Trump suonato contro un Biden assente, in casa dem ipotesi cambio

La pandemia e la quarantena hanno congelato la campagna per le Presidenziali. Trump che imperversa in tutte le tv. Rischio overdose e scemenze alla varechina. Ma il candidato Biden dov’è finito?

Trump, contagio tv peggio del virus

Il Coronavirus ha rigirato il mondo sottosopra. Nessuna meraviglia, quindi, se ha cambiato anche tutti gli scenari che normalmente precedono le elezioni presidenziali americane. Certo, nella patria dei sondaggi “h24”, i numeri contano ancora, ma forse in maniera più sfumata di altre volte. A ottobre scorso la media ponderata elaborata dal sito RealClearPolitics, dava Joe Biden in vantaggio di 12 punti su Trump. Oggi, questo margine cospicuo si è più che dimezzato e continua ad erodersi. Questione di “visibilità” sostengono molti analisti: la quarantena imposta dalla pandemia ha praticamente congelato la campagna elettorale, che adesso si svolge esclusivamente per via telematica. E qui Trump e la sua squadra hanno un’esperienza di acciaio inossidabile. Indipendentemente da quello che dicono, conta soprattutto la capacità di essere “presenti” e la catastrofe pandemica offre una assist formidabile all’attuale Presidente, che sta collezionando una vera e propria abbuffata di comparsate televisive.

Abbuffata tv, ma stia zitto

L’importante, gli raccomandano i suoi, e che parli il meno possibile, per evitare, come gli capita spesso, di uscire dal seminato. Insomma, farsi vedere con una faccia di circostanza può bastare, se si pensa che il “front runner” democratico, Joe Biden, è ormai ridotto al rango di ectoplasma. I suoi flebili lamenti traspaiono soltanto dai social e dagli spot elettorali. Ma in questi campi, come abbiamo detto, l’attuale inquilino della Casa Bianca si muove a suo agio. Basti solo pensare che Trump può collezionare la bellezza di 80 milioni di followers su Twitter, quasi 30 milioni su Facebook e quasi 400 mila “subscribers” su YouTube; laddove, invece, il derelitto Biden arriva, rispettivamente, ad appena 5 milioni, 2 milioni e meno di 50 mila. Miserie.

Il peggio vincente nonostante tutto

Se i chiari di luna dovessero continuare a essere questi, allora, udite udite, Trump nonostante tutte le fesserie combinate in politica estera, nel campo (vero nervo scoperto) dei diritti civili e l’improvviso tracollo del Prodotto interno lordo Usa, rischierebbe di vincere. Ennesima beffa, per i Democratici, che pensavano di arrivare in carrozza alla Casa Bianca, pur essendo costretti a trascinarsi lo scolorito e sonnolento “Sleepy Joe” (Biden). E invece, siccome le disgrazie arrivano spesso in compagnia, ora è spuntata anche un’accusa di molestie sessuali (un po’ datata per la verità) avanzata da una ex-collaboratrice del candidato democratico. Certo, si fa presto a dire “la sua parola contro la mia”. E infatti Biden ha già sdegnosamente smentito tutto. Però, quando si mette in moto il ventilatore del fango, a torto o a ragione, qualche schizzo di melma arriva sempre.

‘Effetto ventilatore’

Insomma, per farla breve, il Coronavirus ha sparigliato le carte e, paradossalmente, potrebbe anche far girare il vento dal lato di Trump, costruendo intorno alla sua sgraziata figura una specie di “sindrome di Stoccolma”. L’innamoramento che per un bizzarro gioco dell’encefalo, fa innamorare le vittime dei loro carnefici. Forse presentare così il feeling tra una parte degli americani e il loro attuale Presidente può sembrare una forzatura, ma i numeri non mentono: continuando di questo passo, tra una gaffe e l’altra, qualche battuta da bettola, il suo taglio di capelli stile “ritaglio di moquette” e la sua vocina alla Donald (Duck), Trump potrebbe anche scavallare lo “zombie” Biden. Specie in quelli che gli analisti chiamano gli “swing States”, gli Stati dove una manciata di voti (come la Florida) può fare la differenza.

Troppo scolorito Biden, aiutino dall’Italia?

Allarmismi infondati? Piano. L’accampamento del Partito dell’Asinello è già in subbuglio e molti autorevoli esponenti hanno le mani ai capelli. Nelle stanze che contano si fanno e si rifanno i conti e, soprattutto, già qualcuno tratteggia scenari da fantapolitica. Perso per perso, si sostiene, se “Sleepy Joe” dovesse continuare a rimanere sotterrato nelle catacombe, allora è meglio cambiare cavallo. I nomi? Quello solito, della “riserva” (in tutti i sensi), di Hillary Clinton, che odia Obama e, per la proprietà transitiva, il suo protetto Biden. E quello nuovo, il Governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo. Figlio d’arte (il padre Mario, origini salernitane, è stato lui stesso Governatore), la cui mamma fa di cognome Raffa. From Sicily, per capirci. Il che ce lo rende doppiamente simpatico [Piero Orteca da Messina, NdR].

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro