La guerra americana alla Cina, l’Unione europea e l’Italia

Hong Kong sotto la morsa cinese e quello che Trump insiste a chiamare ‘virus cinese’. Forzature elettorali e scontro reale di primato economico planetario. Australia e il Regno Unito in scia Usa attaccano Pechino e decidono sanzioni. L’Unione europea condanna per Hong Kong, ma lo fa con parole educate e senza sanzioni, e la Cina silenziosamente ringrazia. Poi l’Italia che più ama.

L’Europa sulla strada di Marco Polo?

«È possibile che esista un gioco diplomatico sottile tra la Cina e l’Europa, proprio mentre emerge una divisione sempre più netta tra Pechino e quello che un tempo chiamavamo l’occidente?».

  • Il dubbio di Pierre Haski, France Inter rilanciato da Internazionale. Eppure:
  • Un documento della Commissione europea pubblicato nella primavera del 2019 aveva sorpreso Pechino parlando della Cina come di un “rivale sistemico”.
  • Il mese scorso, nel corso di un vertice sino-europeo organizzato in videoconferenza, i leader dell’Unione hanno dichiarato che “i diritti umani e le libertà fondamentali non sono negoziabili”.
  • A proposito di Hong Kong, il 13 luglio i ministri degli esteri dei 27 paesi europei dovranno esaminare un progetto franco-tedesco di risposta al colpo di mano da parte cinese.
  • «Tuttavia la traduzione di queste parole in atti concreti rappresenta un problema, soprattutto con un paese così potente come la Cina di oggi».

Delicatamente dissidenti e buoni affari

È possibile che Europa e Cina abbiano motivi per muoversi con cautela, anche se in questo momento l’inasprimento della politica cinese lascerebbe pensare a un deterioramento dei rapporti?
Sul fronte europeo è evidente la volontà di non lasciarsi trascinare nella guerra fredda voluta da Trump e di trovare un modo per non allinearsi con le posizioni di Washington, senza però chiudere gli occhi davanti alla deriva autoritaria di Pechino.
Questa posizione è molto difficile da mantenere, perché solleva la questione del ruolo della Cina nel mondo, dei rapporti di forza tra le grandi potenze e della coerenza dell’Europa. Ormai è chiaro che buona parte del mondo del futuro si baserà su come sarà affrontato il “problema Cina”.

‘Distensione’ modello sovietico

Come accaduto ai tempi della guerra fredda, bisognerà scegliere tra «il ‘contenimento’ di una Cina giudicata troppo aggressiva, e la ‘distensione’, ovvero un dialogo senza illusioni ma con piccoli passi avanti», sostiene Haski. A vantaggio della Cina l’incontenibile e smodata irruenza politica di Trump.
Per il momento la furia di Trump spinge gli europei verso “la distensione”, con una critica nei confronti della Cina senza però tagliare i ponti. Ma qualsiasi politica deve essere subordinata ai risultati, e in questo caso gli europei dovranno dimostrare che la loro strategia è in grado di avere effetti concreti.

Hong Kong la pandemia e l’Ue

Oltre Hong Kong, la questione della pandemia, quella che lo smnodato Trump insiste a chianare il ‘virus cinese’. «Cresce la simpatia per la Cina, cala quella per gli Usa. Ecco il sondaggio shock dell’Ecfr, che fotografa un’Italia sempre più filocinese», scrive Arturo Varvelli su Formiche.net. Una alla Trump pessimi, e la stessa Ue non promossa, nonostante la cascata di soldi in arrivo da Bruxelles. Il 47% degli europei, quasi la metà, crede che l’Ue sia stata “irrilevante” durante la pandemia del Covid-19. I dati da un sondaggio dell’ European council on foreign relations. Picchi di sfiducia record in Francia, dove a definire l’Ue irrilevante è il 58% dei cittadini, seguita da Portogallo (52%), Bulgaria (50%), Polonia (48%).

Euroscettici ma non sovranisti

Per fortuna e a deludere certi estremismi ad incasso politico elettorale anche di casa nostra, cresce la spinta per più Europa. Ben il 63% crede che l’uscita in fondo al tunnel si possa raggiungere «con una più forte cooperazione europea». The Guardian la legge in politica: »In Italia, il 76% vuole una ripresa firmata Ue e solo il 16% ritiene che la pandemia abbia messo la Lega di Matteo Salvini sotto una luce migliore». Perché l’equazione meno europeismo, più euroscetticismo questa volta non ha funzionato?

La percezione dell’abbandono in un mondo sempre più pericoloso. Insomma, meglio male accompagnati, che soli, e sovranisti.

Terremoto geopolitico Usa-Cina

Pandemia sisma anche geopolitico. Sempre dati dell’Ecfr. «Per il 59% degli intervistati è peggiorata l’immagine dello zio Sam. I più allergici sono i danesi (71%), i portoghesi (70%), i tedeschi (65%). Più equilibrata l’Italia, dove comunque una maggioranza relativa (48%) non stravede per l’alleato americano». L’altra faccia della medaglia. Il 48% degli europei pensa che la Cina abbia subito un danno di immagine con la crisi Coronavirus, il 40% non ha cambiato idea, il 12% (il doppio del sondaggio sugli Usa) pensa che ne abbia giovato. L’Italia (22%) assieme alla Bulgaria (23%) il Paese che vede sotto una luce migliore Pechino all’indomani dell’emergenza.

L’inglese Telegraph nei giorni scorsi è uscito con questo titolo: “Tradita dall’Ue, l’Italia si rivolge alla Cina”.

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