Incontri e futuro nello spazio magico di un avamposto culturale

A un certo punto della serata si è spalancata la porta ed è entrato Agostino. Era ora, ci siamo detti. L’ultimo evento nel cuore della nostra Vineria letteraria era stato con lui e con le sue Klanbarrique, tre mesi dopo ci ritroviamo con un Syrah di Poggio Grande in mano a festeggiare il ritorno. A celebrare il dono dell’incontro che rende questo spazio magico. Tre mesi dopo.

Nel pomeriggio Barbara, la scrittrice abruzzese che apre le vie del cammino. Quando aveva presentato il suo libro nella nostra Terza Stanza aveva raccontato facce e storie, bellezze nascoste e profumi, in modo lieve. “Forse, davvero, ci piace, sì ci piace di più. Oltrepassare in volo, in volo più in là”. Una vecchia canzone nell’aria. Qualcosa che va al di là di una presentazione, diventa amicizia e voglia di progettare insieme futuro.

Il giorno prima Valentina, l’attrice che aveva portato Dürrenmatt da noi. Con la figlia e uno zaino pieno di parole e idee, di testi teatrali e ipotesi per spalancare il teatro alla vita. Insieme.

Poi Bruno compagno di avventure in questa magnifica terra. Il suo ritorno da Roma è stato festeggiato da noi a San Quirico come un evento. Ed un evento è stato, con tutti gli amici raccolti intorno ai nostri tavoli. Con lui, a discutere di mappe e ipotesi Cristina e Americo, quindi Cosimo, Dominique e Maura con le sue ricette e con Montichiello sullo sfondo. I vignaioli, i corridori che si fermano a bere, il quartiere del Borgo che sta scrivendo un libro corale con noi, i bicchieri levati al cielo per ricordarci che noi siamo una comunità salda. Per ricordarci che non ci siamo persi nelle difficoltà, che ci siamo tenuti stretti e abbiamo continuato a percorrere la nostra stradina bianca che si inerpica, tenendoci lontano dalle autostrade dei luoghi comuni, delle paure e dalle retoriche conformiste.

Altri eroi di questa resistenza che è sovversione. Maurizio, Valentina, Maria, Gaetano con i quali a distanza abbiamo costruito spazi di dialogo e di fertile terreno di idee e creatività. Rosaria, Ilaria, Giovanna e Michele, la Fatini, la Cassioli, i Valent. Poetesse, artiste, teatranti, scrittrici, docenti, camminatori, amanti della bellezza, curiosi, anarchici, alchimisti, disegnatrici, barbieri, arrotini, funamboli dell’esistenza, sbandieratori, arcieri, fotografi, filosofi, cuoche, contadini, pensionati. Tutti insieme a fare rete, ma davvero. Umana, di sostegno e dolcezza, perché possa continuare a esistere anche domani un avamposto culturale. A questo servono le testimonianze di affetto e vicinanza. A dirci che non siamo una libreria o una vineria, ma uno spazio di tutti quelli che non si arrendono. Che hanno sogni e vogliono rendere concreta l’utopia.

Qui da noi le buone abitudini sono di casa. Qui nella magnifica terra celebriamo le piccole cose che rendono bellissima la vita in questo territorio baciato dalla bellezza. Ogni giorno percorrendo le stradine bianche a passeggio col cane, gironzolando nel borgo, o viaggiando lungo le strade ondulate che si dirigono a Pienza, verso l’Amiata, a Siena o Montalcino, si percepisce l’energia magica del luogo. Qualcosa che è a metà tra il mistero e la storia, che accompagna i nostri passi – i pensieri, le azioni – nel presente con una dolcezza e potenza da renderli destinati al futuro.

Ogni dettaglio cela la cura dell’artista per il suo capolavoro. E qui l’opera d’arte è collettiva, non è collezionabile da un magnate, non è da museo né vendibile all’asta da Christie’s.

È corale, di uomini e donne speciali che hanno saputo guardare e rispettare, realizzare seguendo lo spirito del territorio, senza mai andare oltre, senza cedere alle tentazioni demoniache della bruttezza, dell’ingordigia e della ricchezza. Con quel senso di semplicità e rispetto, di cura per la terra che ci ospita. Lo spirito rurale che è stato determinante nella storia, è fondamentale oggi ed è una speranza per il futuro.

Basta guardarsi intorno per capire le differenze. Per capire che questo nodo del tempo ci ha messo di fronte agli occhi un sistema di inquinamento e sfruttamento di terra ed esseri umani che ha generato crescenti ingiustizie sociali e ha compromesso la salute dei cittadini. Un sistema di devastazione, cementificazione, nemico della natura e della bellezza, irrispettoso e feroce. Che non ci appartiene. E ci uccide.

Qui da noi le cose sono diverse: la geografia trasparente classica e rigida, che posiziona gerarchicamente individui, comunità, interessi e luoghi, non è riuscita a incidere più di tanto. Valgono altre regole in questo spazio magico. Non dobbiamo inventarci niente che già non sia nel nostro modo di vivere, nella cura, nel rispetto del lavoro di ognuno, di quello del contadino e del vignaiolo, del libraio e del fabbro. Nel dono dell’incontro, nella celebrazione magnifica del sostegno reciproco. Siamo qui per questo. Seduti ai tavoli sulla strada dove per fortuna non passano le macchine ma passa la vita, la Francigena che cuce culture e storia.

Senza la forza di questo territorio, senza il sostegno dei sovversivi, senza la cura e la meraviglia dell’amicizia, senza questa comunità piccola e grande non ci sarebbe il miracolo. Non saremmo qui a raccontare e raccontarci. A donarsi idee e collaborazione, progettando futuro per noi, per i nostri figli, per la comunità in questo piccolo spazio infinito.

Ora è notte, Agostino saluta e dice che tornerà nei prossimi giorni. Gli amici aiutano a portar via le bottiglie. Si spengono le luci. La vetrina riflette lampioni e disegni.

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