L’America First di Donald Trump col vaccino salvavita che ancora non c’è ma che dovrà essere mio perché sono più groppo potente e ricco. Poi, ad esempio la Cina di Xi Jinping, che punta a far diventare il suo Paese-continente, da prima origine del virus a salvatore del pianeta col vaccino salvatutti. «In mezzo ci sono l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Unione Europea e le tante istituzioni che invocano una stretta collaborazione per far sì che la corsa al vaccino non si trasformi in una gara tra Stati».
«Il guaio è che la corsa al vaccino ha già preso i tratti di una competizione spietata, intrisa di nazionalismi», ammonisce Belardelli. Ricordate le crisi e le denunce per spedizioni di mascherine bloccate alle frontiere? Proviamo a immaginare una quantità di vaccini veramente salvavita che va verso un solo Paese? Tutti noi e il coronavirus cancellati assieme a colpi di bombe atomiche.
La vicenda della casa farmaceutica francese Sanofi che dice al mondo, chi paga prende, e la valuta privilegiata per la multinazionale è il dollaro Usa. Macron fa il boy scuout, “Un vaccino deve essere sottratto alla legge del mercato”. La Commissione Europea insegue: “Si tratta di un bene pubblico, il suo accesso deve essere equo e universale”.
Tutti a non dirci perché oggi l’eccellenza della ricerca scientifica non è più nelle università ma in azienda private. Un po’ come la sanità lombarda tra pubblico e privato.
«Ma business is business, come ha ammesso candidamente il presidente di Sanofi France, Olivier Bogillot». Affermazione abbastanza disumana e meschina, ma l’America First di Trump non è forse la stessa cosa? Peggio, sul fronte Usa, il legittimo sospetto che tanto accanimento presidenziale sul vaccino sia più una rincorsa alla rielezione che a risparmiare un po’ di vite, dopo quelle briciate da stupide spacconerie dell’incapace.
«La commissione di Warp Speed ha già selezionato 14 progetti di vaccino “promettenti per profilo di sicurezza e velocità di produzione su larga scala”, con l’intenzione di ridurre ulteriormente la lista a 8 entro luglio». Scienza finalmente al comando anche con l’isterico Trump? Manco per ridere. «Non ci sarà spazio per i progetti made in China, anche se 4 degli 11 prototipi in fase di sperimentazione sugli esseri umani sono cinesi». Versione ritoccata dell’America first, “mettiamoci in sicurezza noi per poter mettere in sicurezza gli altri”. Insomma, anche qualche dose extra di vaccino per il mondo.
«Va da sé che in quel “mondo” non rientra la Cina, nemica giurata di Donald Trump fin da tempi non sospetti, quando ciò che faceva paura agli economisti era la guerra commerciale, e non ancora una pandemia».
«Tra Stati Uniti e Cina sta andando in scena qualcosa di molto simile alla competizione tra Usa ed ex Urss per la corsa allo spazio», scrive il Financial Times. Una nuova Guerra Fredda con a capo dei protegonistri, certamente uno, da far paura. «In mezzo a questa gara ci sono i Paesi europei e l’Oms, che stanno cercando di mantenere viva l’opzione multilaterale con una serie di vertici di raccolta fondi».
«Pensare che i Paesi possano condividere un vaccino prima di aver soddisfatto i propri bisogni locali è pura utopia». E la nazionalizzazione, a Washington, sembra un fatto inevitabile.