Londra – Caos Fase 2 e guerra dei dati: 40mila vittime

L’Istituto di statistica nazionale smentisce il governo Johnson che continua a sottostimare le vittime del coronavirus

Oltremanica, il coronavirus ha strappato la vita, per adesso, a oltre quarantamila persone. Tante quante l’intera popolazione di città come Dover. Il triste bollettino porta il timbro dell’ufficio statisticonazionale (Ons) che aggiorna con le morti extra-ospedaliere, la conta dei decessi avvenute nel sistema sanitario nazionale che Downing Street annuncia ogni giorno in conferenza stampa.

La tentazione di ignorare l’evidenza dei dati, quelli che descrivono la Gran Bretagna come il paese europeo più colpito dal virus, secondo nel mondo solo agli Stati Uniti, è dettata, lascia intendere il governo, dal fatto che le rilevazioni non sono condotte ovunque con gli stessi. Il problema è che, stando a proiezioni matematiche non ufficiali, il numero delle vittime britanniche potrebbe essere ben oltre la soglia «choc» dei 40mila già annunciata ieri.

Alcune ricerche citate dalla “Bbc” evocano addirittura un differenziale fra le morti previste e quelle calcolate di circa 50.000 persone in più. Ad agitare i sonni della Gran Bretagna, alle prese da lunedì con un alleggerimento marginale e confuso delle misure per il contenimento del Covid-19, ci sono poi altri numeri, ovvero quelli che riguardano la crisi economica innescata dalla pandemia.

Il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, ha ieri annunciato l’estensione fino a ottobre del piano, inizialmente previsto fino a giugno, con cui il governo sostiene fino all’80% lo stipendio dei lavoratori messi in congedo: ad oggi, 7 milioni di persone, per una spesa di circa 14 miliardi di sterline al mese.

Domani entrano in vigore le linee guida che consentiranno a una ristretta categoria di lavoratori, tra cui agricoltori, muratori, camionisti e ricercatori, di ritornare alle proprie attività. A loro, il governo raccomanda, possibilmente, di non utilizzare i mezzi di trasporto pubblico e di mantenere il distanziamento sociale dai colleghi. Confermata fino a fine luglio la chiusura delle strutture ricettive e l’intenzione, seppure non ancora calendarizzata, di introdurre la quarantena obbligatoria per chiunque si recherà Oltremanica dall’estero, con o senza sintomi, e con qualunque mezzo. Previste, tuttavia, condizioni reciproche più flessibili con alcuni Paesi, come per esempio quelle già concordate con la Francia.

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