
La prima crisi globale di epoca moderna senza che ad ammazzarsi tra loro fossero gli uomini. E governi spesso inadeguati a prendere decisioni incideranno sul mondo per anni e un po’ su tutto: sistemi sanitari ed economici, sulla politica e sulla stessa cultura.
Allarme di molti, avvertimento di Yuval Noah Harari che dalla sua terra lacerata, ha qualche esperienza in più di offrire: ‘Attenti a noi perché molte delle decisioni nell’emergenza disegnerà il mondo che vivremo a tempesta finita. «E vivremo in un mondo diverso». Emergenze che diventeranno quotidianità, e tutto accelerato. «Esperimenti sociali su vasta scala», tra piccole ed enormi questioni.
«La prima è tra la sorveglianza totalitaria e la responsabilizzazione dei cittadini. La seconda è tra l’isolamento nazionalista e la solidarietà globale». Le direttive rigorose per fermare l’epidemia. Contr4ollo a tutela della salute altrui come? Nuovi strumenti di sorveglianza. Monitorare i cellulari, come ha fatto la Cina, obbligando le persone a controllare e riferire la temperatura corporea. Ma non solo Cina. «Di recente, il primo ministro israeliano Netanyahu ha autorizzato i servizi segreti interni a usare strumenti tecnologici della lotta al terrorismo per seguire i malati di coronavirus. Quando la sottocommissione parlamentare competente si è rifiutata di approvare il provvedimento, Netanyahu l’ha imposto con un “decreto d’emergenza”».
Il Grande Fratello solo oggi? Quando il nostro dito tocca lo schermo dello smartphone e clicca su un link, qualcuno sa cosa e più conveniente proporci all’acquisto. Domani forse misurerà temperatore e pressione. Ma il problema è, sorvegliare cosa e a quale scopo. «La tecnologia della sorveglianza si sta sviluppando con una rapidità vertiginosa, e quello che dieci anni fa sembrava fantascienza oggi appartiene al passato». Ed ecco il Grande Fratello di multinazionali e i governi di malvagi in grado di venderci un prodotto o una politica. Sorveglianza biometrica misura provvisoria, adottata in un momento di emergenza? «Ma le misure temporanee hanno la brutta abitudine di sopravvivere alle emergenze, soprattutto perché c’è sempre una nuova emergenza in agguato all’orizzonte».
«Israele, per esempio, durante il conflitto arabo-israeliano del 1948 dichiarò lo stato d’emergenza, che giustificava una serie di provvedimenti temporanei: dalla censura della stampa alla confisca delle terre e a regole specifiche per fare il pudding (non sto scherzando). Quella guerra è stata vinta da tempo, ma Israele non ha mai dichiarato la fine dell’emergenza, e non ha abolito molte delle misure “temporanee” del 1948 (per fortuna il decreto sul pudding è stato abolito nel 2011)». Oltre Israele in guerra permanente, la vera battaglia è sulla privacy. «Perché quando alle persone viene data la scelta tra privacy e salute, di solito scelgono la salute».
Chiedere alla gente di scegliere tra privacy e salute è l’alternativa del Diavolo. Possiamo scegliere di proteggere la nostra salute e fermare l’epidemia di coronavirus senza dare spazio regimi di sorveglianza totalitari, e comunque spazi di autoritarismo in sistemi democratici? Ognuno valuti per se. Yuval Noah Harari ha le idee chiare: «L’epidemia del nuovo coronavirus è quindi un importante test di cittadinanza. Nei prossimi giorni ognuno di noi dovrebbe scegliere di fidarsi dei dati scientifici e degli esperti piuttosto che di infondate teorie del complotto e di politici che fanno i loro interessi. Se non faremo la scelta giusta, potremmo trovarci a dover rinunciare alle nostre libertà più preziose, pensando che sia l’unico modo per difendere la nostra salute».
«La seconda scelta importante che dobbiamo affrontare è quella tra isolamento nazionalista e solidarietà globale». Sia l’epidemia sia la crisi economica che segue sono problemi globali. Il virus è nemico globale, e la scienza per sconfiggerlo deve a sia volta essere globale. «Quello che un medico italiano scopre a Milano la mattina può salvare vite a Teheran la sera». Serve insomma uno spirito di collaborazione e di fiducia globale, che è esattamente il contrario di quanto si sta prospettando nel mondo, con Trump che chiama il Covid-19 il virus cinese’ e blocca i finanziamenti’ all’Organizzazione mondiale della sanità su cui scarica le proprie irresponsabilità.
«Una paralisi collettiva sta bloccando la comunità internazionale. Sembra che nessuno si comporti da adulto. Ci saremmo aspettati che i leader globali s’incontrassero immediatamente per decidere un piano d’azione comune. I membri del G7 sono riusciti a organizzare una videoconferenza solo a fine marzo, e non ne è uscito nessun piano». Stati Uniti isolazionisti e screditati. America First, al momento prima nelle morti da virus. «Anche se la Casa Bianca alla fine cambierà tattica e proporrà un piano d’azione globale, pochi saranno disposti a seguire un leader che non si assume mai responsabilità, non ammette mai di aver sbagliato e si prende regolarmente tutti i meriti lasciando le colpe agli altri».
«Però ogni crisi è anche un’opportunità, e dobbiamo sperare che questa epidemia aiuti gli esseri umani a prendere coscienza del grave pericolo che costituisce questa mancanza di unità globale.Se sceglierà la solidarietà globale, la sua sarà una vittoria non solo sul nuovo coronavirus, ma anche su tutte le epidemie future e sulle crisi che potrebbero scoppiare in questo secolo».