
Smirne la laica. Smirne “gavur”. L’infedele, nella critica bruciante di Recep Tayyip Erdogan che qui, unica grande città turca mai caduta sotto i conservatori islamici, non ha mai vinto un’elezione, si conferma la “bestia nera” dei religiosi più osservanti. L’altra notte, in pieno Ramadan, al posto dell'”adhan”, la chiamata rituale alla preghiera islamica, diverse moschee del centro hanno diffuso a sorpresa le note di Bella Ciao.
Le parole “O partigiano, portami via”, seppure nella versione adattata in lingua turca, sono risuonate come una colossale critica al potere, se non un vero e proprio sberleffo. Al punto che, ad adirarsi in maniera formidabile, è stato il portavoce del partito conservatore di ispirazione religiosa, già ministro del leader turco.
La gente si è poi accorta che la Bella ciao in turco era quella cantata dai Grup Yorum, la band di folk falcidiata il mese scorso dalle morti per sciopero della fame di tre dei suoi elementi, la cantante Helin Bolek, il bassista Ibrahim Gokcek e il chitarrista Mustafa Kocak. I tre si sono lasciati morire dopo 300 giorni di digiuno volontario, per non avere ricevuto dalle autorità rassicurazioni necessarie al loro ritorno ai concerti dopo le accuse di “legami con il terrorismo”.