
Provvedimento di sequestro preventivo dello stabile di via Napoleone III, occupato il 26 dicembre 2003 da Casapound Italia (Cpi) nel quartiere romano dell’Esquilino. Atto richiesto dalla Procura nell’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale e all’occupazione abusiva. 17 anni a rifletterci per finalmente scoprire che i fascisti auto dichiarati di Casapound erano veramente fascisti, che violavano quindi la legge che vieta la ricostituzione del Partito fascista, e che occupavano senza pagare un soldo un intero palazzo, rubando milioni, tanti, allo Stato. Oltre alla denuncia presentata dall’Anpi per ricostituzione del partito fascista e dall’agenzia del demanio per danno erariale, l’imputazione è anche di uso della violenza nella lotta politica. Gli indagati sarebbero sedici e della lista farebbero parte i vertici nazionali dei «fascisti del terzo millennio», elenca Giansandro Merli:
Difficile prevedere i tempi dello sgombero, che oltre a essere legato alla vicenda giudiziaria dipenderà anche da decisioni politiche, ed è questo che alla fine suscita qualche preoccupazione nei denuncianti. «Il quartier generale di via Napoleone III ha sicuramente un peso simbolico e politico molto grande, ma è ormai solo un pezzo di un’organizzazione che, a 17 anni dalla prima occupazione, è molto più complessa», segnala il Manifesto.
«Soddisfazione per il sequestro preventivo, ora sciogliere tutti i gruppi fascisti», chiede l’Associazione partigiani di Roma nelle celebrazioni per il 76esimo anniversario della Liberazione della capitale. Anpi che denuncia anche la recente occupazione di Cpi a Ostia, in via delle Baleniere (tutti distratti, forze di polizia a magistratura da quella parti?). Un non casuale sincronismo con il sequestro romano, e ipotesi diffusa, un tentativo di «exit strategy dell’organizzazione». Una sede abusiva dopo l’altra. Quello che ancora non è chiaro, è come sia stato possibile che nel mezzo del lockdown, in un territorio battuto a tappeto dai controlli delle forze dell’ordine, sia stata occupata un’area militare (a Ostia) e perché la denuncia sia arrivata solo il 28 aprile, diversi giorni dopo l’ingresso degli occupanti.
L’intervento di sgombero –per ora ancora formale- dei Casapound Esquilino, litigato tra sindaca 5 stelle, «momento storico per la città», e il Pd che applaude a magistratura e forze dell’ordine. Intanto a destra nessuno difende esplicitamente Cpi, ma esponenti locali di Fratelli d’Italia e Lega rilanciano sullo sgombero delle occupazioni abitative e dei centri sociali. Tralasciando, però, le gravi accuse della procura, che vanno ben oltre oltre il tema dell’abusivismo: «L’associazione a delinquere finalizzata all’odio razziale». C’è un precedente che in qualche modo sembra anticipare questa vicenda: il sequestro disposto dalla procura di Bari della sede di Cpi del capoluogo pugliese e confermato in Cassazione. In quel caso le accuse erano di riorganizzazione del partito fascista e base operativa di raid squadristi. E quella era una sede affittata e non rubata.
«Giunto il momento di ribellarsi e innalzare il tricolore», contro coloro che «ci hanno messo prima le catene ed ora pure la museruola (la mascherina» e che «con la scusa della pandemia chi hanno arrestato e chiuso in casa per settimane». Infine, attraverso lettere inviate a testate locali online e a siti dedicati al calcio, i contorni nell’iniziativa sono emersi chiaramente come il tentativo di una parte dell’estrema destra di manifestare contro quello che viene definito come un «governo schiavo di consorterie economico finanziarie sovranazionali, legato al capitalismo finanziario globalista, che avrebbe instaurato niente meno che una deriva dittatoriale».
A firmare l’iniziativa, «Ragazzi Italiani», sigla volutamente generica dietro cui si celano alcune sigle di destra del mondo degli ultrà del calcio. Presentato inizialmente come «la manifestazione degli ultras», l’appuntamento romano appare come uno dei molti segnali di risveglio della destra radicale che sta accompagnando la fine del lockdown, mentre in quest’area politica si moltiplicano i segnali di crisi e di ricomposizioni in corso. «Dall’annuncio dello sgombero di Casa Pound alla crisi che attraversa Forza Nuova, con gruppi di ex militanti alla ricerca di una casa comune, dalle proteste organizzate nella capitale il 30 maggio sotto l’insegna di «Marcia su Roma» alle piazze complottiste dei Gilet Arancioni».