Atomiche Usa dalla Germania alla Polonia, Russia arrabbiata, ma è lite col trucco

La Polonia prima della classe in Europa in chiave anti russa. Conti con la storia e la non innocente amicizia americana in versione Trump, anti Mosca ma anche anti Ue. E Yurii Colombo da Mosca avverte, «Il dibattito aperto in Germania sull’ipotesi baluginata da alcuni leader del Spd di liberarsi dell’arsenale atomico Usa in quanto ‘residuato della guerra fredda’ ha avuto immediatamente una ricaduta ad est». Ma sotto sotto c’è dell’altro.

L’ambasciatrice Georgette

«Il 16 maggio Georgette Mosbacher, ambasciatrice Usa a Varsavia, ha dichiarato che la Polonia potrebbe schierare armi nucleari Usa sul suo territorio qualora il governo tedesco decidesse di ridurre il suo arsenale». Somiglia molto a quel detto popolare sul rapporto sessuale tra moglie bigotta e marito nel mondo che forse mai fu, in cui la donna si concede all’atto sessuale non per ‘piacer mio’, piacer suo, ma solo per procreare citando la volontà suprema, compiacere Dio. Così, più o meno, Georgette Mosbacher: «Se la Germania vuole ridurre le armi nucleari e indebolire la Nato, allora forse la Polonia, che paga la ‘sua giusta quota’, che comprende i pericoli e si trova sul fianco orientale dell’Allenza, potrebbe collocare sul suo territorio queste armi», ha scritto la diplomatica.

Parlando di «giusta quota» della Polonia, l’ambasciatore avrebbe inteso rudemente segnalare a Berlino che a differenza sua il governo Morawieck adempie all’obbligo atlantico di allocare il 2% del Pil per le spese militari (la seconda parte della già citata filastrocca popolare).

Insegue Stoltenberg segretario Nato in conto Usa

Un po’ meno sfacciato ma sempre ‘dalla parte giusta’, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in un articolo pubblicato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, ribadisce che l’alleanza avrà un arsenale nucleare fintanto che tali armi esisteranno. «Un mondo in cui Russia, Cina e altri Stati possederanno armi nucleari, ma non la Nato, non sarà sicuro», ha affermato Stoltenberg. Una interpretazione del desiderio tedesco di avere meno bombe atomiche in casa interpretata in senso assoluto tipo, disarmi nucleare, cosa che non era. Diciamo che la spinta veniva da una certa e motivata diffidenza nei confronti dell’attuale amministrazione Usa.

Russia replica scontata

«Di fronte a tanta irruenza non poteva certo mancare una replica russa, giunta per bocca della portavoce di Sergey Lavrov, Marya Zacharova», una signora per niente fragile e tenera a replicare alla provocazione della ambasciatrice Georgette. In una nota dei giorni scorsi la funzionaria ha osservato che tale decisione costituirebbe una violazione «dell’Atto istitutivo sulle relazioni reciproche, la cooperazione e la sicurezza tra Russia Nato del 1997».

In tali disposizioni ha ricordato Zacharova si affermava che «gli Stati membri della Nato confermano di non avere intenzioni, piani o motivi per dispiegare armi nucleari nel territorio di nuovi membri».

Mosca chiama l’Europa in campo

Con gli accordi internazionali nati 30 anni prima con Reagan e Gorbaciov e stracciati uno dopo l’altro da Trump, quesito all’Europa Nato arsenale Usa  «L’Europa sarebbe più sicura se gli Usa facessero tornare le proprie testate a casa a propria». Un appello che può essere letto come un invito ai molti paesi occidentali sempre più riluttanti di fronte all’egemonismo americano ad abbandonare la gabbia dell’Alleanza. Affermazione scontata ma abbastanza improbabile. E allora, cosa si cela dietro tali dispetti per ora tutti astratti?

Dispetti petroliferi dietro le atomiche

La ripresa della polemica della socialdemocrazia tedesca nei confronti dell’alleato Usa viene da molti  messa in relazione non solo ad una idealità pacifista, ma a una più concreto interesse sul completamento della gasdotto russo-tedesco North Stream 2 a cui Usa e Polonia si sono sempre nettamente opposte e su cui, anche tra i democristiani tedeschi da tempo serpeggiano dubbi. La scorsa settimana proprio dalla Germania è arrivato un duro colpo per le ambizioni di Gazprom (e non solo) di portare a termine la realizzazione di North Stream 2. L’ente regolatore dell’energia tedesco, il Bundesnetzagentur, ha respinto la domanda russa di esonero dalle nuove norme Ue affermando «che le deroghe ai requisiti normativi della direttiva avrebbero potuto essere concesse solo per le condotte completate prima del 23 maggio 2020».

Bah, pacifismo atomico improvviso e ecologismo a scadenza programmata.  Tutto molto molto sospetto. E ecco un altro detto popolare decisamente idoneo dopo ‘non lo fo per piacer mio…’. Ricordate quello su ‘il più sano c’ha la rogna’?

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