
Quesito, quale l’«interesse nazionale» oggi in permanenza di Covid e appena agli inizia di una crisi planetaria di cui nessuno è in grado di prevedere dimensioni, sviluppi, e tantomeno rimedi. L’amico Alberto Negri, tra le tante virtù, ha anche quella di andare dritto al punto dolente senza girarci attorno. Ad esempio, politica estera, il sostegno armato italiano all’Egitto che, oltre alla offensiva beffa Regeni, porta avanti una politica di aerea certamente opposta ad alcuni noti interessi nazionali italiani in Libia. E proprio a partire dalla Libia, la critica più dura: «Dopo la Libia 2011, l’Italia avrebbe dovuto ritirarsi per protesta da qualunque missione all’estero. Fatta eccezione per l’Unifil, l’operazione Onu per sorvegliare il cessate il fuoco tra Libano e Israele, che nel 2006 fu uno dei non tanti successi della nostra diplomazia (ministro degli Esteri D’Alema)». Valutazione forse un pochino partigiana, ma non facilmente contestabile.
Questione dei migranti e novità di cui non si sono colti cenni governativi di alcun genere. Erdogan ‘guardiano in conto Unione europea dei flussi migratori sulla rotta balcanica’, adesso, braccio armato di Tripoli, passa a contrattare anche sulla rotta libica? Sempre grazie alla Turchia che in Libia ha usato anche milizie jihadiste, presto dalla rotta libica potrebbero arrivare non solo flussi migratori, avverte Alberto Negri. Confusione strategica. Missione Irini per l’impossibile embargo armi alla Libia che la Turchia Nato viola sfacciatamente. Ieri la Francia ne è uscita gridando. Noi un po’ qui un po’ là. Con Sarraj (ed Erdogan) a Tripoli, ma vendendo armi ai loro nemici egiziani, con cui estraiamo petrolio in mare litigando proprio con Ankara.
«Alcune di queste missioni non hanno alcun senso, come quella che dura da 19 anni in Afghanistan. Teniamo 800 soldati e una base che non ci servirà a niente soprattutto se gli americani e Kabul faranno l’accordo con i talebani», il categorico Alberto Negri. Per quanto possa valere, Remocontro sottolinea. Dubbi anche sulla “Coalizione per il Sahel”, una missione contro il terrorismo nel Sahel, con la cooperazione di 14 Paesi europei ma al di fuori dell’Unione e legata soprattutto ainteressi di Parigi. Conclusione di Negri. «Detto questo, le missioni all’estero servono anche per fare un po’ di pubblicità alla nostra industria bellica. Corriamo dei rischi con i militari per far un po’ di soldini. Quindi se non è proprio necessario è meglio starsene a casa, così eviteremo di scrivere in futuro articoli grondanti retorica sulle sorti geopolitiche del nostro bellissimo Paese».
Sempre a proposito di missioni estere o quasi. La vicenda dei due Marò che saranno processati in Italia, salvo pagamento danni all’India. Chi ha vinto, chi ha perso, e la politica di divide, rischiando spesso il ridicolo. Ne abbiamo scritto ieri ma, stando a certe reazioni di rivalsa nazionale, qualche chiarimento forse utile. La sentenza del Tribunale Internazionale di Arbitrato dell’Aja vincola inappellabilmente -nel momento stesso in cui vi accede- i due litiganti al rispetto della sentenza salvo un isolamento internazionale di portata inimmaginabile. Processo in Italia per i due marò, evviva, ma l’imputazione sarà sempre per omicidio, colposo, preterintenzionale, accidentale, o con tutte le attenuanti che possiamo pensare, ma due uomini sono stai uccisi, salvo non valutare come riduttivo rispetto ad eventuali imputazioni il fatto che le vittime fossero pescatori indiani.
Sarà un tribunale di casa (civile, militare?) a dover decidere la giusta pena per l’incidente con due vittime. Con la giusta comprensione dovuta ai due militari involontariamente coinvolti in una vicenda drammatica certamente strumentalizzata dall’India e molto più grande di loro, ora si deve testimoniare dell’Italia Stato del diritto. Salvo che qualcuno non voglia invocare immunità militari inesistenti per la legge italiana, esempio, i piloti Usa assassini della strage del Cermis, impuniti per privilegio di rango, solo per fare un esempio che ancora ci brucia sulla pelle. Un po’ di sana ragionevolezza anche nelle reazioni di oggi, aiuterà certamente la miglior soluzione per i due nostri amici Marò che già hanno pagato molto in termini personali per quel tragico evento.
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