
Il pil planetario, la ricchezza di chi tanto ha e di chi già nulla ha, calerà del 3% nel 2020, 6,3 punti percentuali in meno rispetto alle stime di gennaio. Lo prevedono i contabili del Fondo monetario internazionale, l’FMI, a tradurre in numeri l’ovvietà. Che con ulteriore acume, paragonano il ‘Great Lockdown’, la grande chiusura da Coronavirus, alla Grande Depressione degli anni 1930, e decisamente peggio della crisi del 2008 (pil -0,1%). Nella assoluta incertezza su come e quando usciremo da questa minaccia aliena sul pianeta Terra, la ‘fantaeconomia’ continua. «Le perdite complessive del pil mondiale per la pandemia del coronavirus ammontano a quasi 9.000 miliardi di dollari fra il 2020 e il 2021, più delle economie del Giappone e della Germania insieme». Lo afferma il capo economista del Fmi, Gita Gopinath – ci dice l’Ansa- , sottolineando che per la prima volta dalla Grande Depressione sono in recessione sia le economie avanzate sia quelle in via di sviluppo. E anche qui la dottoressa, scopre che l’acqua troppo calda può bruciare.
Donald Trump sospende i finanziamenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità, su cui cerca di scaricare la responsabilità del massacro in casa Usa per il ‘virus cinese’, come lui insiste a chiamarlo. L’Oms avrebbe dato ‘informazioni false sul coronavirus’, e «i suoi ritardi -non quelli di Trump che ironizzava su una banale influenza- sono costati vite umane». Inventato un altro colpevole, Trump, nel pieno della moria di suoi concittadini –sino a ieri 26mila morti e non se ne intravvede la fine- insiste a parlare di riapertura industriale del Paese al primo maggio. «Nel mezzo di una pandemia globale – critica il Democratic National Committee – Trump vuole fermare i finanziamenti all’organizzazione incaricata di combattere le pandemie. Trump è pronto a mettere la salute a rischio per cercare di scaricare la colpa dei suoi fallimenti su altri».
«Assumendo che la pandemia svanisca nella seconda metà dell’anno, il Fondo prevede per il 2021 un pil in crescita del 5,8%». Recessione e non si sa quanto ma l’anno prossimo cresce il Pil? Bisogna vedere che da che buco di partirà, prima di festeggiare. Ma gli analisti-maghi avvertono: «i rischi sulle prospettive sono al ribasso». «Una contrazione del pil del 3% quest’anno e una parziale ripresa nel 2021 con una crescita del 5,8% sono lo “scenario di base” tenendo conto che la pandemia svanisca nella seconda metà di quest’anno». «Se così non fosse -riecco l’acqua calda di Gita Gopinath-, la contrazione sarebbe ben peggiore».
«Se la pandemia non si dirada nella seconda parte dell’anno il pil mondiale potrebbe calare di più: un ulteriore 3% nel 2020 se la pandemia si protrarrà di più quest’anno. Se la pandemia continuasse nel 2021 il pil potrebbe calare di un ulteriore 8% rispetto al nostro scenario di base». Ormai ustionati da tante acqua calda, caldissima, passiamo ai rimedi suggeriti sempre dallo stesso FMI. Anche qui le ovvietà si inseguono.
Per quanto riguarda l’economia italiana, l’Fmi stima che si contrarrà quest’anno del 9,1%, e qui valgono gli scongiuri a scelta personale. Ma il Fondo dice anche che nel 2021 ci sarà una ripresa, con il pil in aumento del 4,8%.
«Le risposte di bilancio nei paesi colpiti sono state rapide e consistenti in diverse economie avanzate (come Australia, Francia, Germania, Italia, Giapponese, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti)», afferma il Fmi che ricade nall’ovvio dicendoci che se lo stop dell’economia sarà persistente o la ripresa delle attività troppo lenta, «le misure di bilancio dovranno essere rafforzate». Se la febbre sale, più tachipirina sperando basti quella.
Il tasso di disoccupazione in Italia, per il FMI nel 2020 sale al 12,7% dal 10,0% del 2019. Piange l’Italia ma non ride Eurolandia al 10,4% quest’anno e all’8,9% il prossimo. Per la Francia il Fondo prevede una disoccupazione in aumento al 10,4% sia nel 2020 sia nel 2021. Spagna da brivido, dal 14,1% dello scorso anno al 20,8% del 2020 e il 17,5% del prossimo anno. In Germania la disoccupazione salirà ma di poco, passando dal 3,2% del 2019 al 3,9% di quest’anno al 3,5% del prossimo.
Il pil di Eurolandia calerà nel 2020 del 7,5% per poi salire del 4,7% nel 2021. La valutazione anche del World Economic Outlook: Germania e la Francia contrazioni quest’anno rispettivamente del 7,0% e del 7,2%. Il pil spagnolo a scendere dell’8%, mentre quello britannico del 6,5%. Il 2021 sarà l’anno della ripresa con la locomotiva tedesca che segnerà una crescita del 5,2%, mentre la Francia del 4,5%. Per la Spagna è previsto un pil in aumento del 4,3%, e per la Gran Bretagna del 4,0%.