Ossezia del Nord come negli Usa, assaggi di rivolta alle restrizioni coronavirus

Federazione russa, Caucaso, ai confini contesi con la Georgia. «Un fiume di gente si riversa nelle strade urlando ‘fame’, e prova a piantare le tende nella capitale. Arresti e violente cariche della polizia. Imbarazzo a Mosca da dove scrive Yurii Colombo

Rivolta popolare all’epoca di Covid-19

«Vladikavkaz, capitale della Ossezia settentrionale, repubblica autonoma della Federazione russa, 350 mila abitanti. Scoppia qui la prima rivolta popolare all’epoca di Covid-19». Tanta povera gente, racconta il cronista, donne, anziani riversata in piazza Shtyba dove ha sede il governo della repubblica. Con un solo slogan, «fame! fame!». Tutti e chiedere la riapertura delle aziende in ‘lockdown’ e le dimissioni del governo. «Una rottura violenta del regime di quarantena esemplificato dal fatto che nessuno in piazza indossava le mascherine e non badava in alcuno modo a tenere distanze di sicurezza».

Miscredenti del virus e staliniani

Qualche strumentalità simile a quella sollecitata da Trump negli stati a governo Dem contro il ‘lockdown’. Qui, all’altro capo del mondo,  sempre che la ribellione era stata organizzata dal gruppo ‘Cittadini dell’Urss’, «un’organizzazione informale di nostalgici dell’Urss con tinte vagamente staliniane diretta da Vadim Celdiev, un ex soprano prestatosi alla politica convinto che coronavirus non esista e sia semplicemente un’invenzione dei ‘poteri forti globali’ per asservire i popoli». Complottismo a contagio globale, come il virus. L’arrivo dei reparti speciali della polizia, gli Omon, mentre i manifestanti iniziavano a installare tende con l’intenzione di presidiare giorno e notte la piazza.

Più del virus poté il digiuno

Le richieste dei dimostranti, aiuto economico alla popolazione e dimissioni del governo.  Ovviamente il governo non si dimette e iniziano le cariche della polizia per sgomberare la piazza. «Secondo quanto informa il canale telegram Osetia, gli scontri sono proseguiti in altre zona della città. Tutti gli accessi stradali alla città sono ora stati sigillati mentre sui tetti delle case continuano a volteggiare gli elicotteri». Per molte ore le principali agenzie di notizie russe non hanno informato di quanto stava succedendo. Kommersant , quotidiano di Confindustria, ha messo in rilievo solo l’elemento caricaturale, manifestazione indetta da un gruppo ‘staliniano e cospirazionista’.

Il cantante staliniano

Populismo pericoloso guidato un ex cantante lirico, Vadim Cheldiev (tra cantanti ed attori, parallelismi italiani non voluti). Dall’introduzione della quarantena, sul suo canale Telegram  Vadim Cheldiev esortava alla ribellione contro la “cospirazione mondiale” e chiedeva “verità”, accusando i medici che lavorano nelle aree “sporche” degli ospedali di cospirare con il governo». E dai medici l’allarme vero: «la scelta di scendere in piazza è stata un disastro sanitario e provocherà un focolaio immenso». Dubbio di molti, se la scintilla di Vladikazakaz potrebbe estendersi in tutto il paese? Perché sulla scia del virus, i complottisti proliferano

Irrazionalità tra paura e bisogni

«La miseria e la disperazione sociale osseta non è generalizzabile a tutta la Russia», precisa Yurii Colombo sul Manifesto. Molti commercianti di quella regione hanno attività in nero e quindi né loro né i loro dipendenti possono ricevere gli aiuti finanziari decisi da Putin. Tuttavia più passano i giorni e più i segnali di cedimento della coesione sociale iniziano a manifestarsi in varie provincie creando qualche preoccupazione  a Mosca, ma non soltanto. Le strumentalità elettorale di Trump negli Stati Uniti per il ‘libera tutti’ anche a costo di altre decina di migliaia di morti. O il Brasile nero di Bolsonaro. Per certi versi, anche certi cordogli funerari irresponsabili nostrani.

LE PROTESTE ANTI QUARANTENA USA

Tags: Covid rivolta
Condividi:
Altri Articoli
Remocontro