Romania del ‘turismo medicale’ (denti e ritocchino a tre soldi), ora i medici scappano

La Romania è una di quelle nicchie europee dove negli ultimi decenni si è diffuso il cosiddetto ‘turismo medicale’, ci ricorda Francesca Salvatore su Inside Over. Medicina estetica e odontoiatrica che promettono meraviglie ai propri pazienti in poco tempo, con una burocrazia snella e costi 50-70% in meno dal resto d’Europa.

«In questi stessi ospedali e in queste stesse cliniche che in queste settimane si combatte il coronavirus quasi “a mani nude”: i medici, sul piede di guerra, minacciano dimissioni di massa».

Turismo medicale e città di Suceava

«Suceava è una cittadina di circa centomila abitanti della regione della Bucovina, perla di un itinerario patrimonio dell’UNESCO. Qui i contagi ammontano a quasi 900 ed un quarto degli infetti sono medici ed infermieri che, da settimane, lavorano in assenza di mascherine, guanti, disinfettanti ed altri dispositivi di protezione personale».

Untore dalla Lombardia

Si ritiene che il virus sia arrivato in città con un uomo di 71 anni tornato dalla Lombardia alla fine di febbraio e successivamente ricoverato in ospedale con sintomi di coronavirus. Da allora i contagi si sono diffusi rapidamente. «La città, messa in quarantena assieme a tutta la contea circostante, ora è diventata un primato tristemente noto e l’ospedale locale è diventato il simbolo di un focolaio di Covid-19 dove si combatte con armi spuntate».

Medici mandati a morte

Ospedale focolaio. Ospedale chiuso per disinfezione. Nessuna ‘disinfezione possibile -purtroppo- per «una catena di comando impreparata e pasticciata», per la severa Francesca Salvatore. «Giovedì scorso, il governo di Bucarest ha inviato un medico militare a dirigere l’ospedale, dopo le dimissioni del precedente manager. “Siamo stati mandati a morte” hanno dichiarato alcuni medici intervistati dal quotidiano francese Le Monde». Sono gli stessi che ora minacciano di togliersi il camice e dimettersi, nonostante le accuse di  molti colleghi  sul giuramento di Ippocrate tradito.

Traditore il sistema sanitario

«Il caso rumeno è frutto di anni di sottofinanziamento del sistema sanitario unito ad un dato sconcertante: la Romania possiede la più bassa densità medica d’Europa. Non c’è quindi da stupirsi che il 16% dei casi di coronavirus nel Paese siano operatori sanitari».

Dopo una serie di dimissioni negli ultimi giorni, causate dalla mancanza di equipaggiamento protettivo disponibile, il presidente Klaus Iohannis la scorsa settimana ha chiesto al governo di approvare un bonus di 500 euro al mese per il personale medico direttamente coinvolto nella lotta contro il coronavirus. Ha aggiunto che il denaro verrebbe dai fondi dell’Unione Europea.  Risposta sdegnata dal presidente dell’Ordine dei Medici Bogdan Tanase che bolla i 500 euro come una “bustarella, perché il problema non sono solo i fondi carenti ma gli stock inesistenti.

Meno sanità per tutti (salvo pochi) 

 La Romania ha la spesa più bassa per l’assistenza sanitaria in percentuale del PIL nell’Unione e una lunga storia di difficoltà e inefficienze. «Deficit costante causato dall’enorme sproporzione fra cittadini tassati ed esenti. E un esercito di medici e infermieri sottopagati che molto spesso scelgono di lavorare all’estero dove sono retribuiti almeno dieci volte tanto che in patria e maggiormente tutelati». Specializzato in fuga, primi da terapia intensiva. Risultato, «Un esercito di medici in là con gli anni che, in caso di contagio, rischiano maggiormente (dati Euronews)».

Liste d’attesa e corruzione

«La corruzione non ha risparmiato il sistema, dove le inchieste e gli arresti eccellenti svelano l’esistenza di piramidi del malaffare sanitario spesso foraggiate con la connivenza dei pazienti, che pur di vedersi accorciare lunghe liste di attesa, sono disposti a pagare esose ‘elargizioni’ pur di essere operati al più presto o di accedere velocemente ad una visita specialistica».

Tutti e casa ma la chiesa no

A fine marzo Bucarest aveva dichiarato il blocco totale degli spostamenti, col divieto assoluto per gli over 65 di uscire di casa. Rigore formale. Follia di sacerdoti ortodossi che ancora somministrano l’eucaristia con un unico cucchiaio per tutti i fedeli presenti.« Un atteggiamento grave e irresponsabile in grado di infettare in una sola celebrazione decine e decine di persone». Patriarcato simil governo, misure lasciate alla discrezionalità dei fedeli, adesso si teme un’esplosione di contagi, soprattutto fra le fasce più anziane della popolazione, quelle che frequentano maggiormente i riti religiosi.

Poi i ritorni

Ad aggravare la situazione il possibile effetto del controesodo dei giovani rumeni. «Dopo la notizia dei primi casi e poco prima che venissero varate misure straordinarie, sono stati tantissimi gli espatriati  che hanno deciso di rientrare precipitosamente nel Paese (presumibilmente da altri paesi focolaio) per raggiungere genitori anziani o indigenti nelle periferie delle città e nelle aree rurali più povere».

Zone assolutamente non attrezzate per fronteggiare un’emergenza simile ed è così che proprio nella placida Romania rurale rischia di montare una terribile bomba sanitaria.

Tags: Medici romania
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