“Usàty Tarakàn”, ”Scarafaggio coi baffi”: è il nomignolo affibbiato dai detrattori al baffuto presidente. Mentre per i suoi sostenitori, che a dire il vero sono ancora numerosi, Aleksandr Lukashenko è “Bat’ka”, il “Piccolo Padre”, che spesso ama farsi accompagnare dal figlio, a cui forse spera di consegnare un giorno le chiavi del Paese. Al potere da 26 anni, per lui i manifestanti sono “bande criminali”, che fomenterebbero -con i soldi di Russia e Polonia- una rivoluzione “alla Maidan”, come quella che nel 2014 depose a Kiev il presidente ucraino Yanukovich, che però -a dire il vero- era sostenuto proprio da Putin. Ma poco importa. Il prossimo 9 agosto, questo ex-direttore di una fattoria collettiva sovietica ha tutta l’intenzione di farsi rieleggere presidente per la sesta volta consecutiva. E secondo i suoi oppositori, è disposto a tutto pur di riuscirci.
Infischiandosene della pandemia, definita da lui una “psicosi collettiva”, aveva preteso che il 9 maggio scorso si tenesse la tradizionale parata militare della vittoria sovietica contro il nazi-fascismo. E si era tolto anche lo sfizio di prendersi gioco del potente vicino russo, che a Mosca la parata del 75.esimo aveva invece deciso di rinviarla, causa COVID. Paradossi e ipocrisie geo-politiche: dopo un lungo “flirt” con l’Unione Europea, Lukashenko ha ottenuto la parziale levata delle sanzioni occidentali che gli erano state imposte per palese comportamento dittatoriale. Intanto, sul prezzo di gas e petrolio russo, lui non fa che litigare col Cremlino, forse per mostrare la sua autonomia da Mosca. Tranne poi assistere, il 24 giugno scorso, alla grande parata della Vittoria sulla piazza Rossa, o inaugurare assieme a Putin un gigantesco monumento dedicato alla memoria dei soldati sovietici.
Ma quel che è peggio, accusano i suoi pochi oppositori ancora a piede libero, Lukashenko ha sempre tolto di mezzo chiunque volesse ostacolarlo. E accade anche oggi con quanti volevano candidarsi alle presidenziali. L’ultimo a finire dietro le sbarre è stato Viktor Babariko. Dopo la sua conferenza-stampa di metà giugno, lo hanno arrestato per non meglio precisate attività criminali. Il 9 di agosto, il baffuto Aleksandr Lukashenko avrà apparentemente la strada spianata. Applausi permettendo…
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