
Belgrado, piaccia o non piaccia ai cugini slavi croati e sloveni a nord o al popolo albanese concorrente più a sud, resta il centro dei Balcani. E quando qualcosa inizia a bruciare a Belgrado, il rischio propagazione è minaccia per tutti. Ora, questione tutta serba di contagi Covid ed autoritarismo governativo dopo il lassismo elettorale e colpevole. Questione serba, ma non solo, almeno rispetto ai conti sbagliati con il coronavirus che stanno facendo in molti nei Balcani. Alessandra Briganti sul Manifesto:
Ed è terza notte di proteste, stavolta pacifiche, contro il Governo serbo e il presidente Vucic. Per distinguersi dai provocatori nella notte su venerdì, molti dimostranti hanno protestato restando seduti per terra. Davanti al Parlamento si sono radunati anche alcuni leader dell’opposizione. La polizia, mobilitata in forze per presidiare il centro di Belgrado, accusata di ‘eccesso di difesa’ (nei filmati a seguire, qualcosa di peggio) si è limitata a sorvegliare la situazione. Intanto le proteste si allargano in altre città della Serbia: Nis, Novi Sad, Kragujevac.
«Da nord a sud esplode una rabbia covata per anni contro un sistema politico che ha “catturato” lo Stato: economia, media, istituzioni. Ma l’esplosione della pandemia ha reso tutto questo non più tollerabile. La linea rossa è stata oltrepassata».
Il presidente Vucic, in volo verso Parigi vola da Macron a parlare della ipotetica ripresa del dialogo sul Kosovo il prossimo 12 luglio, prima cerca di fare l’alto statista poi cede alla provocazione e paragona le proteste a Novi Sad con il raid fascista del 1941. E qui è l’inciampo. Lui che accusa la protesta sulla infiltrazione fasciste (che ci sono state) quando è proprio il suo partito ad essere sospettato e sospettabile di ciò? La galassia nera dell’estrema destra che gravita intorno a Vucic e al suo partito.
Tolleranza zero è la risposta delle autorità di Belgrado, la cui credibilità attuale è messa severamente in dubbio. «Lo Stato difenderà la pace», ha dichiarato il presidente evocando una guerra che per fortuna non esiste, provocazioni a parte. Vucic ha chiesto ai cittadini di opporsi ai criminali. «Noi lo faremo come Stato Lo faremo e vinceremo». Retorica tromboneggiante di passata memoria belgradese Obiettivo duplice, denuncia Alessandra Briganti: «Scoraggiare i cittadini dal prendere parte alle proteste, e dare allo stesso tempo un’immagine distorta dei manifestanti».
«Intanto l’unità di crisi per il Covid del governo fa marcia indietro nonostante 13 decessi nella sola giornata di ieri. A Belgrado non scatterà il coprifuoco nel fine settimana, come inizialmente annunciato. Da ieri però sono in vigore delle misure restrittive che prevedono tra l’altro il divieto di riunirsi nei locali e in altri luoghi al chiuso dalle 21 alle 6 del mattino. Nei luoghi chiusi inoltre, ci sarà spazio per una persona ogni 4 metri».