Se c’è una cosa che nemmeno il coronavirus è riuscito a bloccare è il business dei jet privati. In barba alla chiusura delle frontiere –anzi, forse proprio grazie al blocco ufficiale di numerosi confini- chi possiede o gestisce aerei privati sta facendo affari d’oro col trasporto di ricchi Paperoni che non possono rinunciare al piacere di andare dove a loro più aggrada. Anche se per farlo devono pagare caro il privilegio di atterrare in Paesi ancora ufficialmente chiusi per pandemia.
A rivelarlo sono numerose inchieste di siti d’investigazione, fra cui quello di Alexey Navalny, il noto blogger russo anti-corruzione. 6-7.000 euro. E’ il costo a persona per ogni ora di volo a bordo di uno dei tanti jet privati che affollano ad esempio Vnukovo-3, uno degli aeroporti di Mosca.
Con uno di questi velivoli di lusso, l’11 giugno scorso Svetlana Medvedeva, la moglie dell’ex-presidente ed ex-Premier Dmitry Medvedev, sarebbe andata un attimo a Larnaca, a Cipro, poi avrebbe fatto un salto a Riga, in Lettonia, per tornare in giornata a casa, in tempo per la cena.
Grazie poi ad un accurato incrocio di dati, tutti estrapolati da fonti aperte, risulta che l’Airbus A319 del discusso leader ceceno Ramzan Kadyrov, sia partito da Grozny il 7 giugno per Basilea, in Svizzera, e che da lì non abbia più fatto ritorno.
Per non parlare del gigantesco Boeing 737 dell’oligarca Sergey Chemezov, o del Challenger 850 che in piena quarantena ha consentito al calciatore russo Fyodor Smolov, attaccante del Celta Vigo, di volare dalla Spagna a Mosca per il compleanno della fidanzata. Ed è lo stesso velivolo che in meno di una settimana ha poi fatto scalo a Milano, Genova, Londra. Senza che nessuna autorità, né russa né europea, si azzardasse a mettersi di traverso.
“Pecunia non olet”, recita l’antico adagio latino. Come al solito, anche in tempo di pandemia, la legge purtroppo non è affatto uguale per tutti.
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