
Giornalista, sceneggiatore, regista, ma anche attivista per i diritti civili nel suo Paese, tanto che per questo Sepúlveda aveva dovuto lasciare il Cile, dopo aver trascorso due anni e mezzo in carcere, per essersi opposto al regime dittatoriale: “E’ il modo più giusto di vivere, vivere con un obiettivo chiaro, essere sempre contro tutto quello che va male, che non funziona, contro chi attenta alla dignità dell’essere umano, non posso cambiare, sono semplicemente fatto così”.
Da allora aveva iniziato viaggiare in America Latina e poi nel resto del mondo, senza mai tradire quel coraggio radicato nel suo animo da guerriero, che lo aveva portato a collaborare anche con Greenpeace, fino al 1987 come membro di equipaggio su una delle loro navi. Una vita dedita alle avventure, mai fermo, e a una sfida vinta: dare voce a chi voce non l’aveva.
Dai libri impegnati, alle favole, e non soltanto per bambini, ci lascia un’eredità impossibile da dimenticare, un modo di guardare oltre le apparenze sulla scia tracciata dalla sua penna, per trovare in ogni nuovo giorno la magia nascosta nel reale.