La Russia del Covid-19, maldicenze senza misteri – il VIDEO di Marc Innaro

Dopo 2 mesi di crescita apparentemente inarrestabile, in Russia il numero di nuovi casi di COVID-19 è stato superato dal numero dei guariti.

Più guariti che nuovi contagiati

E’ ancora presto per cantare vittoria, avvertono le autorità sanitarie di Mosca, ma se la tendenza dovesse consolidarsi, con un tasso dello 0,4 per mille la Russia sarebbe uno dei grandi Paesi con il numero più basso di contagi e di morti, in rapporto al numero dei propri abitanti.

  Da giorni, l’aumento dei contagi cresce ad un ritmo sempre più lento, soprattutto nella regione di Mosca, dove si concentra il 70% dei casi. Appena individuati i primi casi, a metà febbraio erano stati blindati i confini con la Cina, e poi man mano quelli con il resto del mondo. La task-force allestita dal Cremlino ha poi attuato una politica di sistematico tracciamento e  isolamento obbligatorio dei contagiati e di tutti i loro contatti, limitando sempre di più i visti d’ingresso per gli stranieri, fino alla decisione di sospendere tutti i voli internazionali, tranne che per il rimpatrio dei cittadini russi.

Lockdown non totale

  Da un mese, numerose regioni, a cominciare da quella di Mosca (con i suoi 20 milioni di abitanti), sono di fatto in lockdown, ma non totale. Ferie obbligatorie pagate oppure smart working, tranne che per i lavori ritenuti essenziali; e codici QR, concessi via Internet, per potersi spostare in macchina o sui mezzi di trasporto pubblico. Distanziamento obbligatorio in metro e sugli autobus. Tutti gli anziani, oltre i 65 anni, in quarantena precauzionale a casa, con la spesa ordinata sul web o al telefono, e consegnata dai volontari. Trasformati in reparti COVID interi ospedali, completamente isolati, assieme a medici e infermieri che dopo il turno di lavoro devono andare dormire in albergo, per non contagiare i propri familiari. Costruite a tempo di record anche numerose strutture come quella inaugurata pochi giorni fa alle porte di Mosca, che con 850 posti-letto diventerà il più grande centro ospedaliero russo per malattie infettive. A medici e infermieri, durante tutta l’emergenza COVID garantito uno stipendio triplo, oltre ad assicurazione, trasporto, vitto e alloggio. E in un mese effettuati quasi 3 milioni di tamponi. Uno sforzo economico e organizzativo gigantesco, che dalla sua residenza di Novo-Ogarёvo, Vladimir Putin segue di persona, ogni giorno, in diretta televisiva, collegato con ministri, governatori, primari, virologi e scienziati.

75 dopo la vittoria e il referendum

Rimandata a data da destinarsi la tradizionale parata militare del 9 maggio, con cui la Russia quest’anno avrebbe celebrato il 75.esimo anniversario della vittoria sovietica sul nazi-fascismo, Putin ha dovuto rinviare a malincuore anche il referendum che avrebbe annullato il limite costituzionale di due mandati presidenziali consecutivi.

  Molto più che la pandemia, quel che in realtà sembra preoccupare davvero il leader del Cremlino è la spaventosa crisi economica che ha già investito la Russia. Oltre ad un crollo verticale del PIL, che si stima in un allarmante -20%, in gioco ci sono milioni di posti di lavoro, e migliaia di piccole e medie imprese. Negozi, catene commerciali, concessionarie, ristoranti, bar, alberghi, terziario, taxi, cinema, palestre: a rischio povertà è una fetta consistente del ceto medio, quello che –soprattutto nei centri urbani- aveva rappresentato negli ultimi anni uno dei pilastri del consenso di Putin. A tutti, è vero, sono stati garantiti ingenti sgravi fiscali, aiuto economico a fondo perduto, prestiti a tasso zero.

Rublo a scendere con gas e petrolio

Intanto, in attesa che il Paese riparta, e con esso fabbriche, trasporti, commercio e consumi, la Banca Centrale russa si sta dissanguando nel tentativo di frenare l’inesorabile svalutazione del rublo, che viaggia di pari passo con il crollo del prezzo di gas e petrolio. Se non ripartirà presto l’economia mondiale, per Putin e per la Russia sarà tempesta.

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