Il quasi generale arancione e le follie anti Covid – VIDEO VANEGGIAMENTI

Gilet arancioni, Pappalardo: “Vaccini? Se andiamo al potere li mettiamo proni e li facciamo tutti a loro”

“Il Covid è una finta epidemia creata per vaccinarci tutti e “se saliremo al potere li mettiamo tutti in posizione prona e li facciamo a loro, i vaccini”, parola del generale Antonio Pappalardo, leader degli inventati ‘gilet arancioni’. Al convegno nazionale del movimento a Rimini si è parlato anche di tatuaggi quantici, microchip impiantati nella pelle e 5G. C’è chi come Gabriella Strizzi, professoressa di educazione fisica di una scuola di Fabriano (Ancona) e vicesegretaria vicaria della Democrazia Cristiana Italiana, denuncia che: “con la seconda ondata di Covid 19 verranno a prendere i nostri bambini, Bibbiano era solo la punta dell’iceberg”.

Pappalardo, generale per caso (e per errore)

Il 30 maggio centinaia di persone hanno manifestato in piazza del Duomo a Milano, e in altre città d’Italia, indossando dei gilet arancioni e gridando slogan contro il governo. Il movimento politico dei “gilet arancioni” italiani, fondato nel 2019 dall’ex carabiniere, generale per caso, rinnegato dall’Arma), Antonio Pappalardo e ispirato ai “gilet gialli” francesi, ha attirato l’attenzione dei media soprattutto perché i manifestanti non hanno rispettato distanziamento e obbligo di indossare le mascherine, ma anche per i contenuti della protesta.

Nato a Palermo 74 anni fa, l’ex militare in pensione ha alle spalle più azioni gloriose, una lunga e variegata carriera politica. Tra il 1992 e il 1994 fu deputato della XI legislatura (la più breve nella storia d’Italia) per il Partito socialdemocratico (Psdi), passando poi nel gruppo misto. Per due settimane, nel maggio ‘93, fu anche sottosegretario alle Finanze del governo Ciampi. Lo stesso anno si candidò a sindaco di Roma, ottenendo lo 0,5 percento dei voti. Nel corso degli anni ha cercato collocazione e successo in molti partiti, di vari colori. Con Alleanza nazionale si candidò alle europee del 1994, senza essere eletto. Nel 2001 provò a entrare in Senato con la Lega d’Azione Meridionale e alle regionali in Sicilia nella Lista Biancofiore: anche qui non ottenne un seggio. Ci riprovò nel 2008 con il Movimento per le Autonomie-Alleanza per il Sud: la lista ottenne due scranni, ma lui non fu eletto.

Tra le varie esperienze politiche, nel 2011 tentò di candidarsi a sindaco di Palermo con il “Melograno Mediterraneo”, ma la lista fu esclusa per aver presentato la documentazione in ritardo. Nel 2016 fondò il Movimento Liberazione Italia, poi confluito nel Movimento dei Forconi, per «ridare il potere al popolo sovrano togliendolo al Parlamento», definito più volte «abusivo», prima di inaugurare la stagione dei “gilet arancioni” lo scorso anno, con gli stessi obiettivi.

L’Arma prende le distanze

Negli ultimi giorni, l’Arma ha preso le distanze da Pappalardo, che è andato in pensione nel 2006. I carabinieri hanno ricordato che i gradi di colonnello e generale di brigata gli furono attribuiti ope legis (e quindi non per altri meriti): nel primo caso per la legge n. 224 del 1986, al termine del suo mandato parlamentare, i cui 2 anni e rotti gli furono contati – come previsto dalla legge – come anzianità di servizio; nel secondo caso, l’avanzamento avvenne il giorno prima che andasse in congedo, per la cosiddetta “Legge della promozione alla vigilia”, abrogata nel 2010.

L’Arma ha specificato anche che nel 2018 l’ufficiale fu «sospeso per 12 mesi dalle funzioni del grado a seguito di procedimento disciplinare di stato per violazione dei doveri derivanti dal grado e dal giuramento prestato». La sospensione era stata proposta dal Comando generale per alcuni interventi politici di Pappalardo, durante i quali non aveva specificato pubblicamente di non essere più in servizio da 12 anni. In questo periodo anche il suo grado di generale è stato temporaneamente sospeso.

Le bufale più clamorose tra le molte

Partiamo da Milano. Dopo un paio di minuti in cui aveva iniziato a illustrare il programma di un ipotetico governo dei gilet arancioni, dicendo che «spenderemo un sacco di soldi in scuole e ospedali», il generale ha introdotto il tema della sicurezza ma è stato interrotto dalle voci di alcune persone tra il pubblico che gridavano: «No ai vaccini!». A quel punto Pappalardo ha detto: «Signori, ci sono dei professori che mi dicono che i vaccini non sono nocivi: sono pericolosi! Impediremo a chiunque di vaccinare le persone!». Ipoteticamente un governo dei gilet arancioni potrebbe modificare la legge e ridurre le vaccinazioni obbligatorie, o rimuovere del tutto l’obbligo. In linea del tutto teorica potrebbe persino vietare le vaccinazioni con una legge, ma probabilmente la norma sarebbe in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione. Al momento non esistono Paesi al mondo in cui i vaccini siano vietati.

Lombardia e Covid da emissioni 5G

Altra nota teoria complottista secondo cui le onde radio della nuova rete per le telecomunicazioni di quinta generazione (5G) avrebbero un’incidenza nello sviluppo della malattia Covid-19: «Sono venuto in giro per la Lombardia e mi hanno detto: “Come mai il coronavirus si è tanto sviluppato in Lombardia?” Ma voi avete visto quante antenne di 5G ci sono?! Le avete viste? La Lombardia è strapiena di 5G! E fanno finta di non vedere». In Lombardia in realtà sono presenti al momento solo tre antenne per la tecnologia 5G (due a Milano e una a Brescia). In Svizzera, al contrario, sono state installate oltre 2 mila antenne che trasmettono onde 5G, centinaia delle quali sono già attive, in un territorio simile alla Lombardia per numero di abitanti e dimensioni, dove però i decessi sono stati un decimo e i casi circa un terzo rispetto alla regione italiana con cui confina. In Francia, dove invece nessuna antenna del 5G è stata ancora installata, le vittime del Covid-19 sono state finora oltre 29mila.

Tags: Covid
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