
Ai primi di maggio il mondo scopre a sorpresa che in Germania c’è ancora una sinistra che oltre al verde ricorda un po’ di rosso, che sostiene che il nucleare americani che è costretta a tenersi in casa, sia «residuo disumano della Guerra fredda e in mano ad un Trump imprevedibile». Provocazione politica ad uso interno ma non del tutto campata in aria.
Uno degli articoli dell’accordo internazionale sulla riunificazione tedesca controfirmato da Usa, Russia, Francia e Regno Unito il 15 marzo 1991, stabilisce che la Bundesrepublik «rinuncia alla produzione, possesso e controllo di armi nucleari, biologiche e chimiche». Col ‘cavillo’ che sfugge (?) della «difesa da minaccia estrema». Il cavillo che oggi consente a Washington di mantenere gli ordigni nei bunker degli aeroporti militari in Germania come in Italia, Belgio, Paesi Bassi e Turchia. Per le bombe atomiche, grazie ai cablo riservati dell’ambasciata Usa a Berlino diffusi da Wikileaks, sappiamo che attualmente, nella base aerea di Büchel in Renania-Palatinato risultano stoccate ‘solo’ 20 bombe atomiche modello “B61”. Noi tra Aviano e Ghedi (e quello che non sappiamo), abbiamo ben altro!
La deterrenza nucleare della Nato si sposta verso la Polonia? Butta lì Matteo Acciaccarelli su InsideOver, ed è una specie di bomba, anche se non atomica. «Se il governo tedesco dovesse decidere di uscire dal dispositivo di deterrenza Nato, gli Stati Uniti sarebbero pronti a trasferire le circa 20 bombe nucleari B61 in Polonia». Minaccia a ricatto espliciti affidati all’ambasciatrice degli Stati Uniti a Varsavia, Georgette Mosbacher. Uno “spostamento a Est” degli ordini nucleari certo non buttato lì a caso. Per ora si fa finta di discutere se ci sono o non ci sono gli aerei polacchi per lanciarle (la Germania i suoi li vuole rottamare), ma la sostanza è ben altra.
La Russia si troverebbe con gli ordigni nucleari Usa al suo confine. Ed sarebbe certa, scontata, naturale, una reazione di Mosca, che potrebbe incrementare il numero di forze militari ‘convenzionali e non’, lungo il confine con i Paesi Nato. Ovviamente ‘la colpa fu’, e il fronte statunitense denuncia l’aumento della presenza di forze militari russe nella zona del Baltico e dell’Ucraina.
«Probabilmente quella dell’ambasciatrice statunitense in Polonia rimarrà una provocazione, ma di certo dovrebbe suonare come un ulteriore messaggio diretto a Berlino, ovvero: la Germania deve rimanere centrale nel programma di deterrenza Nato».
Salvo Covid sfidato finora impunemente ed elettorato Usa a novembre.