
Nel mondo i casi di contagio sono almeno 5,826 milioni , secondo i dati aggiornati dall’Afp, e i decessi oltre 360 mila (360.419). Gli Stati Uniti restano i più colpit, con 101.621 vittime e oltre 1milione e 700mila contagiati. Visto che nel pezzo sopra parliamo nella rivolta di Minepolis contro le discriminazioni razziali e violenze varie, utile ricordare che gli afroamericani, «i neri muoiono ad tasso triplo da quello dei bianchi», e non per fragilità fisiche.
Dopo gli Usa, è il Brasile è il secondo Paese più colpito al mondo per numero di contagi con 26.417 nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, il numero più alto in un solo giorno nel Paese dallo scoppio della pandemia che fa salire a 438.238 il totale dei casi nel Paese. Nell’Europa con oltre 176.117 morti e più di due milioni di casi, è il Regno Unito il paese più colpito con 37.837 vittime e 269.127 infetti, e il tragico podio viene da molti letto anche in chiave politico sanitaria. Segue l’Italia, Lombardia drammaticamente leader e una certa fascia di Regioni a nord , con 33.142 morti (231.732 infetti), la Francia con 28.662 morti (186.238 casi) e Spagna con 27.119 morti (237.906 casi), secondo i dati Afp.
L’Oms avverte, previste nuove ondate. «Anche se il lockdown è stato abolito in molti Paesi, bisogna continuare a mantenere il distanziamento e isolarsi immediatamente se ci si ammala», ripete attraverso la Bbc l’inviato speciale dell’Oms per il Covid 19 David Nabarro. «Il coronavirus ‘non è sparito’ e con l’allentamento delle restrizioni dobbiamo prepararci all’arrivo di nuove ondate che si diffonderanno molto velocemente», ha aggiunto il rappresentante dell’agenzia dell’Onu. Ovviamente ci sarà subito qualcuno a riprendere la parole di Trump contro l’organizzazione internazionale, accusata di sbagliare per il mancato o troppo allarme, e seconda della convenienze politiche di chi parla.
La Corea ri-chiude: picco di contagi nel paese modello. Seul ordina un nuovo lockdown dopo tre giorni di crescita dei casi di coronavirus. Da primo della classe nella lotta contro la pandemia, il paese rischia di ritornare al punto di partenza: per tre giorni consecutivi hanno registrato più di 50 casi e giovedì si è arrivati a più di 80, la cifra più alta in quasi due mesi. Il nuovo focolaio di contagi, il secondo in questo mese, ha fatto scattare tutti gli allarmi: da oggi e fino al 14 giugno sono di nuovo chiusi musei, teatri e parchi nell’area metropolitana di Seul, dove vivono circa la metà dei 50 milioni di coreani. E il governo ha chiesto alle imprese di tornare a fomentare il telelavoro e alla gente di evitare i posti affollati e di mantenere le distanze sociali.
La Corea è stata un modello per il resto del mondo, dopo essere riuscita a contenere il numero di vittime a 270 e i casi confermati a circa 11mila, senza un confinamento duro sul modello di quelli applicati in Europa, grazie a un efficientissimo sistema di monitoraggio dei nuovi casi. Ripresa dei contagi, investigazione immediata e la scoperta dei nuovo focolaio. Il magazzino di una grande impresa di vendita online, Coupang. La gran parte dei contagiati sono lavoratori del magazzino. Sembra, secondo il Guardian, che l’impresa – sotto pressione per l’aumento della domanda di e-commerce di questi mesi – non avesse applicato le norme di igiene, come l’obbligo per i lavoratori di indossare la mascherina e quella di tenere a casa gli impiegati che mostrassero sintomi della malattia.
«Le prossime due settimane saranno cruciali per contenere le infezioni», ha detto il ministro della salute Park Neung-hoo. «Se falliamo, dovremo tornare al distanziamento sociale», la misura più dura adottata dal paese asiatico. 500 delle scuole che stavano riaprendo hanno deciso di posticipare il ritorno tra i banchi.
Come la Corea riuscirà a gestire questo e i futuri focolai darà indicazioni a tutti i paesi che stanno allentando le misure di restrizione della mobilità per dare un respiro all’economia su come evitare nuovi picchi.