
Il Covid che sembrava ormai sotto controllo –nel Paese si dichiarano circa 31mila casi e 1.300 morti– ha costretto le autorità a chiudere 12 miniere di carbone gestite dallo Stato per fermare sul nascere i nuovi focolai del contagio. La campagna elettorale si è sviluppata dunque su temi del tutto imprevisti solo tre mesi fa, quando il voto era stato fissato per l’inizio di maggio. Dopo la pandemia e in piena crisi economica, la candidatura lampo del sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, ha tolto le ultime certezze ai vertici di Legge e Giustizia. E così anche Duda – solitamente tra i moderati del partito – ha cercato di riguadagnare popolarità attaccando i gay, con una battaglia dai toni esasperati di sicura presa tra gli elettori più reazionari.
«L’ideologia Lgbt è più distruttiva del Comunismo», è arrivato a dire, suscitando proteste in tutto il Paese. Il Sole 24 Ore racconta invece il come si è complicata improvvisamente la campagna elettorale di Andrzej Duda. La crisi economica, conseguenza diretta di pandemia e lockdown, sta mettendo i polacchi di fronte alla recessione, per la prima volta dal 2004, quando Varsavia entrò nell’Unione Europea. Il margine dell’attuale presidente sembra essersi ridotto sotto il 5%, non molto in un Paese nel quale lo zoccolo duro della destra e quello dei progressisti di centro non danno certezze e sono ancora molti gli indecisi tra i 30 milioni di elettori totali. Edè tornato a fare campagna elettorele in patria anche Donald Tusk, già premier e presidente del Consiglio europeo, deciso a «salvare la democrazia in Polonia dalla deriva autoritaria della destra e a rilanciare il progetto di Unione Europea».
Per la destra di Kaczynski la vittoria elettorale è dunque fondamentale: un presidente dell’opposizione (che già controlla la Camera alta del Parlamento) potrebbe infatti bloccare con il veto le riforme di Legge e Giustizia (molte delle quali, dai giudici ai media, studiate per mantenere il potere nel Paese). A una settimana dal primo turno i sondaggi (Kantar e Ipsos) mettono Duda, con il 40% dei consensi, ancora davanti a Trzaskowski di circa cinque punti (molto più indietro con il 10%, l’indipendente Szymon Holownia, giornalista, attivista e noto personaggio della tv), ma le rilevazioni prevedono anche che nessuno dei due candidati supererà il 50% dei voti: sarà dunque necessario il ballottaggio, il 12 luglio, per eleggere il nuovo presidente polacco.
E nel secondo turno la destra di Legge e Giustizia e il centro di Piattaforma Civica nei sondaggi partono alla pari.
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