Il nemico si chiama SARS coronavirus 2 (SARS-CoV-2), l’agente patogeno responsabile della malattia Covid-19. Per combatterlo, la Cina, tra le tante ricerche di laboratorio in corso un po’ ovunque, ha selezionato un ‘contro virus’ , un ‘terapeutico’ Ad5-nCoV (Adenovirus type 5 – novel Coronavirus) che la stessa azienda produttrice, la CanSino Biologics (CSB) di Tianjin in collaborazione con il Beijing Institute of Biotechnology che lavora per l’accademia delle scienza mediche Militari, lo segnala alla borsa di Hong Kong, ma senza chiamarlo ancora Vaccino. Lo segnalano alla Borsa e ne riferisce Money, non le più credibili riviste scientifiche del mondo che avrebbero imposto titoli di prima pagina a Nobel vincente.
Forzatura di Analisi Difesa, «Contro il Covid-19 la Cina ha un vaccino pronto, ma solo per i militari». Titolo sparato, cronaca di Luca Zinzula che fa scendere da una troppo facile speranza.
Le forze armate cavia
«Dei 20 vaccini finora sviluppati in territorio cinese, sette candidati hanno superato la fase preclinica e iniziato quella clinica dei test sull’uomo. Dall’inizio di giugno, due di questi erano già nella disponibilità del personale governativo impegnato in viaggi all’estero, ma è Ad5-nCoV il primo vaccino che, avendo quasi ultimato la sperimentazione clinica, verrà prodotto su larga scala e somministrato ad un ampio campione di soggetti».
Sulla via del vaccino cosa?
Accenni di spiegazione per i non tecnici. In un lavoro preliminare pubblicato il 22 maggio dalla rivista scientifica The Lancet, fare 1 di sperimentazione su ’Ad5-nCoV’, si era mostrato sicuro, ben tollerato e capace di stimolare la produzione di anticorpi specifici contro il virus dopo due settimane dalla somministrazione.
Contrordine compagni, non corriamo troppo
«I risultati della fase 2 di sperimentazione clinica non sono stati ancora pubblicati, e non è chiaro se e quando inizierà la fase 3, quella più importante ai fini della valutazione della sicurezza e dell’efficacia del vaccino, o se ad essa verrà fatta corrispondere la vaccinazione sulle forze armate cinesi», precisa con rigore Luca Zinzola. «Inoltre, nessun dettaglio è stato reso noto dalla CSB in merito alle modalità della campagna vaccinale, che ha invocato la necessità di mantenere il segreto per la tutela dei diritti commerciali e brevettuali».
Forze armate cavie non privilegiate
«Non si conoscono l’entità numerica del campione di individui su cui Ad5-nCoV verrà inoculato, i corpi di appartenenza dei militari coinvolti, né se la loro partecipazione avvenga su base volontaria oppure obbligatoria». Insomma, da quei al vaccino ancora ce ne corre. Sola cosa certa l’approvazione per uso militare di ‘Ad5-nCoV’, primo per ora nella corsa al vaccino anti-Covid-19, «staccandosi dal gruppo di testa dei 17 vaccini attualmente in sperimentazione clinica (7 dei quali cinesi) e ancor più quello dei restanti 132 in fase preclinica sviluppati nel resto del mondo».
Corsa salvavita, premio una montagna di soldi
I prossimi mesi decisivi per le speranze di un vaccino vero, tra i diversi altri candidati in corsa per l’immissione sul mercato.
- In Cina, quattro diversi vaccini basati sul SARS-CoV-2 inattivato e sviluppati indipendentemente dall’Accademia nazionale delle Scienze (Chinese Academy of Sciences, CAS), dall’azienda privata SinoVac Biotech e dalla statale SinoPharm, prevedono di ultimare la sperimentazione per settembre.
- Entro luglio si prevede ultimata la fase 3 di sperimentazione clinica sia per il vettore virale ChAdOx1-S prodotto dall’Università di Oxford insieme al colosso farmaceutico AstraZeneca, sia per il vaccino a RNA mRNA1273, frutto della collaborazione fra la statunitense Moderna Therapeutics e il National Institute of Allergy and Infectious Disease del National Institute of Health (NIAID/NIH).
- A seguire, i vaccini dell’Imperial College di Londra, delle aziende americane Inovio Pharmaceuticals e Novavax, della sudcoreana Genexine, della tedesca CureVac, del Gamaleya Research Institute di Mosca, e delle collaborazioni sino-tedesco-americane fra Clover Pharmaceuticals, Dynavax e GlaxoSmithKline, e fra Fosun Pharma, BioNTech e Pfizer.
Sospetto privilegio militare
La decisione di Pechino di destinare Ad5-nCov ad un uso militare, legittimi sospetti. A pensar bene, il personale di truppa vaccinato utilizzabile in patria e senza rischi, in supporto alle autorità sanitarie qualora si presentasse una nuova ondata di casi. A pensar male, disporre di una forza militare immune al SARS-CoV-2 eliminerebbe i rischi dell’effetto incapacitante che un focolaio avrebbe sull’operatività e risposta rapida dei reparti, oltre che sul potere di deterrenza dell’arsenale militare di Pechino.
La super portaerei sconfitte dal Covid
A marzo, un focolaio a bordo della portaerei USS Theodore Roosevelt ha imposto il blocco dell’unità navale a Guam, l’evacuazione dell’equipaggio e la sua quarantena, registrando 1156 casi infetti e un decesso. Aprile , sulla portaerei francese Charles De Gaulle il SARS-CoV-2 ha infettato il 60% dell’equipaggio.
Tecnologie Usa oltre il ‘dual use’
Dalle biotecnologie dual-use, civile e militare, ma con Covid si cambia anche negli Usa. Operation Warp Speed (OWS), programma statunitense da dieci miliardi di dollari per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di contromisure terapeutiche anti Covid-19. «Con OWS, la cui direzione è stata interamente affidata al Pentagono (a capo il Generale dell’Esercito Gustave Perna), Washington si è data l’obiettivo di produrre 300 mila dosi di vaccino entro il gennaio 2021». Sotto la guida del Dipartimento della Difesa, a OWS partecipano tutti gli altri enti governativi.
OWS come il più immane sforzo scientifico, industriale e logistico che il paese abbia intrapreso dai tempi del Manhattan Project. Allora fu la produzione della bomba atomica