During his Independence Day address, President Donald Trump continued to stoke the culture war, saying, “We will never allow an angry mob to tear down our statues, erase our history, indoctrinate our children or trample on our freedoms.” He also spoke highly of his coronavirus response at the Fourth of July gathering, where masks and social distancing were optional. NBC’s Geoff Bennett reports for Sunday TODAY.
Con i numeri della pandemia in continua crescita e il tasso di disoccupazione che ora raggiunge l’11%, la colpa di tutto -salvo Covid, che quello tocca ai cinesi- e del «nuovo fascismo di estrema sinistra che cerca di spazzare via i valori e la storia della nazione».
Individuati i cattivi da punire severamente, seguono i buoni propositi. Sempre la costruzione di un muro al confine con il Messico che non sta andando affatto come aveva promesso la campagna elettorale precedente; non fare smantellare la polizia (cosa che compete alle autorità locali); contro l’aborto (leggi statali e non federali); «E piantare presto la bandiera americana su Marte». Celebrazioni senza distanziamento sociale alla Casa Bianca
Trump ha poi sostenuto che una “cura o un vaccino” arriverà prima della fine dell’anno. A novembre votate per lui e sarà miracolo.
La pandemia ha provocato almeno 527.241 morti e sono stati diagnosticati oltre 11 milioni di casi di infezione in 196 Paesi. Gli Stati Uniti sono il paese più colpito, con 129.657 morti. I casi di coronavirus aumentano in 39 Stati americani, con la Florida la più colpita con 11.400 nuovi contagiati nelle ultime 24 ore. Colpa cinese, si sa, mentre il presidente torna a cavalcare le divisioni, lo scontro culturale e razziale.