Negazionisti Covid, terrapiattisti, opportunisti politici e imbecilli

Versione scientifica dei negazionisti da virus le dichiarazioni del primario di rianimazione del San Raffaele di Milano, la maggior struttura ospedaliera privata in Lombardia e forse nel Paese, subito sospettato di interesse privato in atto sanitario e smentito da mezzo mondo scientifico planetario. Sino all’assurdo comiziante del generale dei carabinieri Pappalardo che il coronavirus lo arresta negandolo, come certi suoi colleghi del passato con la mafia. Dimenticandosi i 30 mila italiani morti forse per raffreddore in tutta Italia.

Remocontro al riparo di Zaia

«Zaia: terrapiattisti e negazionisti del virus? C’è un limite oltre il quale non si può andare», titola il Secolo d’Italia, altra fonte che non avremmo mai pensato di dover citare. «Luca Zaia, presidente del Veneto, se la prende con i negazionisti in servizio permanente. Quelli cioè che con le loro teorie complottiste sul virus mettono in pericolo la salute dei cittadini».  

Come negare la Shoa

Zaia paragona questi filoni di pensiero ai negazionisti dei campi di concentramento. “Chi nega la Shoa commette un reato”, afferma. E lascia intendere di essere favorevole a qualche paletto legale anche per chi diffonde teorie astruse come il fatto che la terra è piatta o come il fatto che il virus è inventato per soggiogare la popolazione mondiale. “Io sono per il libero pensiero – chiarisce – ma c’è un limite oltre il quale non si può andare”.

Gilet arancioni la Lega e la Shoa

Zaia sembra volersi riferire al movimento dei gilet arancioni, il cui capo, il generale Pappalardo, ha sostenuto in un’intervista al Corriere che il virus è un’invenzione e che basta un antibiotico per debellarlo. «C’è chi nega la pandemia da Coronavirus, serve una legge per chi nega evidenze? “Io sono per la libertà di pensiero, ma c’è un limite oltre il quale non si può andare. Chi nega cose come i campi di concentramento commette un reato, punto».

Non solo nelle piazze o fra i leader populisti

In Lombardia, abbiamo visto, è polemica fra sanità pubblica e privata. Le dichiarazioni del primario di rianimazione del San Raffaele contestate dai colleghi: «E’ vero, da giorni ricoveriamo pochi malati in terapia intensiva. Ma è l’effetto del caldo e del distanziamento». Utile ricordare la virologa Maria Rita Gismondo dell’ospedale Sacco di Milano che a fine febbraio assicurava che il coronavirus non fosse altro che una banale influenza. Allora e oggi Zangrillo, anziché rassicurare mettono in allarme i colleghi e creano scompiglio tra la popolazione.

Antivaccinisti e irresponsabili

Tra i negazionisti del coronavirus, un nome salta all’occhio: è quello di Stefano Montanari, farmacista e direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena e guru degli antivaccinisti. «Non c’è un aumento di mortalità a causa del coronavirus. Stiamo parlando del nulla: i morti per coronavirus sono tre», sostiene Montanari in un’intervista al canale Byoblu. Insomma, dopo i negazionisti dell’Olocausto, arrivano i negazionisti del coronavirus. E poi c’è la virologa Maria Rita Gismondo dell’ospedale Sacco di Milano che a fine febbraio assicurava che il coronavirus non fosse altro che una banale influenza. E che negano quello che è sotto gli occhi di tutti.

Pandemia bomba politica

La pandemia di coronavirus –lasciamo gli eroi della sanità pubblica a piangersi i morti e a leccarsi le ferite-  lascia spiazzati governi e cittadini. Compresi di imbecilli c’è arrivano ad affermare «SARS-CoV-2, in realtà, non esiste». Parafrasando Wittgenstein, i limiti del linguaggio sono i limiti del nostro mondo. “Coronavirus” parola anche polioticamente minacciosa. Negli Usa, dove fino a un mese fa Trump paragonava il virus a una banale influenza e adesso diventa la scusa di un quasi guerra vera con la Cimna. O come in Turkmenistan, dove da martedì è addirittura vietato girare con le mascherine e parlare della pandemia.

Negazionismo in salsa turkmena

Secondo Reporter senza Frontiere, il governo della repubblica dell’Asia centrale, guidata dall’autocrate Gurbanguly Berdimuhamedow, avrebbe proibito ai media statali di riportare la parola ‘coronavirus’. «Le autorità turkmene hanno tenuto fede alla loro reputazione adottando questo metodo estremo per sradicare tutte le informazioni sul virus», ha fatto sapere Rsf. Non solo. Secondo Turkmenistan Chronicle, dalle brochure informative sulla prevenzione delle malattie virali è stato eliminato ogni riferimento all’infezione da Covid-19.

La visita in Italia del presidente del Turkmenistan

Ma l’onda negazionista non si ferma qui. Radio Azatlyk riporta di poliziotti in borghese occupati a intercettare le conversazioni sulla pandemia tra la popolazione, mentre, stando a quanto riportano i corrispondenti di Radio Free Europe, la polizia adesso può arrestare chi indossa la mascherina in pubblico. «Una strategia paradossale che va oltre ogni logica: al momento i contagi ufficiali nella repubblica turkmena sono pari a zero, nonostante il vicinissimo Iran sia tra i Paesi più colpiti al mondo».

Dove il coronavirus ‘non esiste’

  • Bielorussia, ultime regime quasi sovietico, il presidente Lukashenko, in carica da venticinque anni, invita una giornalista a guardarsi attorno e a dirgli se vedeva il virus da qualche parte: «Vero che non si nota nulla?». Il ministro della sanità, a suo rischio e pericolo, in vece il virus lo vede, e anche i morti che causa.
  • Del  Turkmenistann già abbiamo detto. Il 7 aprile il presidente ha celebrato la Giornata Mondiale della Salute con una multitudinaria parata ciclistica, rigorosamente senza distanze di sicurezza né mascherine, nelle strade della capitale Ashgabat. informative che gli operatori sanitari, spesso al margine delle direttive governative, stanno portando avanti in semi-clandestinità.
  • Corea del Nord. Se Kim Jong-Un nega la presenza di casi di Covid-19 nel Paese, Pyongyang ha preso provvedimenti per prevenire il contagio fin dall’inizio dell’emergenza. Il 21 gennaio le autorità decretavano la chiusura della frontiera con la Cina e il blocco di tutti i voli in entrata e in uscita. Diplomatici evacuati in fretta e furia all’inizio di marzo. Scuole chiuse, parate militari ed altri eventi di massa sospesi.

Leghisti, ex 5 Stelle integralisti e no vax

La tesi cospirazionista: “Non servono i vaccini”. L’ultimo bersaglio: Bill Gates. Nella campagna No Covid il grande vecchio che manovra il pianeta non è più il finanziere George Soros: con la pandemia mondiale da Covid-19 il frastagliato mondo complottista ha trovato un nuovo nemico: Bill Gates, ex uomo più ricco del mondo, colpevole – secondo i negazionisti del virus – di puntare a una “sterilizzazione di massa”. Populismo creativo senza confini e testa.


Tags: negazionisti
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