinta Usa che quando le conviene ancora la comanda. «Mosca rivendica diritti sovrani sulla rotta artica di nord-est, che considera un giardino di casa, troppo vicina alle sue coste, vulnerabili. Esige che tutte le navi militari chiedano un’autorizzazione preventiva per transitare nelle acque nordiche». Informazioni meticolose su chi, dove e quando, un preavviso di 45 giorni e la presenza obbligatoria a bordo di un pilota russo e l’assistenza eventuale di un rompighiaccio con la stella rossa. Trump non ne vuole sentire e dà voce al dipartimento di Stato.

«Il fianco nord della Nato esige nuovamente l’attenzione degli Usa e dei loro alleati».

Gli americani sempre più a nord

Marines Usa in Norvegia. Islanda a nuovo perno verso l’Artico. Asse Groenlandia- Regno Unito con basi, velivoli e uomini per sorvegliare l’andirivieni dei sommergibili nucleari e da spionaggio di Mosca. «L’Artico fa gola e il passaggio nord-orientale registra un traffico crescente: 71 navi nel 2013, 18 nel 2015 e 27 oggi. Trump vuole tenerlo a bada. Ha ordinato una flotta di navi rompighiaccio, operativa e proiettabile entro il 2029. Ha chiesto un rapporto urgente entro 60 giorni».

Presto basi artiche Usa ma la Russia corre

Basi artiche Usa: «Almeno due nel territorio statunitense e non meno di altre due all’estero». «Saranno basi miste, della Guardia Costiera e del Pentagono, -spiega sempre Francesco Palmas-. Riaprirà la base di Adak, in Alaska, inaugurata nella seconda guerra mondiale e chiusa nel 1997».

  • «Ma a quel gelo in russi sono molto più abituati e abili. «Stanno cablando in fibra ottica tutta la costa siberiana e artica, per non lasciarsi sfuggire nemmeno un battito d’ali di una farfalla. Dominano gli abissi. Battono tutti i record».
  • «Per la prima volta nella storia, hanno lanciato un gruppo di parà da 10mila metri di quota nella Terra di Alessandra, a meno di mille chilometri dal Polo Nord. Ma Mosca punta più in alto ancora».
  • «Sei basi con cacciabombardieri, sistemi antiaerei, radar, droni, elicotteri e cingolati anfibi. Armerà le 240 navi della divisione artica della Flotta del Nord con missili S-400. Vuole uno scudo antiaereo artico impenetrabile».
Condividi:
Altri Articoli
Remocontro