
La ultima parole di Geoprga Floyr prima che la voce gli si strozzasse in gola assieme al respiro. Le ultime parole e l’inizio della rabbia. Rabbia esplosa dopo la diffusione lunedì del video che ha registrato gli ultimi istanti di vita di George Floyd, 47 anni, morto con le mani legate dietro la schiena e la faccia sul marciapiede mentre il ginocchio di un poliziotto bianco, gli stritolava il collo e l’ultimo respiro mentre tre colleghi guardavano.
«Il video, subito virale, è andato a ingrossare la sempre più voluminosa documentazione audiovisiva di uomini neri pestati e uccisi dalle forze dell’ordine», denuncia Luca Celada dagli States.
Dopo, l’indignazione, la rabbia e la protesta che prende presto la strada della violenza contro la polizia e le cose che più rappresentano l’attuale società americana. I manifestanti hanno eretto barricate per le strade, infranto vetrine, appiccato numerosi incendi. I reparti antisommossa hanno riposto con lacrimogeni, granate stordenti, cariche e proiettili di gomma. «Nell’America stremata dai rancori e dall’astio esasperati dalla Casa bianca, l’uccisione di Floyd ha fatto riesplodere violentemente la questione razziale».
Il sindaco di Minneapolis, Jacob Frey, che ieri aveva denunciato, «Se Frey fosse stato bianco sarebbe vivo» (https://www.remocontro.it/2020/05/28/afroamericano-ucciso-dalla-polizia-il-sindaco-di-mineapolis-fosse-stato-bianco-sarebbe-vivo/), ora chiede una rapida procedura penale contro i responsabili. «Come è possibile che l’uomo che ha ucciso George Floyd non sia in prigione? – ha chiesto Frey su Twitter – Se aveste fatto lo stesso voi, o l’avessi fatto io, a quest’ora saremmo dietro le sbarre».
«Pensavamo fosse un ladro e lo volevamo arrestare», avevano dichiarato. Solo l’indignazione seguita al video ha provocato il loro arresto (uno è consulente del procuratore locale) e l’apertura di un’inchiesta federale. «Per entrambi i casi si dovrà ora attendere l’esito delle inchieste per sapere se potrà esserci giustizia», ci ricorda scettico Luca Celada. Sul caso Floyd indaga l’Fbi, e il dipartimento di Giustizia l’ha definita «una priorità».
Dimenticandosi di dire che gli omicidi di polizia impuniti sono un migliaio circa all’anno. Mentre i neri muoiono di Covid-19 a un tasso triplo di quello dei bianchi.
Priorità Twitter, il nemico del momento, Prima Twitter aveva censura Trump, segnalando alcuni dei suoi cinquettii come fake News. Un vero e proprio schiaffo per l’inquilino della Casa Bianca che ha fatto di Twitter la sua principale piattaforma elettorale. «Twitter sta interferendo nelle elezioni e io come presidente non consentirò che accada», la replica sempre muscolare di Trump, «Regolamenteremo fortemente le piattaforme social o le chiuderemo».
Nodo centrale dello scontro, l’ipotesi del voto per posta alle presidenziali di Novembre. Prudenza anti Covid per molto Stati, minaccia di più elettori arrabbiati alla urne il timore di Trump e dintorni.