Le atomiche Usa che la Germania non vuole più verso la Polonia? Tra provocazione e cretineria

Può essere anche solo una provocazione, ma resta cretina. Peggio se è siamo di fronte ad una pensata reale della Nato. La bombe atomiche Usa dalla vecchia guerra fredda e non più gradire in Germania, verso la Polonia a tre passi da Mosca? Praticamente alle porte di casa del solo altro avversario nucleare che se si arrabbia potrebbe far finire il mondo.

Spd tedesca «Via le bombe atomiche Usa dalla Germania»

Ai primi di maggio il mondo scopre a sorpresa che in Germania c’è ancora una sinistra che oltre al verde ricorda un po’ di rosso, che sostiene che il nucleare americani che è costretta a tenersi in casa, sia «residuo disumano della Guerra fredda e in mano ad un Trump imprevedibile». Provocazione politica ad uso interno ma non del tutto campata in aria.

Antiamericanismo post ideologico?

Paura del matto. Nel 2018 Donald Trump ha riformato la dottrina nucleare Usa e oggi quasi due trilioni di dollari vengono spesi globalmente per il riarmo. «Non sarebbe meglio utilizzarli per combattere la pandemia e ricostruire l’economia? Chi è oggi il nemico dell’umanità?». chiede il capogruppo Spd, Rolf Mützenich, tra i leader della sinistra del partito.

Idealista a perdere ed eredità taciute

Uno degli articoli dell’accordo internazionale sulla riunificazione tedesca controfirmato da Usa, Russia, Francia e Regno Unito il 15 marzo 1991, stabilisce che la Bundesrepublik «rinuncia alla produzione, possesso e controllo di armi nucleari, biologiche e chimiche». Col ‘cavillo’ che sfugge (?) della «difesa da minaccia estrema». Il cavillo che oggi consente a Washington di mantenere gli ordigni nei bunker degli aeroporti militari in Germania come in Italia, Belgio, Paesi Bassi e Turchia. Per le bombe atomiche, grazie ai cablo riservati dell’ambasciata Usa a Berlino diffusi da Wikileaks, sappiamo che attualmente, nella base aerea di Büchel in Renania-Palatinato risultano stoccate ‘solo’ 20 bombe atomiche modello “B61”. Noi tra Aviano e Ghedi (e quello che non sappiamo), abbiamo ben altro!

Germania ‘cattiva’ nella Nato

«La Germania mina la capacità nucleare della Nato». Parla chiaro e a voce alta Richard Grenell, che non è solo l’ambasciatore degli Stati uniti a Berlino ma anche l’uomo più importante dell’amministrazione Trump in Europa e il nuovo «top adviser» della National Intelligence americana. E’ l’America First delle urla trumpiane. Stessa grinta maleducata.

Ma adesso la Polonia

La deterrenza nucleare della Nato si sposta verso la Polonia? Butta lì Matteo Acciaccarelli su InsideOver, ed è una specie di bomba, anche se non atomica. «Se il governo tedesco dovesse decidere di uscire dal dispositivo di deterrenza Nato, gli Stati Uniti sarebbero pronti a trasferire le circa 20 bombe nucleari B61 in Polonia». Minaccia a ricatto espliciti affidati all’ambasciatrice degli Stati Uniti a Varsavia, Georgette Mosbacher. Uno “spostamento a Est” degli ordini nucleari certo non buttato lì a caso. Per ora si fa finta di discutere se ci sono o non ci sono gli aerei polacchi per lanciarle (la Germania i suoi li vuole rottamare), ma la sostanza è ben altra.

Atomiche Usa alla porta della Russia

La Russia si troverebbe con gli ordigni nucleari Usa al suo confine. Ed sarebbe certa, scontata, naturale, una reazione di Mosca, che potrebbe incrementare il numero di forze militari ‘convenzionali e non’, lungo il confine con i Paesi Nato. Ovviamente ‘la colpa fu’, e il fronte statunitense denuncia l’aumento della presenza di forze militari russe nella zona del Baltico e dell’Ucraina.

Nato troppo americana e Difesa europea

«Per la Germania, che mira –insieme alla Francia– a guidare l’Europa e a creare delle forze di difesa comuni, sarebbe illogico uscire dal dispositivo di deterrenza nucleare messo in campo dalla Nato», sostiene e scrive Acciaccarelli. Secondo cui l’obiettivo della diplomazia statunitense (con la minaccia di Varsavia) sarebbe quello di convincere Berlino a rimanere parte del programma e di aumentare gli investimenti nel campo della Difesa, così da raggiungere la spesa del 2% del Pil prefissata in ambito Nato.

«Probabilmente quella dell’ambasciatrice statunitense in Polonia rimarrà una provocazione, ma di certo dovrebbe suonare come un ulteriore messaggio diretto a Berlino, ovvero: la Germania deve rimanere centrale nel programma di deterrenza Nato».

Salvo Covid sfidato finora impunemente ed elettorato Usa a novembre.

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